ORAL XIMELAGATRAN FOR SECONDARY PROPHYLAXIS AFTER MYOCARDIAL INFARCTION:
THE ESTEEM RANDOMISED CONTROLLED TRIAL

Fonte: Lancet

Sono stati presentati a Vienna al congresso della Società Europea di Cardiologia e pubblicati su Lancet i risultati di uno studio randomizzato di fase II che hanno dimostrato una prevenzione più efficace delle recidive nei pazienti post-infartuati con l'aggiunta dell'inibitore orale della trombina, ximelagatran all'aspirina, in confronto alla terapia con solo aspirina.
Si tratta dello studio ESTEEM (Efficacy and Safety of the Oral Direct Thrombin Inhibitor Ximelagatran in Patient with Recent Myocardial Damage), un trial di fase II che ha valutato quattro dosi di ximelagatran, un nuovo anticoagulante orale. Sono stati arruolati 1883 pazienti con infarto miocardio (IM) (con o senza elevazione del segmento ST) che sono stati randomizzati al trattamento con placebo o con una delle quattro dosi (24, 36, 48 o 60 mg) di farmaco, somministrate due volte al giorno per sei mesi. Il trattamento è stato iniziato 14 giorni dopo l'occorrenza dell'evento, come continuazione della somministrazione di eparina a basso peso molecolare. I pazienti avevano anche un profilo ad alto rischio, che includeva l'età avanzata, diabete, o ipertensione. Tutti ricevevano 160 mg/die di aspirina e una terapia post-IM ottimale (statine, ACE-inibitori).
L'end point primario era l'insieme di mortalità per tutte le cause, IM non fatale, e gravi recidive di ischemic.
Il dosaggio di 24 mg, due volte al giorno, si è dimostrato il più efficace con il minor numero di effetti collaterali, tra cui i più rilevanti sono stati sanguinamento ed innalzamento degli enzimi epatici. Il successivo studio di fase III proseguirà con questa dose.
Questo farmaco è attualmente molto studiato a causa della scarse potenzialità di interazioni con il cibo e altri farmaci e perché non è richiesto alcun monitoraggio della coagulazione, per cui può essere somministrato a dose fissa.
Sarà studiato nello studio THRIVE per valutare la sua efficacia nella prevenzione a lungo termine del tromboembolismo venoso e nello studio SPORTIF, in confronto a warfarina, nella prevenzione dell'ictus in pazienti con fibrillazione atriale.