BOLLETTINO
D'INFORMAZIONE SUI FARMACI, N. 6/2008
Fonte: AIFA. Gennaio 2009
E'
disponibile il nuovo numero del BIF
dell'Agenzia Italiana del Farmaco.
Farmaci, etica, Servizio Sanitario Nazionale (SSN): tre ambiti di riflessione
allineati, che si richiamano a vicenda. Una prima formulazione del loro
reciproco intersecarsi si potrebbe riassumere in una frase elementare:
il SSN mette a disposizione dei cittadini i farmaci necessari, addossandone
il costo alla comunità, e questa è una cosa buona, un gran
punto a favore della eticità della nostra società.
Esattamente da trentanni con la legge 833 che ha sostituito
il sistema delle mutue con un servizio sanitario universalistico
i cittadini italiani godono del privilegio di potersi curare con i farmaci
di cui hanno bisogno senza controllare prima nel portafoglio se hanno
i soldi per pagarseli. Uno sguardo in giro per il mondo conferma che si
tratta proprio di una situazione privilegiata. Veniamo informati che in
Cina allingresso degli ospedali sono esposti tabelloni con il prezzo,
aggiornato, dei farmaci: chi ne ha bisogno deve fare i conti con le proprie
risorse economiche. Allaltro capo del mondo, abbiamo il sistema
sanitario degli Stati Uniti. Lo stato di sofferenza di milioni di cittadini
ha trovato voce nel discorso del presidente Baraci Obama dopo la vittoria:
Anche se siamo qui a festeggiare, sappiamo che in questo stesso
momento ci sono madri e padri che restano svegli chiedendosi se ce la
faranno a pagare il mutuo o il conto del medico.... Per gli italiani
che rischiano di scivolare sotto la soglia di povertà la causa
può essere il mutuo, ma non le ricette del medico. I drammi per
la mancata copertura sanitaria che già denunciava il film di Michael
Moore, Sicko, non si registrano a casa nostra.
Possiamo essere legittimamente fieri della nostra società, che
rende possibile un accesso così ampio ai farmaci. Questa prima
formulazione del rapporto che tiene insieme farmaci, etica e buona sanità
è unaffermazione vera, ma incompleta. La definizione stessa
di buona medicina è diventata più complessa.
Ne abbiamo un segnale chiaro nella definizione della qualità professionale
del medico contenuta nella più recente formulazione del Codice
deontologico dei medici (2006). La risposta alla domanda: Quando
un medico può essere detto un buon medico è triplice.
Secondo larticolo 6, il medico agisce secondo il principio
di efficacia delle cure nel rispetto dellautonomia della persona
tenendo conto delluso appropriato delle risorse. In altre
parole: si può chiamare buon medico solo il professionista
che prescrive 1) le cose giuste, 2) nel modo giusto, 3) a tutti quelli
che hanno diritto e bisogno. La qualità professionale si misura
quindi con tre parametri. Ciò vale per il sistema sanitario nel
suo insieme, e per luso dei farmaci in particolare. Letica
dei farmaci richiede che siano prescritti i farmaci giusti,
ossia di provata efficacia. Il rigore nella scelta dei farmaci, validati
in base a prove scientifiche (evidence based) è una conquista recente.
In passato le preferenze dei sanitari potevano essere guidate da criteri
molto lontani dalle prove di efficacia. Una pagina del romanzo di Giuseppe
DAgata: Il medico della mutua (1964) è istruttiva nel riconoscere
un certo clima tuttaltro che raro nellambito sanitario. Quando
il giovane medico si reca, per fare pratica, in un ospedale, riceve istruzioni
da un collega più esperto: Ho visto che in questo caso la
strofantina serve poco. Risponde meglio la digitale. Ma non dirlo al Primario.
Alla richiesta da parte dellinesperto medico della mutua, precisa:
Non vuole che si usi la digitale. Quelli della clinica sono per
la digitale. Noi siamo per la strofantina. Siamo due scuole cardiologiche.
Non nominare mai la digitale di fronte al Primario.
La rivoluzione dellEBM era alle porte: passando dal regime mutualistico
al SSN sarebbe diventata una necessità. Lesigenza dellequità
allocativa (le cure, i farmaci... a tutti quelli che hanno diritto
e bisogno) favorisce ladozione da parte di un servizio sanitario
universalistico di un criterio di efficacia provata. Non sono più
accettabili preferenze personali del sanitario di natura arbitraria: neppure
quelle che nascono da una fedeltà di scuola o di allineamento allinsegnamento
di un Maestro. Tanto meno sono tollerabili prescrizioni nelle quali si
riversa un interesse del medico. Nellultima revisione del Codice
deontologico dei medici, larticolo dedicato al conflitto di
interesse (art. 30) è stato completato da una specifica linea-guida
applicativa: linteresse primario, qual è la salute
dei cittadini non deve essere indebitamente influenzato da
un interesse secondario, quale può essere quello delle aziende
farmaceutiche. Il farmaco è e continuerà ad essere un bene
prezioso: è inevitabile perciò che sia oggetto di compravendita.
Ma la presenza di un servizio sanitario pubblico interferisce con le leggi
del mercato. Soprattutto se, accogliendo le indicazioni fondamentali del
padre nobile dellEBM, lepidemiologo Archibald Cochrane, il
SSN si impegna a rendere accessibili a tutti i farmaci dei quali sia stata
provata lefficacia. Di fatto questo è lo scenario attuale,
se si considera che nel nostro Paese il 75% dei farmaci in commercio è
pagato dal SSN. Semplificando un po, ma senza distorcere la realtà,
possiamo affermare che due terzi dei farmaci di provata efficacia sono
garantiti ai cittadini, indipendentemente dalle loro capacità di
spesa.
Un altro parametro della qualità professionale, così come
la richiede la sanità dei nostri giorni, è che le cure siano
somministrate nel modo giusto, ovvero con quel rispetto dellautonomia
della persona richiesto dal Codice deontologico. Anche nella somministrazione
dei farmaci. Non è in gioco solo il rispetto formale di quelle
regole riconducibili al consenso informato. Da sempre linformazione
fornita ai pazienti circa gli effetti dei farmaci è condita di
scetticismo e ironia, tanto da indurre qualcuno ad etichettare come bugiardini
i foglietti illustrativi allegati alle confezioni dei medicinali. Il modo
giusto richiesto dalla cultura del nostro tempo esige il superamento
della modalità paternalistica di esercizio della medicina.
La prescrizione del farmaco, che mette il medico in posizione di forza
per conoscenze e per legittimazione sociale può rafforzare
la dipendenza del paziente. Il farmaco potrebbe diventare invece un momento
importante del nuovo modello di rapporto, che viene riassunto nellespressione
empowerment del cittadino. Non nel senso che questi sia autorizzato
ad autoprescriversi il farmaco, ma sia piuttosto legittimato nellassumere
una posizione di interlocutore responsabile. Il paziente può e
deve essere incoraggiato a rivolgere domande al medico, ad acquisire tutte
le informazioni che possono essergli utili, a fornire a sua volta al medico
le informazioni sullefficacia e gli effetti dei farmaci assunti.
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