Fonte:
heartwire, settembre 2004
All'ultimo congresso della Società Europea di Cardiologia sono
stati presentati i dati dello studio MOSES (Morbidity and Mortality
After Stroke: Eprosartan versus Nitrendipine in Secondary Prevention)
finalizzato a valutare l'ipotesi che eprosartan fosse più efficace
di nitrendipina nel ridurre la mortalità e la morbilità
cardiovascolare (CV) e cerebrovascolare (CBV) in pazienti ipertesi con
un ictus precedente, pur raggiungendo lo stesso grado di controllo pressorio.
Eprosartan, appartenente alla classe dei sartani, è un antagonista,
non tetrazolico, non bifenilico, dei recettori dell'angiotensina II; nitrendipina
è un calcio-antagonista appartenente alla classe chimica delle
diidropiridine.
I risultati hanno dimostrato che eprosartan offre vantaggi significativamente
superiori a nitrendipina nella prevenzione di eventi futuri.
Lo studio MOSES ha randomizzato più di 1.400 pazienti, in Germania
ed Austria, al trattamento con eprosartan 600 mg/die o nitrendipina 10
mg/die per raggiungere uno stato di normotensione. Altri farmaci antipertensivi
potevano essere associati se necessario, a partire da un diuretico, poi
un beta-bloccante, quindi un alfa-bloccante. Il follow-up è durato
mediamente 2,5 anni; nella maggior parte dei pazienti l'evento qualificante
per l'arruolamento si era verificato entro l'anno dall'inizio dello studio.
La riduzione della pressione arteriosa è stata simile nei due bracci,
mentre l'end point primario, una combinazione di mortalità totale
e di eventi CV e CBV, è stato più alto nel gruppo con nitrendipina,
quando venivano inclusi gli eventi ricorrenti.
Sono stati ottenuti i seguenti risultati:
EVENTI
PRIMARI E SECONDARI
Eventi |
Enosartan
(n)
|
Nitrendipina
(n)
|
p
|
Tutte
le morti e gli eventi CV e CBV, ricorrenti |
205
|
255
|
0,014
|
Tutti
gli eventi CBV, ricorrenti |
102
|
134
|
0,02
|
Tutti
gli eventi CV, ricorrenti |
77
|
101
|
0,06
|
Primi
eventi, tutti |
149
|
171
|
0,15
|
Primi
eventi, CBV |
80
|
89
|
0,42
|
Primi
eventi, CV |
60
|
84
|
0,03
|
La
maggiore efficacia di enosartan è evidente per quanto riguarda
l'end point primario e l'insorgenza di un primo evento CV.
Lo stesso autore sottolinea che la pressione sistolica basale era leggermente
più bassa nel gruppo di pazienti trattati con il sartano, rispetto
a quelli con il calcio-antagonista (150,7 mm Hg vs 152 mm Hg), deponendo
a favore di un rischio minore di avere un ictus nel primo gruppo, sebbene
il grado di controllo pressorio nei due gruppi sia stato della stessa
entità. Non è possibile affermare se questa differenza possa
essere responsabile di tutti i benefici osservati con eprosartan; tuttavia
i dati che avrebbero potuto aiutare a chiarire i risultati non sono stati
presentati (quali ad es. i valori pressori medi raggiunti nei due gruppi).
Lo studio conferma ancora una volta l'utilità di un trattamento
antipertensivo nella prevenzione delle malattie cardio e cerebrovascolari
e la bontà del farmaco eprosartan, ma, poiché solo una minoranza
di pazienti assumeva la monoterapia, è impossibile attribuire qualsiasi
beneficio ad un singolo farmaco. In questo senso lo studio MOSES soffre
degli stessi problemi di tutti i trials di confronto tra farmaci che hanno
cercato di correlare gli effetti su mortalità e morbilità
alla riduzione della pressione arteriosa.
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