Un
brusco abbassamento delle temperature può comportare modifiche
fisiologiche, un picco di casi di ipotermia e soprattutto un aggravamento
di patologie preesistenti. L'adattamento al freddo attiva meccanismi difensivi
che possono diminuire o ritardare l'efficacia dei farmaci.
I soggetti più fragili si adattano più lentamente e con
maggior difficoltà a temperature estremamente basse. È il
caso delle persone anziane, specie se affette da patologie croniche e
in particolare chi soffre di malattie cardiovascolari, respiratorie (tra
cui l'asma) o neuropsichiatriche.
Si deve tener conto che per alcune categorie di farmaci esistono rischi:
1) I
neurolettici, i barbiturici e le benzodiazipine
possono aggravare l'ipotermia alterando la termoregolazione centrale;
mentre certi
antidepressivi e tutti i vasodilatatori peggiorano
l'ipotremia alterando la termoregolazione periferica, perché limitano
la risposta vasocostrittrice.
2) Alcuni
neurolettici possono indurre direttamente
l'ipotermia.
3) Il freddo, inoltre, riduce l'assorbimento dei principi attivi somministrati
con cerotti o per via sottocutanea
4) Sedativi e benzodiazipine, invece, possono indirettamente aggravare
gli effetti delle basse temperature riducendo la vigilanza rispetto alla
sensazione di freddo.
La conoscenza dell'insieme dei fattori di rischio, compreso il trattamento
farmacologico già in corso, consente di proporre adeguate misure
preventive.
USO
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