LO STUDIO SEAS E LA CORRELAZIONE TRA EZETIMIBE-SIMVASTATINA E RISCHIO DI CANCRO



  Lo studio SEAS mostra che l'associazione ezetimibe-simvastatina non è più efficace del placebo nel ridurre gli eventi cardiovascolari e gli eventi correlati alla valvola aortica in pazienti con stenosi valvolare asintomatica; inoltre è stato osservato un eccesso di cancri incidenti nel gruppo di pazienti in trattamento attivo rispetto al gruppo controllo. Quest'ultima evidenza non è stata confermata dalla metanalisi condotta sui dati intermedi dei trial IMPROVE-IT e SHARP con ezetimibe-simvastatina, attualmente in corso.


INTENSIVE LIPID LOWERING WITH SIMVASTATIN AND EZETIMIBE IN AORTIC STENOSIS
Rossebø AB, Pedersen TR, Boman K, et al.; the SEAS Investigators
N Engl J Med, pubblicato on line il 2 settembre 2008


RIASSUNTO
CONTESTO L'iperlipidemia è stata proposta come un fattore di rischio di stenosi della valvola aortica, tuttavia gli studi con agenti ipolipemizzanti hanno prodotto risultati contrastanti.
METODI E' stato condotto un trial randomizzato (sette Paesi europei, 173 centri), in doppio-cieco, che ha coinvolto 1873 pazienti con stenosi aortica asintomatica, da lieve a moderata. I pazienti sono stati trattati con simvastatina 40 mg/die più ezetimibe 10 mg/die o placebo. L'end point primario era un composito di eventi cardiovascolari maggiori, che comprendeva morte per cause CV, sostituzione della valvola, infarto miocardico non fatale, ospedalizzazione per angina pectoris instabile, insufficienza cardiaca, interventi di by-pass ed angioplastica ed ictus emorragico. Gli end point secondari erano eventi CV ischemici o correlati alla stenosi.
RISULTATI Durante un follow-up mediano di 52,2 mesi, l'end point primario è occorso in 333 pazienti (35,3%) nel gruppo con l'associazione simvastatina-ezetimibe e in 355 pazienti (38,2%) nel gruppo placebo (hazard ratio [HR] 0,96; intervallo di confidenza al 95% 0,83-1,12; p=0,59). La sostituzione della valvola aortica è stata effettuata in 267 pazienti (28,3%) nel gruppo trattato e in 278 pazienti (29,9%) nel gruppo controllo (HR 1,00; 0,84-1,18; p=0,97). Si sono verificati meno eventi CV ischemici nel gruppo trattato (148 pazienti) che nel gruppo placebo (187 pazienti) (HR 0,78; 0,63-0,97; p=0,02), principalmente a causa del più piccolo numero di paziente che sono stati sottoposti a by-pass. Nel gruppo trattato si sono verificati più eventi tumorali (11,1% vs 7,5%; p=0,01) e più morti per cancro (4,1% vs 2,5%, p= 0,05). Queste differenze non sembravano correlate ad una tipologia specifica di tumore e non diventavano maggiormente significative con un trattamento più prolungato.
CONCLUSIONI Simvastatina ed ezetimibe non hanno ridotto l'end point combinato di eventi ischemici e di eventi correlati alla stenosi valvolare in pazienti con stenosi aortica coronarica, sebbene abbia diminuito l'incidenza di eventi CV ischemici.



ANALYSES OF CANCER DATA FROM THREE EZETIMIBE TRIALS
Peto R, Emberson J, Landray M, et al.
N Engl J Med, pubblicato on line il 2 settembre 2008


RIASSUNTO
CONTESTO Cinque anni di terapia con statine riducono sostanzialmente i livelli di colesterolo LDL e, oltre questo periodo, diminuiscono l'incidenza di eventi cardiovascolari. I risultati dello studio SEAS (Simvastatin and Ezetimibe in Aortic Stenosis) hanno portato ad ipotizzare che l'aggiunta di ezetimibe alla terapia con statine per una maggiore riduzione del colesterolo LDL possa aumentare l'incidenza di cancro.
METODI Sono stati confrontati i risultati dell'analisi che ha generato la suddetta ipotesi relativi all'incidenza di cancro nel trial SEAS con un'analisi di dati analoghi provenienti da due ampi trial ancora in corso con lo stesso regime: SHARP (Study of Heart and Renal Protection) con 9264 pazienti (follow-up medio 2,7 anni) e IMPROVE-IT (Improved Reduction of Outcomes: Vytorin Efficacy International Trial), attualmente con 11.353 pazienti (follow-up medio 1 anno).
RISULTATI Nel trial SEAS l'assegnazione ad ezetimibe era associata ad un aumento di nuova comparsa di cancro (101 vs 65 pazienti) in differenti siti. Nei trial SHARP e IMPROVE-IT combinati non era evidente un eccesso complessivo di cancro (313 nel gruppo in trattamento attivo vs 326 nel controllo: risk ratio 0,96; intervallo di confidenza al 95% 0,82-1,12; p=0,61) e nessun significativo eccesso in qualsiasi sito particolare. Nei pazienti del gruppo trattato sono state osservate più morti per cancro, sebbene la differenza con il controllo non fosse significativa (97 vs 72; p=0,07), e meno casi di cancro non fatale, anche in questo caso senza differenza significativa (p=0,08). Non c'era evidenza di un trend nel risk ratio per l'incidenza di o morte per cancro con una durata maggiore del follow-up.
CONCLUSIONI I risultati disponibili dei tre trial non hanno fornito evidenze credibili di un qualsiasi effetto avverso di ezetimibe sull'incidenza di cancro. Follow-up di durata maggiore permetteranno che il bilancio rischi/benefici venga calcolato in modo più realistico.

SEAS: ogni cancro fatale o non fatale o morte per cancro
 
Trattamento attivo (n=944)
Controlli (n=929)
p (non aggiustato)
Ogni cancro fatale o non fatale (n)
101
65
0,006
percentuale per anno
2,7
1,7
-
Morte per cancro (n)
37
20
0,04
percentuale per anno
0,
0,5
-

IMPROVE-IT e SHARP: ogni cancro fatale o non fatale o morte per cancro

Trattamento attivo (n=10.319)
Controlli (n=10.298)
p (non aggiustato)
Ogni cancro fatale o non fatale (n)
313
326
0,61
percentuale per anno
1,7
1,8
-
Morte per cancro (n)
97
72
0,07
percentuale per anno
0,5
0,4
-




EDITORIALE

EZETIMIBE AND CANCER - AN UNCERTAIN ASSOCIATION
Drazen JM, D'Agostino RB, Ware JH, et al.
N Engl J Med, pubblicato on line il 2 settembre 2008



I trial randomizzati sono considerati lo strumento ottimale per determinare efficacia e sicurezza di nuovi farmaci. A volte, tuttavia, i trial randomizzati rilevano eventi avversi non previsti e non facilmente spiegabili sulla base delle conoscenze correnti. Un risultato inatteso di questo tipo potrebbe essere dovuto al caso e deve comunque essere confermato in studi di follow-up. Tuttavia quando un risultato non atteso solleva problemi di sicurezza su un farmaco, si determina uno stato di incertezza nei medici che non sanno come agire di conseguenza.
Il trial SEAS ha dimostrato che la terapia ezetimibe+simvastatina non è stata in grado di influenzare la progressione della stenosi aortica o di ridurre gli eventi clinici cardiovascolari, ad eccezione degli interventi di by-pass. Tuttavia è stato osservato un eccesso di cancri incidenti nel gruppo di pazienti in trattamento attivo rispetto al gruppo controllo (p=0,01). L'aumento riguardava diversi tipi di tumore (gastrointestinali, cutanei e prostatici). Anche la morte per cancro risultava aumentata, sebbene la significatività fosse borderline (p=0,05). I ricercatori hanno suggerito che la differenza potesse essere casuale, ma riconoscono che questi risultati non previsti debbano essere valutati con ulteriori studi. Utilizzando dati già esistenti (risultati intermedi dei trial SHARP ed IMPROVE-IT) le Clinical Trial Service Unit e le Epidemiological Studies Unit della Oxford University sono state in grado di intraprendere tali studi. Data l'ampia dimensione di questi trial, tuttavia, i ricercatori hanno fornito più dati relativi all'incidenza di cancro rispetto al trial SEAS, anche in pazienti con 3 anni o più di follow-up. Le analisi del gruppo di Oxford non hanno confermato l'aumentata incidenza di cancro osservata nel SEAS (p=0,61), anche se i casi fatali erano più numerosi nel gruppo trattato (differenza non significativa; p=0,07). Si deve sottolineare che nessuno dei tre trial era stato disegnato per stimare primariamente il rischio di cancro, sebbene la mortalità per cancro dovrebbe essere considerata un end point affidabile.
Quando i dati di mortalità per cancro dei tre trial sono stati combinati si osservava un aumento del rischio nel gruppo trattato (134 morti vs 92 nel gruppo controllo; risk ratio 1,45; 1,02-2,05; p non aggiustato=0,007). Poiché questo valore di p è stato ottenuto con un'analisi guidata di parecchi dati e non mediante un test di una singola ipotesi pre-specificata, dovrebbe essere interpretato con cautela. I ricercatori di Oxford ritengono che i risultati siano interamente dovuti al caso piuttosto che ad un reale aumento della mortalità per cancro, in quanto questo risultato avrebbe dovuto essere accompagnato da un maggior rischio di incidenza di cancro, che non è stato trovato, e perché non ci sono meccanismi plausibili in grado di spiegare tale effetto.
Secondo gli editori invece occorre cautela. Ezetimibe interferisce con l'assorbimento intestinale non solo del colesterolo, ma anche di altre entità molecolari che potrebbero plausibilmente influenzare la crescita di cellule tumorali. E' appropriato che i due trial in corso continuino. E' indispensabile peraltro che i pazienti vengano monitorati attentamente e che vengano analizzati per gli end point tumorali altri set di dati su ezetimibe. La FDA americana ha prontamente annunciato che condurrà un'analisi in proprio sul potenziale rischio cancerogeno di ezetimibe.