Gobbi B
Fonte: Il Sole-24 Ore. 25 settembre 2008
Troppi ricoveri inutili, ricette in eccesso, iperprescrizione di esami
e analisi. E costi alle stelle per il Servizio sanitario: da 12 a 20 miliardi
sprecati, o quasi. Sono i frutti amari della "medicina difensiva",
la risposta dei camici bianchi al crescente rischio di denunce da parte
dei pazienti.
A fotografare la situazione è l'indagine "Medici in difesa"
dell'Ordine dei medici romani su un campione di 800 professionisti, presentata
ieri a Roma. Ne emerge il ritratto di una professione minata dall'insicurezza
e dal timore delle aule di tribunale.
D'altra parte, a guardare gli ultimi dati dell'Ania, l'associazione delle
imprese assicuratrici, i medici hanno poco da star tranquilli: denunce
aumentate del 66% in dieci anni, dal 1996 al 2006, 30mila cause intentate
ogni anno dai pazienti, 500 milioni di euro che gravano sulla sanità
italiana per polizze di assicurazione professionale. Per non parlare del
clima di sospetto nell'opinione pubblica, a cui contribuirebbero anche
media e fiction tv, che incide pesantemente sulle scelte dei medici.
"Il problema della medicina difensiva - ha spiegato il sottosegretario
al Welfare, Ferruccio Fazio - è legato allo sfarinamento del rapporto
medico-paziente. E gli effetti sono molto pesanti: basti pensare all'aumento
dei ricoveri e del consumo di farmaci". Da capogiro le cifre degli
sprechi stimati. "I costi oscillano tra 12 e 20 miliardi e, se recuperati,
risolverebbero in pochi anni il contenzioso con le Regioni, che ammonta
a 2 miliardi di euro", ha aggiunto Fazio. Che ha annunciato prossime
linee guida per l'attivazione di unità di rischio clinico in ogni
azienda e camere di conciliazione per depenalizzare l'errore.
I risultati dell'indagine sui medici romani parlano chiaro: l'88% dei
professionisti si sente più esposto del passato alle denunce. Nessuna
attività è immune dalla medicina difensiva: appena il 14,3%
dichiara di non aver mai consigliato visite specialistiche in più
per scongiurare il rischio di cause, mentre il 60% dei dottori avrebbe
prescritto ricette non necessarie per mettersi al sicuro. E il 60% dei
professionisti ammette di aver esagerato nel richiedere i ricoveri.
Non mancano le ricette per far recuperare fiducia a una categoria sempre
più arroccata: Fazio ha lanciato anche la proposta di un ente terzo
che monitori il fenomeno concentrandosi più sulle carenze del sistema
che sulla responsabilità del singolo. D'accordo Mario Falconi,
presidente dell'Ordine di Roma: "Chiediamo da tempo una Authority
per la tutela della salute, un organismo di rapida decisione cui possano
rivolgersi sia i pazienti che i medici".
60% MEDICI PRESCRIVE FARMACI PER MEDICINA DIFENSIVA
Fonte: Adnkronos Salute. 24 settembre 2008
Il 60% dei medici, in una o più occasioni, ha prescritto farmaci
in un'ottica di medicina difensiva. Questo uno dei dati che emerge dall'indagine
"Medici in difesa, prima ricerca del fenomeno in Italia: numeri e
conseguenze", commissionata dall'Ordine dei medici della Provincia
di Roma e condotta su 800 camici bianchi attraverso questionari. Solo
il 39,3% dei medici intervistati, infatti, dichiara di non essere mai
stato spinto a compilare ricette dalla paura di incorrere in guai giudiziari.
Il 41,3%, invece - rivela lo studio firmato da Aldo Piperno, professore
di Scienze dell'organizzazione all'università di Napoli Federico
II - dichiara di non averlo fatto quasi mai (uno o due casi su 10), il
13,6% talvolta (3-4 casi su 10) e il 5,8% spesso, cioè oltre 4
volte su 10. A ricorrere più spesso alla medicina difensiva, quando
si tratta di prescrivere farmaci non strettamente necessari, sono per
lo più i giovani medici di medicina generale e ortopedia, e gli
uomini più delle donne. In cima alla lista delle categorie di farmaci
più prescritti in questi casi, quelli per gli apparati cardio-circolatorio
(33,8%), digerente (28,3%) e respiratorio (27,9%).
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