Da pochi
giorni è disponibile in Italia epoetina teta (Eporatio),
un farmaco indicato per il trattamento dell'anemia associata a chemioterapia
e dell'anemia renale, nei pazienti in predialisi e dialisi. L'efficacia
è stata dimostrata anche a basse dosi e con una sola somministrazione
alla settimana, per via sottocutanea. L'approvazione dell'EMA, rilasciata
nell'ottobre del 2009, è valida in tutti i Paesi dell'UE.
Ottenuto mediante la tecnologia del DNA ricombinante, il farmaco è
sviluppato e prodotto da Ratiopharm. Epoetina teta agisce nell'organismo
in modo analogo all'eritropoietina umana, l'ormone secreto dai reni per
stimolare la produzione di globuli rossi.
L'autorizzazione all'immissione in commercio è stata concessa dall'Autorità
regolatoria europea sulla base dei risultati positivi degli studi clinici
di confronto tra epoetina teta ed epoetina beta, nelle due indicazioni
principali. Dai trial è emerso che i due farmaci sono ugualmente
efficaci; la terapia con epoietina theta si è inoltre rivelata
sicura e non ha dato problemi di immunogenicità.
Negli studi condotti su oltre 500 pazienti oncologici con anemia, in corso
di trattamento chemioterapico, i ricercatori hanno utilizzato per epoetina
teta un nuovo schema posologico, partendo con una dose d'attacco più
bassa, pari a 20.000 UI a settimana per il primo mese, e aumentando successivamente
il dosaggio a 40.000 UI, solo se il paziente non rispondeva alla terapia.
Questo protocollo ha consentito di ridurre di circa il 25% la quantità
di farmaco somministrata ai pazienti, rispetto al gruppo trattato con
epoetina beta.
Nel trattamento dell'anemia renale, epoietina theta è stata studiata
su oltre 1.000 pazienti: per somministrazione sottocutanea nei pazienti
non ancora dializzati e per somministrazione endovenosa in quelli in emodialisi.
Altri studi hanno indagato la sicurezza di epoetina teta in trattamenti
a lungo termine, fino a 15 mesi, nell'indicazione dell'anemia renale in
pazienti in predialisi o in emodialisi. I risultati ottenuti sono stati
positivi, con livelli di emoglobina stabili: in entrambe le categorie
di pazienti, si è potuto mantenere costante il dosaggio per un
periodo di trattamento prolungato, senza perdere in efficacia.
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