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IMPACT
OF TRIGLYCERIDE LEVELS BEYOND LOW-DENSITY LIPOPROTEIN CHOLESTEROL AFTER
ACUTE CORONARY SYNDROME IN THE PROVE IT-TIMI 22 TRIAL
Miller M, Cannon CP, Murphy SA, et al.
J Am Coll Cardiol 2008; 51:724-730
Una
nuova analisi del trial PROVE IT-TIMI 22 ha dimostrato che nei pazienti
in terapia con statina dopo una sindrome coronarica acuta, una trigliceridemia
<150 mg/dL era associate ad un rischio più basso di eventi CHD
ricorrenti.
RIASSUNTO
OBIETTIVO Lo scopo di questo studio era di valutare l'impatto di
un trattamento dei livelli di trigliceridi (TG) sul rischio di CHD dopo
una sindrome coronarica acuta (ACS).
CONTESTO Il trial PROVE IT-TIMI (Pravastatin or Atorvastatin
Evaluation and Infection Therapy-Thrombolysis In Myocardial Infarction)
22 aveva dimostrato che bassi livelli di C-LDL (<70 mg/dL) erano
associate ad una più ampia riduzione del rischio di eventi CHD
rispetto a livelli <100 mg/dL, dopo ACS. Tuttavia l'impatto di un effetto
sui trigliceridi non era ancora stato esplorato.
METODI Il trial PROVE IT-TIMI 22 ha preso in esame 4162 pazienti
ospedalizzati per ACS e randomizzati al trattamento con atorvastatina
80 mg/die o pravastatina 40 mg/die. La correlazione tra livelli in terapia
di TG e di C-LDL e l'end point composito di morte, infarto miocardico
(IM) e ACS ricorrente è stata determinata 30 giorni dall'insorgenza
della sindrome (presentazione dei sintomi).
RISULTATI Bassi livelli in terapia di TG (<150 mg/dL) erano
associati ad un rischio CHD ridotto, se confrontati con livelli superiori
in un'analisi univariata (hazard ratio [HR] 0,73; intervallo di confidenza
al 95% 0,62-0,87; p<0,001) e in un'analisi corretta (HR 0,80; 0,66-0.97;
p=0,025). Per ogni 10 mg/dL di decremento dei TG in terapia, l'incidenza
dell'end point composito era più bassa dell'1,6% o 1,4% (dopo aggiustamento
per C-LDL o C-non-HDL e altre covariate) (p<0,001 e p=0,01, rispettivamente).
Un rischio CHD più basso è stato anche osservato in presenza
di TG <150 mg/dL e C-LDL <70 mg/dL (HR 0,72; 0,54-0,94; p=0,017)
o bassi livelli di TG, C-LDL e proteina C-reattiva (<2 mg/L) (HR 0,59;
0,41-0,83; p=0,002).
CONCLUSIONI Livelli di TG in terapia <150 mg/dL erano associati
in modo indipendente ad un rischio inferiore di eventi CHD ricorrenti,
portando supporto all'ipotesi che il raggiungimento di una bassa trigliceridemia
può essere una considerazione aggiuntiva alla riduzione del C-LDL
nei pazienti dopo una sindrome coronarica acuta.
Stime del rischio di morte, infarto miocardico, e ACS ricorrente a 30
giorni dalla sindrome acuta usando differenti variabili continue (*)
Variabile
|
Stima
del rischio (IC 95%)
non corretta
|
Stima
del rischio (IC 95%)
corretta
|
p
Value
analisi corretta
|
C-LDL
|
1,040
(1,009-1,068)
|
1,016
(0,984-1,055) (°)
|
0,302
|
C-non-HDL
|
1,048
(1,024-1,073)
|
1,020
(0,986-1,055) (°°)
|
0,252
|
Trigliceridi
|
1,018
(1,011-1,026)
|
1,016
(1,007-1,025) (°)
|
<0,001
|
.
|
.
|
1,014
(1,003-1,025) (°°)
|
0,010
|
C-HDL-C
|
1,034
(0,959-1,114)
|
1,038
(0,952-1,132) (°)
|
0,401
|
.
|
.
|
1,031
(0,944-1,126) (°°)
|
0,497
|
CRP
|
1,008
(1,002-1,014)
|
1,004
(0,998-1,011) (°°)
|
0,195
|
(*)
Diminuzione relative per ciascuna modificazione di 10 mg/dL per C-LDL,
TG o C-HDL o di 1 mg/L per PCR.
(°) Il modello include C-LDL, TG, C-HDL, età, sesso, fumo,
ipertensione, diabete, obesità, precedente terapia statinica, precedente
ACS, malattia vascolare periferica ed effetto del trattamento.
(°°) Il modello include C-non-HDL, TG, C-HDL, PCR, età,
sesso, fumo, ipertensione, diabete, precedente terapia statinica, precedente
ACS, malattia vascolare periferica ed effetto del trattamento.
Rischio di morte, infarto miocardico, e ACS ricorrente
a 30 giorni dalla sindrome acuta con livelli di C-LDL <70 mg/dL e cut
point selezionati per TG e C-non-HDL
C-LDL
<70 mg/dL (+ Variabile) |
Pazienti
(N)
|
Frequenza
(%)
|
HR
(IC 95%)
non corretta
|
HR
(IC 95%) (°) corretta
|
p
Value
analisi corretta
|
TG
>=200 mg/dL |
603
|
20,3
|
1,00
|
0,76
(0,52-1,12)
|
0,170
|
TG
<200 mg/dL |
2,796
|
13,5
|
0,64
(0,53-0,78)
|
0,60
(0,45-0,81)
|
0,001
|
TG
>=100 mg/dL |
2,259
|
15,4
|
1,00
|
0,90
(0,71-1,14)
|
0,368
|
TG
<100 mg/dL |
1,140
|
13,4
|
0,85
(0,71-1,03)
|
0,82
(0,61-1,10)
|
0,189
|
C-non-HDL
>=130 mg/dL |
741
|
17,9
|
1,00
|
0,83
(0,26-2,63)
|
0,755
|
C-non-HDL
<130 mg/dL |
2,652
|
13,9
|
0,77
(0,63-0,93)
|
0,79
(0,61-1,02)
|
0,067
|
C-non-HDL
>=100 mg/dL |
1,676
|
16,5
|
1,00
|
1,07
(0,73-1,56)
|
0,722
|
C-non-HDL
<100 mg/dL |
1,718
|
13,1
|
0,79
(0,66-0,94)
|
0,83
(0,66-1,05)
|
0,123
|
PCR=proteina
C reattiva
(°) Aggiustata per bassi C-HDL, età, sesso, fumo, ipertensione,
diabete, obesità, precedente terapia statinica, precedente ACS,
malattia vascolare periferica ed effetto del trattamento confrontata con
più alti livelli di C-LDL e TG o C-non-HDL
Percentuale e proporzione di riduzione dei TG in pazienti trattati con
atorvastatina o pravastatina 30 giorni dopo ACS in funzione di cut point
definiti per C-LDL, TG e/o PCR
. |
Atorvastatina
80 mg
|
Pravastatina
40 mg
|
TG
riduzione |
media |
22,8%
|
0,7%
(*)
|
mediana |
30,3%
|
8,6%
(*)
|
C-LDL
<70 mg/dL |
72,5%
|
21,6%
(*)
|
TG
<150 mg/dL |
74,4%
|
56,3%
(*)
|
LDL-C
<70 mg/dL, TG <150 mg/dL |
56,1%
|
12,0%
(*)
|
LDL-C
<70 mg/dL, CRP <2 mg/L, TG <150 mg/dL |
35,0%
|
6,6%
(*)
|
(*)
p < 0.001 tra i due gruppi di trattamento
|