PUBBLICAZIONE DEL NUOVO EUROPEAN CARDIOVASCULAR DISEASE STATISTICS 2008



Fonte: European Heart Network


Le malattie cardiovascolari (CVD) sono la principale causa di morte in Unione Europea, con oltre 2 milioni di decessi ogni anno. Inoltre le statistiche pubblicate ad oggi indicano che ci sono significative differenze tra gli stati e che complessivamente le CVD hanno un impatto economico stimato intorno ai 192 miliardi di euro all'anno.


In sintesi
- Ogni anno le CVD causano più di 4,3 milioni di morti nell'UE.
- Le CVD causano circa metà di tutte le morti in Europa (48%) e nell'UE (42%).
- Le CVD sono la principale causa di morte delle donne in tutti gli stati europei e la principale causa di morte degli uomini in tutti gli Stati tranne Francia, Olanda e Spagna.
- Le CVD sono la principale causa di malattia e morte in Europa (23%) e la seconda principale causa negli stati dell'UE dove la mortalità di adulti e bambini è molto bassa (17%).
- I tassi di morte per CHD sono generalmente più alti nell'Europa centrale ed orientale.
- I tassi di morte per ictus sono più alti nell'Europa centrale ed orientale.
- Mortalità, incidenza e letalità per CVD, stanno diminuendo in molti paesi dell'Europa settentrionale, meridionale e occidentale, ma stanno crescendo negli stati del centro-est europeo.
- Ogni anno il fumo uccide più di 1,2 milioni di persone in Europa (450.000 per CVD) e circa 650.000 di persone in UE (185.000 per CVD). Il numero di morti in Europa per CVD dovuta al fumo è cresciuto del 13% tra il 1990 e il 2000.
- Il fumo è diminuito in molti stati europei, ma il tasso di riduzione ad oggi è lento. Oggi le donne fumano quasi quanto gli uomini in molti Paesi europei e spesso le ragazze fumano più dei ragazzi.
- Le abitudini dietetiche in Europa, un tempo molto differenti, stanno ora convergendo.
- La dieta è generalmente migliorata nei Paesi del nord- e dell'ovest-Europa, ma peggiorata nelle altre nazioni.
- I livelli di inattività fisica sono alti in molti stati europei.
- I livelli di obesità stanno crescendo in tutta Europa sia tra gli adulti che tra i bambini.
- Oltre 48 milioni di adulti in Europa e 23 milioni di adulti in UE sono diabetici e la prevalenza è in aumento.
- Complessivamente, il costo stimato delle CVD in UE è pari a €192 miliardi l'anno.
- Del costo totale delle CVD in EU, circa il 57% è dovuto a costi di assistenza sanitaria, il 21% alla perdita di produttività e il 22% alla terapia al di fuori delle strutture sanitarie.


IN EUROPA 4,3 MLN DI MORTI L'ANNO PER MALATTIE CARDIACHE
Fonte: Adnkronos. 13 febbraio 2008


Il mal di cuore uccide ogni anno 4,3 milioni di cittadini in Europa, 2 milioni solo nella Ue. Ma questa volta non si tratta di sentimenti, bensì delle malattie cardiovascolari, che rappresentano oggi la prima causa di morte nel Vecchio continente. Per richiamare l'attenzione su questo reale e serio problema di salute pubblica, l'European Heart Network e le associazioni che ne fanno parte in ogni Paese, hanno deciso di pubblicare questi numeri preoccupanti proprio alla vigilia del giorno del cuore per antonomasia, San Valentino. Tra le associazioni di questa rete, anche l'Alt (Associazione per la lotta alla trombosi in Italia). "Patologie come infarto o ictus, trombosi ed embolia - rivela il network europeo - non uccidono però in modo omogeneo: in Bulgaria le malattie cardiovascolari causano il 62% dei decessi negli uomini e il 71% nelle donne, in Francia il 26% degli uomini e il 31% delle donne. Ci sono notevoli differenze anche fra Nord e Sud Europa: si muore meno nei Paesi dell'Europa settentrionale, meridionale e occidentale, mentre si continua a morire nei Paesi dell'Europa centrale e orientale. Per fare un esempio - dati alla mano - tra il 1995 e il 2005 il tasso di mortalità per infarto del miocardio si è dimezzato (-53%) negli uomini in Irlanda, mentre in Romania è sceso solo del 18%. L'ictus cerebrale (ormai a pieno titolo inglobato dal termine malattie cardiovascolari data la stretta connessione fra cuore, cervello e circolazione del sangue) è diventato meno aggressivo per le donne in Irlanda (il tasso di mortalità è diminuito del 57%) ma non in Romania (-29%). In Ucraina addirittura è aumentato del 13% negli uomini e del 12% nelle donne". In generale, prosegue la rete di associazioni europea contro le malattie cardiovascolari, "nella Ue le donne muoiono più degli uomini per colpa di queste patologie: 45 donne su 100, a fronte di 38 uomini su 100. La sola trombosi coronarica (infarto o angina) è la causa più frequente di morte non solo nella Ue, ma anche nei Paesi europei che non hanno ancora aderito all'Unione: ogni anno una morte su 6 negli uomini (16%) e una su sette nelle donne (15%). Ancora, l'ictus cerebrale (che nella stragrande maggioranza dei casi è provocato da una ischemia causata da un trombo o da un embolo) è il secondo grande killer: uccide ogni anno una donna su 8 (12%) e un uomo su 11 (9%). Un quadro complessivo che oltre a risolversi in una vera e propria mattanza, costa alle casse esangui del Vecchio continente 192 miliardi di euro l'anno. Una cifra esorbitante, rileva il network di associazioni, se è vero che l'intero bilancio 2008 per la Ue ammonta a 129,1 miliardi di euro. Questo significa, aggiunge, che il costo procapite per ogni cittadino dell'Unione è di 391 euro l'anno. Costi che però variano in ogni Stato: meno di 60 euro procapite all'anno in Bulgaria e oltre 600 in Germania e nel Regno Unito. "Sul totale, il 57% viene speso per l'assistenza sanitaria, il 21% è imputabile alla perdita di produttività e il 22% all'assistenza generale delle persone con malattie cardiovascolari". Anche i costi variano nei diversi Paesi, moltiplicandosi enormemente (di quasi 12 volte nel 2006) negli ultimi anni: si pensi che in Romania il costo è calcolato intorno a 34 euro, mentre in Germania ammonta a 413 euro. Lussemburgo, Danimarca e Cipro spendono il 5% del proprio budget per queste malattie, la Polonia il 17%. Lo scenario 'apocalittico' si aggrava ancora, sempre secondo l'analisi del gruppo di associazioni europee, quando si prendono in considerazione i costi indiretti. "Nel 2006 i costi in termini di perdita di capacità produttiva nelle persone colpite da infarto, ictus ed embolia - continua - sono stati calcolati intorno a 41 miliardi di euro: circa due terzi imputabili a morti premature (26,9 miliardi di euro) e un terzo a pazienti colpiti in piena età produttiva (13,9 miliardi di euro)". L'assistenza non direttamente sanitaria ai malati da parte di parenti e amici è un altro importante costo: "Nel 2006 ammontava a poco meno di 42 miliardi di euro. Un prezzo molto gravoso per l'intera comunità europea, pesante non solo per il numero di morti ma anche per la enorme quantità di malati". Questa somma di ragioni spinge l'European Heart Nework a sollecitare la Commissione europea "a formulare con urgenza una strategia globale e concreta per prevenire le malattie cardiovascolari nella Ue. La Commissione europea e il Parlamento - prosegue - hanno dimostrato negli ultimi anni grande sensibilità sul tema della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Oggi questo sostegno deve tradursi in una ulteriore azione affinché il Consiglio dell'Unione europea faccia tutto quanto in suo potere per ridurre non solo il numero dei pazienti che ogni anno sono colpiti, ma anche le deplorevoli disuguaglianze tra gli Stati membri".