Fonte: FIMMG. Ottobre 2008
Resi
noti i risultati di una ricerca del Centro Studi di FIMMG e SWG
La medicina generale è un servizio "intasato"; lo dicono
il 60% dei medici. Dopo l'indagine 2005-2006 dell'ISTAT e i dati del Ministero
della sanità anche due indagini svolte da FIMMG e SWG su un campione
rispettivamente di 1900 pazienti e di circa 780 medici di famiglia confermano
l'assidua frequentazione dei pazienti degli studi medici, con il 60% circa
dei medici che dice di vedere in studio fino a 40 pazienti al giorno.
Se si aggiungono gli accessi su base annua dovuti a visite domiciliari,
ambulatoriali, a ricette, prescrizioni farmaceutiche, consulti telefonici,
richieste di pareri (con una stima di circa 2.000.000 di contatti al giorno),
è evidente che la medicina di famiglia è un servizio per
così dire intasato.
La seconda interessante evidenza che emerge dalla ricerca è costituita
dalla rivelazione di un'utenza problematica, "tre volte debole"
per patologie in prevalenza croniche, disagio economico, di fronte all'inefficienza
dei servizi offerti dal SSN. Il 96,9% dei medici ha infatti in carico
e visita spesso pazienti malati cronici, mentre il 53,6% ha in carico
e visita spesso pazienti con problemi psichici. Il 18,4% e il 48,8% ha
in carico e visita - rispettivamente spesso o talvolta - pazienti bisognevoli
di cure palliative, anche se non sono oncologici. La percentuale della
risposta - spesso - sale al 31,0% dei medici se il paziente è oncologico.
I medici di famiglia servono, quindi, mediamente, un'utenza "problematica"
che accentua il peso del carico assistenziale. Ma i problemi dei pazienti
sconfinano anche nel campo economico, nella burocrazia e nell'inefficienza
del resto del sistema Il 31,6% e il 43,8% dei medici si trova di fronte,
spesso e talvolta, a pazienti che hanno problemi a comprare farmaci. Crescono
le percentuali dei medici che dichiarano l'esistenza di problemi a comprare
protesi e pagare il ticket (oltre l'80% dei medici nel caso dell'acquisto
di protesi e oltre il 75% nel caso dei ticket). Si osservano inoltre percentuali
intorno all'80% per i medici che dichiarano che i pazienti hanno problemi
nel caso di prestazioni a pagamento. Percentuali elevate si registrano
a proposito delle liste d'attesa troppo lunghe: il 94,6% dei medici dichiara
di trovarsi di fronte - spesso o talvolta - a pazienti che hanno difficoltà
per le liste d'attesa. Il 68% circa dei medici dichiara infine di avere
pazienti che non riescono ad avere dal SSN le prestazioni prescritte a
causa di malfunzionamento dei servizi.
COMUNICATO
STAMPA
INFORMAZIONE SCIENTIFICA E IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE
La seconda ricerca del Centro Studi Nazionale FIMMG sull'informazione
scientifica e il medico di medicina generale mette a confronto i dati
2008-2007
Il 76,9% dei medici di famiglia è insoddisfatto relativamente alla
qualità e quantità dell'informazione ricevuta dalle aziende
farmaceutiche, in crescita l'insoddisfazione, dell'1,3% rispetto al 2007
(era al 75,6%). Crescono in particolare coloro che non sono "mai"
o "raramente" soddisfatti, oggi al 24,3% (+1,1% contro il 23,2%
del 2007), mentre il 52,6% lo è solo "a volte" (era il
52,4% nel 2007). E' quanto emerge dalla seconda indagine promossa dal
Centro Studi Nazionale FIMMG sulla soddisfazione dei medici italiani rispetto
all'attività informativa delle aziende farmaceutiche. I dati raccolti
da un campione di 800 medici, rappresentativo a livello nazionale di tutti
i medici operanti in questo settore, sono stati messi a confronto con
quelli raccolti da un'analoga ricerca nell'ottobre del 2007 (stessa metodologia
quanti-qualitativa, questionario raccolto via mail).
COMUNICATO STAMPA
POPOLAZIONE ITALIANA E MODELLI DI ASSUNZIONE DELLE INFORMAZIONI SUL FARMACO
Presentata una ricerca di Value Added Italia al 63° Congresso Nazionale
di FIMMG: l'informazione sul farmaco ai pazienti.
In occasione della tavola rotonda nell'ambito del 63° congresso nazionale
FIMMG, è stata presentata la ricerca "Popolazione italiana
e modelli di assunzione delle informazioni sul farmaco" realizzata
da Added Value Italia su un campione di 1000 cittadini rappresentativi
della popolazione italiana nel mese di settembre 2008, tramite la somministrazione
di interviste telefoniche.
Elevata - e crescente nel tempo - è la propensione della popolazione
italiana a informarsi su argomenti in area salute. Dalla televisione a
Internet molti sono i canali privilegiati e più di 4 italiani su
10 li utilizzano tutti regolarmente. Il 41% della popolazione si informa
regolarmente sui temi di salute. Sono principalmente o donne (35 - 54
anni) o persone con scolarità medio-alta/alta, che si informano
regolarmente sui temi della salute attraverso trasmissioni radiotelevisive
(23% della popolazione), leggendo quotidiani e inserti specializzati (17%
della popolazione), utilizzando almeno 3 canali informativi su quattro.
Il 32% della popolazione non si informa mai o raramente sui temi della
salute (e utilizza al massimo un canale informativo), sono in prevalenza
uomini o persone con meno di 34 anni o a bassa scolarità.
La stragrande maggioranza della popolazione vorrebbe più informazioni
sul farmaco. Il 70% della popolazione leggerebbe le informazioni sui farmaci
se il Ministero della salute o un altro organismo pubblico le distribuisse.
Ben il 55% di questa percentuale (70% della popolazione) lo farebbe regolarmente
a prescindere dai propri problemi medici, il 35% dopo essere stato visitato
dal medico e il 34% prima della visita.
Il 23% della popolazione, quando pensa di avere un problema di salute,
si informa "sempre/quasi sempre" prima di andare dal medico
curante, un ulteriore 17% si informa "saltuariamente" prima
della visita medica. Chi si informa regolarmente lo fa nel 47% dei casi
con mezzi tradizionali (tv, riviste, libri
) e nel 32% dei casi su
internet. Il 28% invece si consulta con amici o parenti che hanno condiviso
lo stesso problema di salute.
Il 33% della popolazione ha preso informazioni sul farmaco anche dopo
la prescrizione del medico. Di questi ben il 77% ha letto il foglietto
illustrativo, il 24% ne ha parlato con amici/parenti, il 14% ne ha parlato
con il farmacista. Il 10% ha navigato su Internet.
COMUNICATO STAMPA
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