EUROPEAN
SURVEILLANCE OF ANTIMICROBIAL CONSUMPTION (ESAC): OUTPATIENT ANTIBIOTIC
USE IN EUROPE, 1998-2005
Muller A, Coenen S, Monnet DL, et al.
Euro Surveill 2007; 12:E071011.1ì
Il progetto European Surveillance of Antimicrobial Consumption
(ESAC) ha raccolto i dati sul consumo di antimicrobici in ambito ambulatoriale
e ospedaliero in 34 stati europei; questo articolo fornisce i dati sull'utilizzo
extra-ospedaliero degli antimicrobici e l'analisi dei trend per il periodo
1998-2005.
RIASSUNTO
RACCOLTA DATI I dati sono stati raccolti dal 1997, secondo la classificazione
Anatomica Terapeutica Chimica (ATC) e l'unità di misura DDD (Defined
Daily Dose). La versione ATC/DDD del 2004 è stata usata per
i dati del periodo 1997-2003, la versione del 2005 per i dati del 2004
e la versione del 2006 per i dati del 2005. Per la standardizzazione,
i dati sull'uso degli antibiotici (antimicrobici per uso sistemico, ATC
J01) sono stati riportati in DDD per 1000 abitanti per giorno (DID).
RISULTATI
Nel 2005, dati affidabili sull'uso extra-ospedaliero di antibiotici sono
stati forniti da 28 stati. Bulgaria, Grecia e Islanda hanno riportato
dati sull'uso totale, ad esempio uso combinato in medicina generale e
in ospedale. Il consumo complessivo di antibiotici variava da 9,2 nella
Federazione Russa (solo sul territorio) a 34,7 DID in Grecia (uso totale).
La mediana per gli stati che hanno riportato solo i dati ambulatoriali
era di 18,1 DID.

La
classe antibiotica maggiormente usata era quella delle penicilline, con
una percentuale del 45% o più in metà degli stati. La seconda
tra le classi più usate era quella dei macrolidi-lincosamidi-streptogramine
o quella delle tetracicline, tranne per 5 nazioni dove era quella delle
cefalosporine o altri beta-lattami (Belgio, Croazia, Israele e Lussemburgo)
o quella delle sulfonamidi e trimetoprim (Federazione Russa). Dal 1998
al 2005 ventinove stati hanno fornito dati affidabili relativi all'uso
extra-ospedaliero di antibiotici di almeno un anno. Tra queste 29 nazioni,
18 hanno riportato i dati per ogni anno dell'intero periodo di osservazione.
I dati relativi al 1998 sono stati ricevuti da 20 stati e 28 hanno riportato
i dati del 2005. Un confronto tra i dati del 2005 e quelli degli anni
precedenti non hanno mostrato grosse differenze nella classifica delle
varie nazioni in riferimento all'uso totale di antibiotici, né
all'uso relativo delle diverse classi. In Grecia (dove i dati dal 2004
al 2005 includono l'uso ospedaliero) così come in Croazia, Danimarca
e Irlanda, l'uso extra-ospedaliero degli antibiotici è aumentato,
mentre una riduzione è stata osservata in sei nazioni: Belgio,
Repubblica Ceca, Francia, Slovacchia, Slovenia e Svezia.
DISCUSSIONE
I trend osservati nell'uso extra-ospedaliero degli antibiotici, espresso
come DID, sono probabilmente dovuti per lo più a vere variazioni
nella frequenza di prescrizione degli antibiotici nella popolazione generale.
Molti stati hanno fornito dati dalla stessa fonte durante gli 8 anni di
studio. Inoltre, il bias metodologico derivante dall'uso di diverse versioni
ATC/DDD (2004, 2005 e 2006) è molto limitato, dal momento che queste
versioni non si differenziavano per le DDD assegnate a principi attivi
importanti. Sono state stabilite infatti nuove DDD solo per farmaci nuovi
e poco usati. Dati recenti riportati dalla Grecia per gli anni 2004 e
2005 includono l'uso di antibiotici in ambito ospedaliero e extra-ospedaliero.
Dati precedenti dell'ESAC mostrano che l'uso ospedaliero di antibiotici
negli stati europei nel 2002 era circa di 2 DID in media e di 2,2 DID
in Grecia. Una stima grossolana dell'uso extra-ospedaliero degli antibiotici,
sottraendo la media d'uso in ospedale dall'uso totale, mostra che l'uso
extra-ospedaliero degli antibiotici in Grecia era infatti il più
alto in Europa nel 2004 e nel 2005. Molte nazioni sono simili per quanto
riguarda le variazioni a breve e a lungo termine dell'uso di antibiotici.
In primo luogo, l'uso di antibiotici nel 2004 era più basso che
nel 2003 in molti stati. Ciò può essere in parte spiegato
dall'assenza di un'influenza epidemica rilevante durante quell'anno in
quei paesi. In secondo luogo, in 10 stati su 29, che hanno riportato almeno
un anno di dati affidabili, l'uso extra-ospedaliero degli antibiotici
era aumentato o diminuito nel periodo dal 1998 al 2005. Tuttavia, il trend
nell'uso degli antibiotici espresso in DID può non riflettere completamente
il trend di frequenza di prescrizione di questi farmaci. In Belgio, ad
esempio, le variazioni nell'atteggiamento prescrittivo hanno portato a
DID più alte a causa di un maggiore dosaggio di alcune prescrizioni:
il dosaggio di amoxicillina o di amoxicillina-acido clavulanico era aumentato
allo scopo di eradicare S. pneumoniae, resistente alla penicillina, e
si è iniziato ad usare i fluorochinoloni in minor misura per il
trattamento delle infezioni del tratto urinario e maggiormente per la
terapia delle infezioni del tratto respiratorio, che richiede un dosaggio
più alto. Perciò, il numero di prescrizioni può essere
diminuito più di quanto indicato dai valori di DID e l'impatto
delle campagne di salute pubblica per ridurre l'esposizione della popolazione
agli antibiotici può essere sottostimato.
CONCLUSIONI
Dati affidabili longitudinali sull'uso degli antibiotici da un sistema
controllato e convalidato di sorveglianza consente il confronto tra gli
stati e la valutazione dei trend europei. Molti paesi hanno riportato
un aumento o una riduzione a lungo termine nell'uso extra-ospedaliero
degli antibiotici. Era interessante il fatto che su sei paesi con un trend
decrescente per il periodo di studio, quattro hanno applicato un programma
a livello nazionale per controllare la resistenza degli antimicrobici
e per migliorare l'uso razionale degli antibiotici. La consapevolezza
della resistenza agli antimicrobici dovrebbe consolidarsi in tutta l'Unione
Europea, soprattutto in quei paesi con un uso considerevole di questi
farmaci.
|