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EFFICACIA
02/10/2019

EFFICACIA DI LINAGLIPTIN VS GLIMEPRIDE SUGLI ESITI CARDIOVASCOLARI MAGGIORI IN PAZIENTI CON DIABETE MELLITO DI TIPO 2

EFFECT OF LINAGLIPTIN VS GLIMEPIRIDE ON MAJOR ADVERSE CARDIOVASCULAR OUTCOMES IN PATIENTS WITH TYPE 2 DIABETES: THE CAROLINA RANDOMIZED CLINICAL TRIAL
Rosenstock J, Kahn SE, Johansen OE, et al.

JAMA, pubblicato on line il 19 settembre 2019


In questo trial randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, a lungo termine su individui con diabete di tipo 2 relativamente precoce e ad alto rischio cardiovascolare, il beneficio di linagiptin si è dimostrato non inferiore rispetto a glimepride per tre eventi cardiovascolari maggiori.

 

RIASSUNTO

IMPORTANZA Il diabete di tipo 2 è associato a un aumentato rischio cardiovascolare. Nel trial di sicurezza cardiovascolare contro placebo, linagliptin, inibitore della dipeptidil peptidasi 4, si è dimostrato non inferiore, ma non è stato testato contro un comparatore attivo.

OBIETTIVI Questo trial ha valutato il numero di eventi cardiovascolari per linagliptin rispetto a glimepiride (una sulfonilurea) in pazienti con un diabete di tipo 2 precoce e fattori di rischio per l’insorgenza di aterosclerosi.

DISEGNO, SETTING E PARTECIPANTI Questo trial di non inferiorità, randomizzato, in doppio cieco, con pazienti selezionati da novembre 2010 a dicembre 2012, è stato condotto in 607 ospedali e centri di cura in 43 Paesi, includendo 6042 partecipanti. Sono stati inclusi adulti con diabete di tipo 2, emoglobina glicata da 6,5% a 8,5% ed elevato rischio cardiovascolare, definito da malattia cardiovascolare aterosclerotica documentata, fattori multipli di rischio cardiovascolare, età di almeno 70 anni o evidenze di complicanze microvascolari. Il follow-up è terminato nell’agosto 2018.

INTERVENTI I pazienti randomizzati hanno ricevuto 5 mg/die di linagliptin (n=3023) o da 1 a 4 mg/die di glimepiride (n=3010) in aggiunta alla propria cura. I medici sono stati incoraggiati a intensificare il trattamento della glicemia, in primo luogo aggiungendo o aggiustando il dosaggio di metformina, degli inibitori dell’alfa-glucosidasi, dei tiazolidinedioni, o inserendo insulina, a seconda del bisogno dei pazienti.

OUTCOME PRIMARI L’outcome primario era il tempo alla morte cardiovascolare, al primo infarto miocardico non fatale o al primo ictus non fatale, con l’obiettivo di stabilire la non inferiorità di linagliptin rispetto a glimepiride.

RISULTATI Di 6042 pazienti randomizzati, 6033 (età media, 64,0 anni; 2414 [39,9%] donne; emoglobina glicata media 7,2%; durata media del diabete 6,3 anni; 42% con disturbi cardiovascolari; 59% in monoterapia con metoformina) sono stati trattati e analizzati. La durata media di follow-up è stata di 6,3 anni. L’outcome primario si è verificato in 356 su 3023 partecipanti (11,8%) nel gruppo trattato con linagliptin e in 362 su 3010 (12,0%) nel gruppo trattato con glimepiride (HR 0,98%; 0,84-1,14; p<0,001 per la non-inferiorità), dimostrando la non inferiorità (soglia: p=0,76). Eventi avversi si sono verificati in 2822 partecipanti (93,4%) nel gruppo trattato con linagliptin e 2856 (94,9%) nel gruppo trattato con glimepiride, con 15 partecipanti (0,5%) nel gruppo linagliptin e 16 (0,5%) nel gruppo glimepiride con una diagnosi di pancreatite acuta. Almeno un evento ipoglicemico avverso si è verificato in 320 (10,6%) partecipanti nel gruppo linagliptin e 1132 (37,7%) nel gruppo glimepiride (HR 0,23; 0,21-0,26).

CONCLUSIONI Tra gli adulti con diabete di tipo 2 e con un elevato rischio cardiovascolare, l’uso di linagliptin comparato con glimepiride per oltre 6,3 anni ha evidenziato una non inferiorità rispetto al rischio di un evento cardiovascolare composto.

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