OSTEOPOROSI: LINEE GUIDA BASATE SU UNA NUOVA DEFINIZIONE DEL RISCHIO DI FRATTURE



NATIONAL OSTEOPOROSIS FOUNDATION RELEASES NEW CLINICAL RECOMMENDATIONS FOR LOW BONE MASS AND OSTEOPOROSIS INCORPORATING ABSOLUTE FRACTURE RISK
Fonte: National Osteoporosis Foundation (www.nof.org). 21 febbraio 2008


La National Osteoporosis Foundation ha pubblicato le linee guida sul management dell'osteoporosi, nelle quali la valutazione del rischio, oltre al tradizionale approccio basato sulla densitometria ossea, tiene conto dei fattori individuali in grado di influenzare il profilo di rischio di ciascun paziente.

La National Osteoporosis Foundation (NOF) sta diffondendo la nuova guida indirizzata ai medici per la prevenzione ed il trattamento dell'osteoporosi, che costituisce un netto punto di svolta nel modo di valutare e trattare coloro che sono colpiti da riduzione della massa ossea, osteoporosi ed elevato rischio di frattura.
Le nuove linee guida sono per la prima volta destinate, oltre che alla cura delle donne caucasiche in post-menopausa, anche al trattamento di afro-americane, asiatiche e latine e si rivolgono anche agli uomini con più di 50 anni.
L'osteoporosi è un problema maggiore di salute pubblica che ha negli USA un impatto sia medico che economico. Le fratture causate da osteoporosi o da perdita di massa ossea possono portare a dolore cronico, disabilità e anche a morte, nonché a disturbi psicologici, depressione in primis. Ogni anno la fratture ossee secondarie a queste patologie causano più di 432.000 ricoveri, quasi 2,5 milioni di visite mediche e richiedono circa 180.000 visite domiciliari di infermiere.

Le nuove linee guida applicano un algoritmo di recente pubblicazione da parte dell'OMS, chiamato FRAX® relativo al rischio assoluto di frattura. Tale algoritmo è inoltre utilizzato come modello di rischio di frattura a 10 anni e come probabilità di incorrere in una frattura nei 10 anni successivi.
La metodologia della determinazione del rischio di frattura fornisce un metodo marcatamente migliorato per assicurare che le persone a maggiore rischio di frattura siano trattate. Questi soggetti includono le donne in post-menopausa e gli uomini più anziani con una diagnosi di osteoporosi, basata su un T-score inferiore a 2.5 DS rispetto al valore medio normale di una popolazione giovane alla densitometria ossea (BMD) del femore o della colonna, o coloro con una diagnosi clinica sostenuta da una frattura dell'anca o della spina dorsale. In più, i calcoli sul rischio assoluto di frattura aiutano a risolvere molte delle questioni circa la gestione delle persone con una ridotta massa ossea (osteopenia). Queste persone hanno un T score relativo al BMD compreso tra -1,0 e -2,5.
L'algoritmo dell'OMS tiene conto non solo nella densitometria ossea dell'anca, ma anche di nove fattori di rischio clinici specifici per osteoporosi e per le fratture correlate. Il NOF ha adattato questo algoritmo alla situazione degli Stati Uniti e ha incluso, oltre ai dati relativi alle fratture conseguenti e di mortalità americani, anche l'analisi costo/beneficio per determinare se è vantaggioso trattare una persona osteoporotica con i medicinali al fine di prevenire una frattura.
Nel prossimo futuro, alcune macchine con la tecnica DXA (dual-energy x-ray absorptiometry), che misurano la densità minerale dell'anca e della colonna vertebrale, dovrebbero essere in grado di fornire un resoconto che dia informazioni sul rischio assoluto di fratture di una persona, inserendo nel software della macchina anche l'algoritmo dell'OMS modificato dal NOF. In alternativa, i medici possono anche inserire il T-score del BMD di un paziente e altre informazioni sui fattori di rischio in una versione web semplificata dell'algoritmo, direttamente dal loro ufficio, ottenendo in pochi secondi il rischio assoluto di frattura. L'informazione sul rischio assoluto aiuterà il medico e il paziente a decidere se intraprendere un trattamento farmacologico.

La nuova guida include inoltre raccomandazioni per i medici sulla tempistica per effettuare i test densitometrici, la valutazione clinica, i fattori di rischio per le cadute e raccomandazioni universali per la prevenzione dell'osteoporosi. Il NOF riassume le raccomandazioni universali in 5 passi per la salute delle ossa.
Questi raccomandano alle persone di:

1.
Assumere la dose giornaliera raccomandata di vitamina D
2.
Impegnarsi regolarmente nel controllo del peso e nel rafforzamento muscolare
3.
Evitare il fumo e il consumo eccessivo di alcol
4.
Parlare con il proprio medico circa la salute ossea
5.
Effettuare un test di densità ossea ed assumere i medicinali, se necessario

La nuova guida raccomanda che gli adulti con più di 50 anni assumano 1.200 mg di calcio e 800-1000 UI di vitamina D3 al giorno. La vitamina D3, o colecalciferolo, è la forma della vitamina che meglio sostiene la salute delle ossa.
La guida per i medici è stata messa a punto da un comitato di esperti del NOF in collaborazione con un consiglio di esperti in varie discipline attinenti al campo della salute delle ossa. Le raccomandazioni fornite sono intese a servire da riferimento per le decisioni mediche da prendere sui singoli pazienti. Tali raccomandazioni non vanno invece intese come rigidi standard, limiti o regole e non devono essere interpretate come standard di qualità.

Le raccomandazioni specifiche per i medici sono le seguenti:

informare i pazienti sui rischi dell'osteoporosi e sulle fratture secondarie
gestire le cause di osteoporosi secondaria (per esempio l'artrite reumatoide)
incoraggiare i pazienti ad dosi adeguate di calcio (>=1200 mg/die, integrando con supplementi laddove ciò si renda necessario) e vitamina D (800 - 1000 UI/die di vitamina D3 nei soggetti a rischio di assunzione inadeguata)
suggerire il controllo del peso ed esercizi di rinforzo muscolare al fine di ridurre il rischio di cadute accidentali e fratture
esortare i pazienti a smettere di fumare e a limitare il consumo di alcool
prescrivere alle donne di età >=65 anni e agli uomini >=70 anni, indipendentemente dalla presenza di fattori di rischio clinici, di effettuare test densitometrici sull'osso
prescrivere la densitometria ossea alle donne giovani in postmenopausa e agli uomini tra i 50 e 70 anni con un elevato profilo di rischio
prescrivere la densitometria ossea ai pazienti che sono andati incontro a una frattura prima dei 50 anni per determinare il grado di severità raggiunto della malattia
indicare la densitometria ossea in alcune specifiche condizioni quali: artrite reumatoide, impiego cronico di steroidi o di altri farmaci capaci di ridurre la massa ossea, valutazione relativa al trattamento farmacologico dell'osteoporosi, monitoraggio degli effetti del trattamento, valutazione delle donne in età menopausale che hanno sospeso la terapia ormonale sostitutiva
iniziare un trattamento in pazienti con fratture dell'anca o vertebrali (cliniche o morfometriche)
iniziare un trattamento, dopo opportuna valutazione, in soggetti con un valore di densitometria ossea (BMD) del femore, dell'anca o della colonna con T-score inferiore a 2,5
iniziare un trattamento in donne in postmenopausa e in uomini ?50 anni con massa ossea ridotta o osteopenia (BMD T-score tra - 1 e 2,5 DS al collo del femore, all'anca o alla colonna) e con una probabilità di frattura dell'anca a 10 anni >=3% oppure con una probabilità di rischio di fratture maggiori >20%, calcolati sulla base del modello di rischio assoluto di fratture del OMS
i farmaci approvati dalla Federal Drug Administration per prevenzione e trattamento dell'osteoporosi includono i bifosfonati, la calcitonina, la terapia ormonale sostitutiva, il raloxifene e il PTH 1-34. I benefici anti-frattura di questi farmaci sono stati studiati soprattutto su donne con osteoporosi post-menopausale e nel caso dei bifosfonati, per somministrazioni giornaliere. Non sono disponibili dati relativi alle fratture negli uomini e sono carenti anche le informazioni riguardanti i benefici sull'osteoporosi secondaria all'uso di steroidi.
si raccomanda di effettuare test densitometrici per il monitoraggio della perdita di massa ossea ogni 2 anni, presso centri siano in grado di garantire una buona qualità nella misurazione. I soggetti in terapia devono eseguire una BMD ogni 2 anni dall'inizio della terapia e, successivamente, sottoporsi a controlli periodici ogni 2 anni.
le terapie fisiche e riabilitative possono ridurre la disabilità e limitano il rischio di cadute nei soggetti con osteoporosi.