Rothwell
P.M, Eliasziw M, Gutnikov S.A, Fox A J, and Barnett H.J.M. The Lancet 2003;
361:107-116 RIASSUNTO
CONTESTO
L'endoarterectomia riduce il rischio di infarto in alcuni pazienti con stenosi
carotidea interna di recente sintomatologia. I ricercatori hanno dato diverse
indicazioni sul grado di stenosi al di sopra del quale l'intervento chirurgico
si dimostra efficace, vista la difficoltà di uniformare i dati sulla misurazione
della stenosi, ottenuti con metodi diversi nell'ambito di più trial. Per
stimare in modo accurato l'effetto globale dell'intervento chirurgico, gli autori
dello studio hanno raggruppato i dati dei trial e rivalutato gli angiogrammi carotidei. METODI
Sono stati presi in esame i risultati degli studi ECST (European Carotid Surgery
trial), NASCET (North American Symptomatic Carotid Endarterectomy Trial) e VA309
(Veteran). RISULTATI I ricercatori hanno valutato i dati di 6092 pazienti,
con un follow-up di 35000 anni-uomo, dai quali è emerso che:, in soggetti
con meno del 30% di stenosi, la chirurgia ha accresciuto il rischio a 5 anni di
ictus ischemico ipsilaterale (n=1746, variazione del rischio assoluto + 2,2%,
p=0,05), mentre non ha avuto alcun effetto nel caso di pazienti con il 30-40%
di stenosi (n=1429, con una riduzione del rischio del 3,2%, p=0,6). Un beneficio
marginale è stato riscontrato nel caso di stenosi del 50-69% (n=1549, [RRA]
4,6%, p=0,04), mentre il massimo dell'effetto si è avuto nei soggetti con
il 70% di stenosi o più senza occlusione totale (n=1095, [RRA] 16,0%, p<0,001).
L'intervento chirurgico ha portato ad un beneficio in pazienti con una quasi completa
occlusione al follow up di due anni (n=262, [RRA] 5,6%, p=0,19), ma non al follow
up di cinque anni (n=262, [RRA] -1,7%, p=0,9). INTERPRETAZIONE La rianalisi
dei trials con gli stessi dati e le stesse definizioni ha prodotto risultati concordanti.
L'intervento chirurgico produce benefici nei pazienti con una stenosi sintomatica
del 50-69%, risulta altamente vantaggioso per quelli con il 70% o più di
stenosi sintomatica ma senza occlusione. I vantaggi in soggetti con occlusione
risultano marginali a breve termine e incerti a lungo termine. COMMENTO
Negli Stati Uniti la percentuale di endoarterectomia carotidea risulta più
che raddoppiata da quando sono stati resi noti i dati positivi di grandi trial
controllati e randomizzati. Nel 1998 sono stati eseguiti all'incirca 150.000 interventi
chirurgici, metà dei quali per stenosi carotidea di recente sintomatologia.
Il numero di endoarterectomie risulta aumentato anche in Europa. Sono stati
effettuati ben cinque studi randomizzati di endoarterectomia carotidea e di questi,
i primi due, risalenti a 20 anni fa, hanno coinvolto un ridotto numero di soggetti,
un'alta percentuale di pazienti con sintomi non carotidei, e i risultati non sono
stati stratificati in base alla gravità della stenosi. Nel 1991, il trial
VA309 (Veteran) ha evidenziato una tendenza non significativa a favore della chirurgia,
ma è stato interrotto troppo presto di fronte ai risultati iniziali di
due altri studi più grandi, l'ECST (European Carotid Surgery Trial) e il
NASCET (North American Symptomatic Carotid Endarterectomy). I ricercatori dell'
ECST hanno messo in evidenza un beneficio dalla chirurgia soltanto in pazienti
con una stenosi dell'80% o più, e nelle donne con un restringimento vascolare
del 90% o più. Le linee guida europee si basano su questi ultimi risultati.
Tuttavia i dati emersi dallo studio NASCET hanno mostrato un effetto positivo
in soggetti con una stenosi del 50% o più, e le linee guida del Nord America
fanno riferimento a questi risultati più recenti. Le differenze tra
gli esiti dei trial sono dovute soprattutto alle diverse tecniche di misurazione
del grado di stenosi carotidea effettuata su angiogrammi pre-randomizzazione;
il metodo usato nello studio ECST produce valori più alti rispetto alla
metodica usata nel NASCETe nel VA309. Lo scopo di questo lavoro è stato
quello di determinare nel modo più preciso possibile l'efficacia e la durata
della endoarterectomia a partire dal grado di stenosi carotidea. Sono stati quindi
raggruppati i dati dei singoli pazienti inclusi nei tre diversi trial, rianalizzati
gli angiogrammi originali, utilizzando però uno stesso metodo di misurazione
della stenosi. Questa rivalutazione ha evidenziato come un grado di stenosi superiore
al 50% comporti un risultato positivo dell'intervento chirurgico, anche se soggetti
con una stenosi del 50-69% hanno un beneficio minore rispetto a quelli con un
grado di occlusione attorno al 70% o più. Pazienti con una occlusione carotidea
quasi completa si comportano in modo differente rispetto a quelli con una stenosi
del 70% o più, e sembrano inoltre presentare un rischio più basso
di ictus se in terapia. L'evidenza suggerisce che l'intervento chirurgico in soggetti
da questo tipo risulta avere un effetto del tutto marginale. In sommario sembra
del tutto condivisibile che la endoarterectomia della carotide con il 70% o più
di occlusione possa essere considerata come una scelta elettiva. Per i soggetti
con ostruzione tra il 50% e il 69%, il beneficio di tale intervento è ancora
presente. |