ROSUVASTATINA NEI PAZIENTI ANZIANI CON INSUFFICIENZA CARDIACA SISTOLICA



ROSUVASTATIN IN OLDER PATIENTS WITH SYSTOLIC HEART FAILURE
Kjekshus J, Apetrei E, Barrios V, et al.
N Engl J Med 2007; pubblicato on-line il 5 novembre 2007



Rosuvastatina non si è dimostrata in grado di ridurre la mortalità e la morbilità cardiovascolari e per tutte le cause in pazienti anziani con insufficienza cardiaca sistolica; tuttavia si è osservata una riduzione del numero di ospedalizzazioni per cause cardiovascolari
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RIASSUNTO
CONTESTO I pazienti con insufficienza cardiaca sistolica generalmente vengono esclusi dalle sperimentazioni cliniche con statine. Gli eventi coronarici acuti non sono comuni in questa popolazione; le statine rappresentano teoricamente un rischio per questi pazienti.
METODI 5011 pazienti di almeno 60 anni con insufficienza cardiaca sistolica (New York Heart Association class II, III, or IV ischemic) sono stati assegnati in modo random al trattamento con 10 mg/die di rosuvastatina o placebo. L'end point primario composito era la morte per cause cardiovascolari, l'infarto del miocardio non fatale o l'ictus non fatale. Gli end point secondari includevano la morte per tutte le cause, qualsiasi evento coronarico e il numero di ospedalizzazioni.
RISULTATI Se confrontato con il gruppo placebo, il gruppo trattato con rosuvastatina mostrava una diminuzione dei livelli di colesterolo LDL (differenza tra gruppi 45,0%; p<0,001) e di proteina C reattiva ad alta sensibilità (differenza tra gruppi 37,1%; p<0,001). Durante un periodo medio di follow up di 32,8 mesi, l'end point primario si è verificato in 692 pazienti del gruppo rosuvastatina e in 732 nel gruppo placebo (hazard ratio 0,92; IC 95% 0,83-1,02; p=0,12) e sono morti, rispettivamente, 728 pazienti nel primo gruppo e 759 nel secondo (hazard ratio 0,95; 0,86-1,05; p=0,31). Non vi sono state differenze significative tra i due gruppi in termini di outcome coronarici o morte per cause cardiovascolari. In un'analisi secondaria pre-specificata vi erano meno ospedalizzazioni per cause cardiovascolari nel gruppo rosuvastatina (2193) rispetto al gruppo placebo (2564) (p<0,001). Nel gruppo rosuvastatina non c'è stato un eccesso di episodi di eventi avversi muscolari o di altro tipo.
CONCLUSIONI Rosuvastatina non riduce l'end point primario o il numero di decessi per tutte le cause in pazienti anziani con insufficienza cardiaca sistolica; d'altro canto il farmaco riduce il numero di ricoveri ospedalieri per ragioni cardiovascolari. Il farmaco non dà problemi in termini di sicurezza.