SEFAPnews

vedi archivio
Bookmark and Share
EFFICACIA
23/07/2019

SUPPLEMENTAZIONE DI VITAMINA D E RISCHIO DI MALATTIA CARDIOVASCOLARE: METANALISI DI TRIAL CLINICI RANDOMIZZATI

VITAMIN D SUPPLEMENTATION AND CARDIOVASCULAR DISEASE RISKS IN MORE THAN 83 000 INDIVIDUALS IN 21 RANDOMIZED CLINICAL TRIALS: A META-ANALYSIS
Barbarawi M, Kheiri B, Zayed Y, et al

JAMA Cardiol, pubblicato on line il19 giugno 2019


La presente metanalisi di trial clinici randomizzati ha valutato l’associazione tra la supplementazione di vitamina D e il rischio di malattia cardiovascolare. Dai risultati si è osservato che tale supplementazione non è associata a riduzione del rischio di eventi cardiovascolari maggiori, di infarto miocardico, di ictus o di eventi cerebrovascolari, mortalità per CVD e mortalità per tutte le cause.

 

RIASSUNTO

IMPORTANZA Studi osservazionali hanno riportato un'associazione tra bassi livelli di vitamina D nel siero ed elevato rischio di eventi cardiovascolari, ma tali studi non possono dimostrare la causalità, data la possibile presenza di confondenti non misurati.

OBIETTIVO È stata condotta una metanalisi di studi clinici randomizzati che hanno testato l'associazione tra la supplementazione con vitamina D e la riduzione di eventi cardiovascolari e mortalità per tutte le cause.

FONTI DI DATI La ricerca di letteratura in PubMed, Cochrane Library ed Embase è stata completata da 2 revisori, dalla prima disponibilità di ogni database fino al 15 dicembre 2018.

SELEZIONE DEGLI STUDI I criteri di inclusione erano studi clinici randomizzati che riportassero l'effetto della supplementazione di vitamina D a lungo termine (≥1 anno) su eventi cardiovascolari e mortalità per tutte le cause. Sono stati esclusi gli studi che non includevano esiti cardiovascolari.

ESTRAZIONE DEI DATI E SINTESI I dati sono stati estratti in modo indipendente da 2 autori. Sono stati utilizzati modelli a effetti casuali per stimare i rischi relativi (RR) e gli IC al 95%.

OUTCOME PRIMARI Gli eventi avversi cardiovascolari maggiori sono stati l'esito primario, e i tassi di infarto del miocardico, ictus o evento cerebrovascolare, mortalità per CVD e mortalità per tutte le cause sono stati gli esiti secondari.

RISULTATI Sono stati inclusi 21 studi clinici randomizzati (su 83.291 pazienti, di cui 41.669 con vitamina D e 41.622 con placebo). L'età media dei partecipanti ai trial era di 65,8 (DS 8,4) anni; 61.943 (74,4%) erano donne. Solo 4 studi avevano CVD pre-specificata come end point primario. La supplementazione di vitamina D rispetto al placebo non era associata a eventi avversi cardiovascolari maggiori (RR 1,00; 0,95-1,06; p=0,85) né agli end point secondari di infarto del miocardico (RR 1,00; 0,93-1,08; p=0,92), ictus (RR 1,06; 0,98-1,15; p=0,16), mortalità CVD (RR 0,98; 0,90-1,07; p=0,68) o mortalità per tutte le cause (RR 0,97; 0,93-1,02; p=0,23). I risultati erano generalmente coerenti nelle analisi stratificate per sesso, livello basale di 25-idrossivitamina D, dosaggio di vitamina D, formulazione (dosaggio giornaliero vs bolo) e presenza o assenza di somministrazione di calcio concomitante.

CONCLUSIONI In questa metanalisi aggiornata, la supplementazione di vitamina D non era associata a una riduzione di eventi cardiovascolari avversi maggiori, end point individuali di CVD (infarto miocardico, ictus, mortalità cardiovascolare) o mortalità per tutte le cause. I risultati suggeriscono che l'integrazione con vitamina D non conferisce protezione cardiovascolare e non è indicata per questo scopo.

Iscrizione newsletter