Fonte:
Adnkronos Salute. 21 luglio 2008
Pensionati,
casalinghe e studenti. Sono loro i più presenzialisti negli studi
dei medici di famiglia, secondo suggeriscono i dati preliminari di un'indagine
condotta tre il 2007 e il 2008 per conto della Federazione dei medici
di medicina generale (Fimmg) dall'istituto di ricerche Swg. La ricerca,
molto più vasta perché indaga sul rapporto di fiducia fra
paziente e camice bianco e sulle opinioni di entrambi a proposito delle
nuove forme organizzate di assistenza, verrà presentata in autunno.
Ma i primi risultati parziali offrono già uno spaccato delle abitudini
degli italiani. A bussare con maggiore frequenza alle porte dell'ambulatorio
sono dunque le casalinghe: il 9,2% non lascia passare mai più di
un mese e puntuale come un orologio si ritrova dietro la porta del dottore
una o più volte. Sono seconde solo ai pensionati (11,6%) che per
ragioni legate all'età hanno i contatti più frequenti con
il medico di base. La stessa frequenza di visite riesce a mantenerla,
a sorpresa, anche una buon numero di studenti: forse perché meno
indaffarati, hanno più tempo da dedicare alla cura della salute.
E nonostante la giovane età, l'8,4% fa una capatina dal medico
una o più volte al mese. Mai più adolescenti svagati e un
po' distratti, quella di oggi sembra una generazione di medicalizzati.
Più degli adulti: fra gli imprenditori solo il 2,3% bussa con regolarità
alle porte del dottore. Così il 3,8% dei professionisti, il 3,4%
degli autonomi, il 3% degli impiegati e solo il 2,8% dei dirigenti, forse
presi da mille altri impegni. Sicuramente non ipocondriaci. Gli operai,
invece, fanno regolarmente i conti con acciacchi tipici di un lavoro usurante.
Risultato: il 6,9% si stende sul lettino del medico di famiglia una o
più volte al mese. La categoria più allergica al camice
bianco? E' quella dei disoccupati. Il 49,7% non varca mai la soglia dello
studio del Mmg, anche se poi sono una delle categorie che chiama con maggiore
intensità il medico per farlo venire a casa. Il 22,5% dei disoccupati
opta per le visite a domicilio. Terzi in classifica dietro ai pensionati
(27,6%) e agli studenti (26,8%). A trascurare la salute sono invece il
45% dei dirigenti, affogati da appuntamenti e riunioni inderogabili, seguiti
dal 42,2% dei professionisti e dal 31% degli autonomi, troppo attenti
alla carriera per chiedere un'ora di permesso per motivi di salute. Per
gli 'angeli del focolare' c'è anche il risvolto della medaglia.
La categoria, infatti, è spaccata in due: da un lato le presenzialiste,
dall'altro le refrattarie, un buon 30,5% di casalinghe che non mette piede
in ambulatorio neanche una volta all'anno. In media tutte la categorie
vanno a farsi visitare 2-3 volte l'anno. Ma in ambulatorio non si va solo
per questo. Per gli Mmg c'è un carico di burocrazia quotidiana
da sbrigare. Soprattutto prescrizioni di farmaci. Tralasciando il record
dei pensionati (47,7%), penalizzati dall'età, a bussare alle porte
del dottore una o più volte al mese per farsi staccare la ricetta
sono il 39,9% delle casalinghe (contro il 5,2% che non ci va mai in un
anno), e il 37,3% degli studenti. Entra di diritto nella categoria dei
farmacodipendenti anche il 33,3% degli imprenditori, che va in ambulatorio
una o più volte al mese solo per avere una ricetta (contro il 23,1%
di chi non l'ha mai chiesta), seguito dal 28,4% degli autonomi, dal 26,6%
dei disoccupati, dal 25% degli operai. Meno frequenti le capatine in abulatorio
dei dirigenti (5,4% contro il 18,6% che non ci va mai). "Certo è
che lo studio del medico di famiglia è un 'porto di mare'",
conclude Stefano Zingoni, mmg e segretario regionale della Fimmg Emilia
Romagna. "C'è sempre - spiega - un continuo via vai. Alla
fine, fra una ricetta e una visita, ogni giorno bussa alle nostre porte
il 4,8% degli assistiti". A confermarlo è anche un altro dato,
raccolto dalla Fimmg: in una città italiana medio-grande (di oltre
100 mila abitanti), gli Mmg eseguono quotidianamente quasi 2.200 visite,
sbrigano circa 1.600 pratiche burocratiche, e rispondono a quasi 1.400
telefonate.
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