UN CONSENSUS DELLE SOCIETA' SCIENTIFICHE AMERICANE ACCF/ACG/AHA CONFRONTA I RISCHI GASTROINTESTINALI DELLA TERAPIA ANTIPIASTRINICA ED ANTINFIAMMATORIA



ACCF/ACG/AHA 2008 EXPERT CONSENSUS DOCUMENT ON REDUCING THE GASTROINTESTINAL RISKS OF ANTIPLATELET THERAPY AND NSAID USE: A REPORT OF THE AMERICAN COLLEGE OF CARDIOLOGY FOUNDATION TASK FORCE ON CLINICAL EXPERT CONSENSUS DOCUMENTS
Bhatt DL, Scheiman J, Abraham NS, et al.
Circulation Pubblicato on-line il 3 ottobre 2008



Secondo il nuovo consensus delle società scientifiche American College of Cardiology, American Heart Association ed American College of Gastroenterology, gli inibitori della pompa protonica (PPI) dovrebbero rappresentare il pilastro del trattamento e della prevenzione di ulcere gastrointestinali (GI) e sanguinamenti nei pazienti in terapia antipiastrinica che sono ad altro rischio di complicanza GI.

Il report completa le linee guida basate sulle evidenze in un'area per cui c'è scarsità di dati clinici provenienti da sperimentazioni di qualità: come gestire l'arma a doppio taglio della soppressione delle prostaglandine indotta da aspirina (ASA) e da altri farmaci antinfiammatori non steroidei (nonsteroidal anti-inflammatory drugs, NSAID), inclusi gli inibitori della ciclossigenasi-2 (COX-2), nei pazienti che assumono antiaggreganti piastrinica. Questi agenti sono antinfiammatori e, in particolare l'ASA, possono ridurre il rischio trombotico vascolare, ma possono anche promuovere la formazione di ulcere GI e sanguinamento Altri antipiastrinici, quali clopidogrel, possono peggiorare il sanguinamento GI.

Nel report si afferma che "data l'alta prevalenza della terapia antipiastrinica nella pratica clinica, insieme ad un'aumentata enfasi sul suo uso esteso, specialmente dopo impianto di uno stent medicato, è fondamentale che i medici conoscano i benefici potenziali ed i rischi associati di questa terapia per la prevenzione primaria e secondaria degli eventi ischemici cardiaci, quando combinata con i NSAID". Il consensus vede la partecipazione di cardiologi e gastroenterologi chiamati in campo per affrontare questo problema di sicurezza.
Vengono identificati diversi gruppi di pazienti in terapia con antipiastrinici in cui il rischio GI è particolarmente alto e che quindi dovrebbero beneficiare dall'assunzione di un PPI. I gruppi ad alto rischio includono pazienti con una storia di ulcera, sanguinamento GI, la necessità di un trattamento combinato con due antiaggreganti piastrinica, o una indicazione per warfarin o altri anticoagulanti.

Altri punti e raccomandazioni riportati nel documento:

Tutti i NSAID, inclusi gli inibitori COX-2, aumentano il rischio di ulcere GI e sanguinamento quando combinati con ASA, assunto cronicamente per cardioprotezione
ASA, da parte sua, aumenta il rischio di eventi al tratto GI superiore e dovrebbe essere limitato a 81 mg/die
I pazienti a rischio dovrebbero essere trattati con un PPI; dovrebbero esse valutati i soggetti con una storia di ulcere e sottoposti, se appropriato, all'eradicazione dell'Helicobacter pilori prima di iniziare la terapia antipiastrinica
La sostituzione di aspirina con clopidogrel non elimina il rischio di sanguinamenti GI e non è efficace come la combinazione di ASA e PPI
I PPI, quali lansoprazolo e omoprazolo, sono preferibili a misoprostolo, sucralfato, o antagonisti del recettore H2 dell'istamina, sia per la prevenzione e il trattamento delle lesioni gastroduodenali associate ad ASA e altri NSAID
La comunicazione tra cardiologi, gastroenterologi e medici di medicina generale è importante per soppesare i rischi di ischemia e sanguinamento nel singolo paziente che necessita una terapia antipiastrinica, che però è a rischio di sviluppare eventi avversi GI significativi