RIASSUNTO
CONTESTO Le linee guida raccomandano che i pazienti con insufficienza
cardiaca (heart failure, HF) ricevano i beta-bloccanti (BB) alle
dosi che si sono dimostrate efficaci nei trial. Sebbene gli effetti avversi
di questi farmaci siano correlati alla dose, non è chiaro se vale
lo stesso per i benefici.
OBIETTIVI Determinare se i benefici sulla sopravvivenza dei BB
nell'insufficienza cardiaca sono associati all'ampiezza della riduzione
della frequenza cardiaca o al dosaggio dei farmaci.
FONTE DEI DATI MEDLINE, EMBASE, CINAHL, SIGLE, Web of Science
e il Cochrane Central Register of Controlled Trials, completato
da ricerche manuali di referenze.
SELEZIONE DEGLI STUDI Trial randomizzati, controllati con placebo
che riportassero la mortalità per tutte le cause nell'HF.
ESTRAZIONE DEI DATI Due revisori indipendenti hanno estratto i
dati sulle caratteristiche dello studio, il dosaggio dei BB, la riduzione
della frequenza cardiaca e le morti. È stata considerata solo la
valutazione degli outcome secondo l'analisi intention-to-treat piuttosto
che per-protocol, in modo da evitare i bias derivanti dall'esclusione
di pazienti per drop-out, interruzione dello studio o mancata adesione
al trattamento.
RISULTATI La frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF)
media nei 23 trial selezionati andava da 0,17 a 0,36 e più del
95% dei 19.209 pazienti aveva una disfunzione sistolica al basale. Su
23 trial, 4 hanno riportato una differenza statisticamente significativa
nella mortalità tra pazienti che hanno ricevuto BB vs placebo.
Per tutti i 23 trial (19.209 pazienti), il rischio relativo era pari a
0,76 (IC al 95% 0,68-0,84; p=0,09). Tuttavia il test di eterogeneità
ha rivelato una moderata eterogeneità tra i trial (I2
=30%), che era associata all'entità della riduzione della frequenza
cardiaca all'interno di ciascun trial (p per la meta-regressione =0,006).
Per ogni riduzione della frequenza cardiaca pari a 5 battiti al minuto,
il rischio relativo di morte diminuiva del 18% (6-29%). Valutando ogni
beta-bloccante separatamente, è stato evidenziato che la scelta
del farmaco era associata all'entità del beneficio sulla sopravvivenza.
Anche considerando alcune variabili (sesso, età, ischemia, LVEF
basale, uso di digossina, fibrillazione atriale e dose del beta-bloccante),
l'associazione tra grado di riduzione della frequenza cardiaca e beneficio
associato ai BB era sovrapponibile, mantenendosi statisticamente significativa
(p=0,025). Infine, non è stata osservata una correlazione statisticamente
significativa tra il dosaggio del BB e riduzione della mortalità
per tutte le cause (p=0,69). Il valore di RR per la mortalità era
pari a 0,74 (0,64-0,86) nei 15 trial in cui i pazienti avevano ricevendo
dosi elevate di BB (50% della dose target di beta-bloccanti raccomandata
nelle linee guida) e a 0,78 (0,63-0,96) nei 7 trial in cui i pazienti
stavano ricevendo basse dosi di beta-bloccanti. In un trial la dose di
BB non era stata riportata.
LIMITAZIONI L'analisi era basata su dati aggregati e frequenza
cardiaca a riposo. Pochi pazienti in questi trial avevano bradicardia
o disfunzione diastolica al basale.
CONCLUSIONI L'entità della riduzione della frequenza cardiaca
è associata, in modo statisticamente significativo, ai benefici
in termini di sopravvivenza dei BB nell'HF, mentre il dosaggio di questi
farmaci non lo è.
|