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EFFICACIA
18/07/2018

EVENTI CARDIOVASCOLARI ASSOCIATI AGLI INIBITORI SGLT-2 RISPETTO AD ALTRI FARMACI IPOGLICEMIZZANTI

CARDIOVASCULAR EVENTS ASSOCIATED WITH SGLT-2 INHIBITORS VERSUS OTHER GLUCOSE-LOWERING DRUGS: THE CVD-REAL 2 STUDY
Kosiborod M, Lam CSP, Kohsaka S, et al.

J Am Coll Cardiol 2018; 71:2628-2639


In questo studio internazionale che comprende fonti di dati provenienti dalla pratica clinica di 6 paesi in 3 regioni del mondo, con oltre 400.000 pazienti e 490.000 anni-paziente di follow-up, si è dimostrato che l'inizio di terapia con inibitori SGLT-2, rispetto ad altri farmaci ipoglicemizzanti, è associato ad un rischio significativamente più basso di malattia coronarica, insufficienza cardiaca, infarto del miocardio e ictus.

 

RIASSUNTO

CONTESTO Studi randomizzati hanno dimostrato un minor rischio di eventi cardiovascolari (CV) con inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio (sodium-glucose cotransporter-2 inhibitors, SGLT-2i) in pazienti con diabete di tipo 2 (type 2 diabetes, T2D) ad alto rischio CV. Dati preliminari nella pratica clinica hanno suggerito effetti di SGLT-2i simili nei pazienti con diabete di tipo 2 con un ampio profilo di rischio, ma questi studi si sono concentrati sull'insufficienza cardiaca e sulla morte ed erano limitati agli Stati Uniti e all'Europa.

OBIETTIVO Lo scopo del presente studio è stato quello di esaminare un'ampia gamma di esiti di CV in pazienti che hanno intrapreso il trattamento con SGLT-2i rispetto ad altri farmaci ipoglicemizzanti (other glucose-lowering drugs, oGLDs) in 6 Paesi nelle regioni Asia Pacifico, Medio Oriente e Nord America.

METODI I nuovi utilizzatori di SGLT-2i e oGLDs sono stati identificati tramite prescrizioni, cartelle cliniche e registri nazionali in Corea del Sud, Giappone, Singapore, Israele, Australia e Canada. I propensity score per l'inizio del trattamento con SGLT-2i sono stati sviluppati in ciascun Paese, con appaiamento 1:1. Gli hazard ratios (HR) per morte, ospedalizzazione per insufficienza cardiaca (hospitalization for heart failure, HHF), morte o HHF, infarto miocardico e ictus sono stati valutati per Paese e aggregati utilizzando una metanalisi ponderata.

RISULTATI Dopo l’appaiamento per propensity score, 235.064 soggetti hanno iniziato il trattamento in ciascun gruppo; ~27% aveva una malattia cardiovascolare stabilita. Le caratteristiche dei pazienti erano ben bilanciate tra i gruppi. Dapagliflozin, empagliflozin, ipragliflozin, canagliflozin, tofogliflozin e luseogliflozin rappresentavano rispettivamente il 75%, il 9%, l'8%, il 4%, il 3% e l'1% del tempo di esposizione nel gruppo SGLT-2i. L'uso di SGLT-2i rispetto a oGLDs era associato ad un minor rischio di morte (HR 0,51; IC 95% 0,37-0,70; p<0,001), HHF (HR 0,64; 0,50-0,82; p=0,001), morte o HHF (HR 0,60; 0,47-0,76; p<0,001), MI (HR 0,81; 0,74-0,88; p<0,001) e ictus (HR 0,68; 0,55-0,84; p<0,001). I risultati erano coerenti tra Paesi e sottogruppi di pazienti, compresi quelli con e senza malattia CV.

CONCLUSIONI Nel presente ampio studio internazionale di pazienti con diabete di tipo 2 dell'Asia Pacifico, del Medio Oriente e del Nord America, l'inizio di trattamento con SGLT-2i era associato a un minor rischio di eventi cardiovascolari, per un'ampia gamma di outcome e caratteristiche del paziente.

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