USE
OF SECONDARY PREVENTION DRUG THERAPY IN PATIENTS WITH ACUTE CORONARY SYNDROME
AFTER HOSPITAL DISCHARGE
Lee HY, Cooke CE, Robertson TA
J Manag Care Pharm 2008; 14:271-80
Questo studio ha esaminato il pattern di prescrizione, dopo la dimissione
ospedaliera, dei farmaci raccomandati dalle linee guida (ACE-inibitori/ARB,
beta-bloccanti e statine) nei pazienti con sindrome coronarica acuta.
RIASSUNTO
CONTESTO La sindrome coronarica acuta include condizioni cliniche
pericolose per la vita: dall'angina instabile all'infarto miocardico non-Q-wave
e infarto miocardico Q-wave, che rappresentano negli Stati Uniti la causa
maggiore di ricoveri in pronto soccorso e ospedalizzazioni. Le linee guida
dell'American College of Cardiology/American Heart Association
(ACC/AHA) sulla gestione dei pazienti con angina instabile e infarto miocardico
senza innalzamento del segmento ST (2002-2004) raccomandano per il trattamento
a lungo termine dei pazienti, ai quali è occorso un evento coronarico
acuto: (1) inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE)
o bloccanti del recettore dell'angiotensina II (ARB) in caso di intolleranza
agli ACE-inibitori, (2) beta-bloccanti e (3) statine.
OBIETTIVI Esaminare i tassi di utilizzo delle tre terapie farmacologiche
chiave, basate sull'evidenza (ACE inibitori/ARB, beta-bloccanti e statine)
nei pazienti con sindromi coronariche acute (ACS) dopo la dimissione ospedaliera.
METODI La coorte in studio è stata identificata utilizzando
le fatture mediche tratte da programmi sanitari commerciali, all'interno
di un'organizzazione
sanitaria degli stati Mid-Atlantic, che comprendeva circa 3,4 milioni
di membri, beneficiari di esenzioni/rimborsi medici, dei quali 1,2 milioni
(35,3%) avevano diritto a rimborsi sui farmaci.
RISULTATI Lo studio di coorte ha coinvolto 1.135 pazienti (0,27%
dei 424.526 membri arruolati in modo continuativo) con ACS, come definita
dai codici ICD-9-CM nei medical claim dal 1 luglio 2003 al 30 giugno 2004.
Quasi il 65% del campione erano uomini (n=734 uomini ed n=401 donne),
con un'età media (deviazione standard [SD]) di 63,8 (13,1) anni.
Dei 1.135 membri con ACS, 588 (51,8%) avevano almeno una prescrizione
di farmaci per un ACE-inibitore o ARB, 725 (63,9%) per un beta-bloccante
e 710 (62,6%) per una statina durante i 3-mesi di follow-up; la ricetta
di almeno una prescrizione per tutte e tre le classi è stata riscontrata
in 339 (29,9%) dei pazienti.
I soggetti di età <45 anni, compresa tra i 65-79 anni e >=80
anni erano significativamente meno propensi, rispetto ai pazienti di età
compresa tra i 45-64 anni, a ricevere prescrizioni di statine (p<0,05).
Inoltre, i pazienti di età >=80 anni avevano una probabilità
statisticamente inferiore a ricevere ACE inibitori/ARB (p=0,003), beta-bloccanti
(p<0,001), o tutte e tre le classi di farmaci (p=0,002). Le donne avevano
meno probabilità, rispetto agli uomini, di essere in terapia con
statine (p=0,004) e con tutte e tre le classi (p=0,012). I pazienti con
sindrome coronarica intermedia avevano probabilità significativamente
inferiori, rispetto a quelli con infarto miocardio acuto, di assumere
qualsiasi farmaco in studio (p<0,001). Quei pazienti, che avevano utilizzato
gli ACE inibitori/ARB, i beta-bloccanti, le statine e tutte e tre le classi
di farmaci, durante i 6 mesi precedenti la diagnosi indice di ACS, avevano
più possibilità, rispetto a quelli senza precedente utilizzo,
di essere in trattamento con queste medicazioni anche dopo la diagnosi
di ACS (odds ratios 12,2; 9,4; 8,3; e 4,9, rispettivamente; p<0,001).
CONCLUSIONI Nei tre mesi seguenti l'ospedalizzazione indice per
ACS, la maggior parte dei pazienti non era stata sottoposta alle tre terapie.
I pazienti ACS con sindrome intermedia e quelli con età >=80
anni venivano sottoposti alle tre terapie con minor probabilità,
così come le donne alle statine, rispetto agli uomini.
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