SINTESI DEI TRIAL PRESENTATI AL CONGRESSO 2009 DELL'AMERICAN COLLEGE OF CARDIOLOGY



Congresso ACC; 28-31 marzo 2009


Si riportano in sintesi alcuni dei trial presentati durante il congresso dell'American College of Cardiology nello scorso mese di marzo.

Per quanto riguarda il campo dell'infarto miocardico e dell'ischemia, si segnala il trial OMEGA, che ha valutato l'aggiunta di acidi grassi omega-3 alla terapia medica standard dell'infarto miocardico acuto. L'utilizzo di supplementi di omega-3 non ha influenzato l'end point primario di morte cardiaca improvvisa, infarto miocardico, ictus e aritmia. Limitatamente alla popolazione indagata, sembra che gli acidi grassi omega-3 non apportino benefici addizionali ad una corretta terapia medica.

Nel campo delle patologie vascolari, i trial ARMYDA-RECAPTURE e NAPLES II hanno dimostrato il beneficio della terapia con statine prima di un intervento coronarico percutaneo, rispettivamente in soggetti già trattati con statine o che non avevano mai assunto questi farmaci. Nel trial ARMYDA-RECAPTURE, pazienti con angina stabile o con ACS senza elevazione del segmento ST, già in terapia con statine, sono stati randomizzati ad atorvastatina (80 mg 12 ore prima dell'intervento e 40 mg 4 ore dopo) o placebo. Il primo gruppo mostrava un tasso significativamente più basso di eventi a 30 giorni. Similmente, nel NAPLES II, la somministrazione di 80 mg di atorvastatina in pazienti che non avevano mai utilizzato il farmaco ha ridotto l'incidenza di infarto a 30 giorni dall'intervento.

Più sorprendenti i risultati di un'analisi dal trial JUPITER, che hanno mostrato che il trattamento con rosuvastatina riduce il rischio relativo di tromboembolismo venoso del 43% rispetto al placebo in soggetti apparentemente sani.
Non tutti i trial che hanno studiato le statine hanno mostrato esiti positivi: lo studio AURORA non ha dimostrato un effetto benefico della terapia con statine nei pazienti con nefropatia in stadio terminale.

I risultati dello studio ACTIVE-A, che è il trial più ampio mai condotto sulla terapia anticoagulante in 1000 pazienti con fibrillazione atriale che non potevano assumere warfarin, ha dimostrato chiaramente che il trattamento per 3 anni con clopidogrel ha ridotto l'incidenza di eventi vascolari maggiori, principalmente per un effetto di diminuzione degli ictus. Da notare che il numero di ictus è stato 3 volte superiore a quello di altri trial. Questo effetto si verifica ad un costo accettabile in termini di incidenza di sanguinamenti maggiori. Complessivamente, clopidogrel produce importanti benefici nella maggioranza dei pazienti ad un rischio accettabile.

Uno studio di fase II ha studiato l'effetto di una polipillola (Polycap), che contiene 3 farmaci antipertensivi, una statina e aspirina sul rischio cardiovascolare in soggetti sani. Lo studio (The Indian Polycap Study, TIPS) ha dimostrato che i soggetti trattati con la polipillola non hanno presentato più effetti avversi rispetto agli altri 8 gruppi arruolati che hanno ricevuto uno dei componenti da solo o, in alcuni casi, una combinazione di due o tre dei farmaci. Inoltre non si sono verificate interazioni farmacologiche. Tuttavia il grado di riduzione del colesterolo è stato leggermente inferiore a quello ottenuto nel gruppo in sola simvastatina, così come quello della pressione arteriosa che è stato più basso di quello atteso dal trattamento antipertensivo. I dati dimostrano quindi che gli effetti di Polycap non possono essere assunti come uguali a quelli combinati dei suoi singoli componenti
In considerazione del fatto che i soggetti volontari coinvolti nello studio presentavano un solo fattore di rischio, secondo i ricercatori la polipillola, somministrata in una popolazione ad alto rischio cardiovascolare, potrebbe ridurre infarto e ictus del 75%. Sull'utilizzo di questo prodotto tuttavia esistono anche voci di dissenso. Alcuni esperti ritengono infatti che l'introduzione del nuovo medicinale potrebbe causare la sostituzione con un farmaco, economico e semplice da prendere, dello stile di vita fatto di buona alimentazione e frequente esercizio fisico che ha comunque dei vantaggi per l'organismo. Mike Rich della Blood Pressure Association britannica ha sottolineato che questo studio "riapre il dibattito sull'utilità di sviluppare un 'proiettile magico' per prevenire infarto e ictus, invece di incentivare il più possibile un corretto stile di vita.