ALTERATA GLICEMIA A DIGIUNO E CVD



IMPACT OF IMPAIRED FASTING GLUCOSE ON CVD: THE FRAMINGHAM HEART STUDY
Levitzky YS, Pencina MJ, D'Agostino RB, et al.
J Am Coll Cardiol 2008; 51:264-270


La revisione della definizione di "alterata glicemia a digiuno" nel 2003 non ha comportato un vantaggio rilevante rispetto alla definizione del 1997 per quanto riguarda la previsione del rischio cardiovascolare o di diabete.

RIASSUNTO
OBIETTIVI Si è voluto determinare se l'alterata glicemia a digiuno (impaired fasting glucose, IFG) predica gli eventi cardiovascolari.
CONTESTO Non è chiaro quale sia il valore soglia di glucosio che definisce lo stato pre-diabetico. Sono state confrontate le definizioni di IFG dell'American Diabetes Association (ADA) del 1993 e del 2003 in relazione alla capacità predittiva di CVD.
METODI I partecipanti al Framingham offspring senza CVD, classificati sulla base della definizione di IFG dell'ADA del 1993 (glicemia a digiuno 110-125 mg/dL; 6,1-6,9 mmol/L) o di quella del 2003 (100-125 mg/dL; 5,6-6,9 mmol/L), sono stati seguiti dal 1983 al 2004. È stata usata la regressione logistica cumulata per calcolare gli odds ratio (OR) aggiustati per multivariate per l'incidenza di patologie coronariche (CHD; 291 eventi) o cardiovascolari (CVD; 423 eventi).
RISULTATI I tassi di CHD a 4 anni tra le donne erano 1,3% (100-109 mg/dL), 2,3% (110-125 mg/dL) e 2,9% (diabete); mentre i tassi corrispondenti negli uomini erano 2,9%, 3,0% e 8,7%. Per la definizione di IFG del 2003, l'OR per CHD tra le donne era 1,7 (IC al 95% 1,0-3,0; p=0,048), mentre per la definizione di IFG del 1997, l'OR per CHD nelle donne era 2,2 (IC al 95% 1,1-4,4; p=0,02), all'incirca pari a quello delle donne diabetiche (OR 2,5; IC al 95% 1,2-5,2; p=0;01). Per CVD, solo la definizione di IFG del 1997 forniva odds ratio di CVD nelle donne significativamente più alti (OR 2,1; IC al 95% 1,2-3,6; p=0,01). Gli uomini non mostravano OR per CVD o CHD più alti con nessuna delle due definizioni.
CONCLUSIONI Nelle donne, entrambe le definizioni erano associate ad un maggior rischio CHD, mentre nessuna delle due era in grado di identificare uomini con un aumentato rischio CHD o CVD a breve termine. La scoperta che le donne con glicemia a digiuno pari a 110-125 mg/dL hanno un rischio CHD simile a quello di donne diabetiche suggerisce che il rischio CHD nelle donne possa essere alto a livelli di glucosio inferiori che negli uomini.