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EFFICACIA
03/08/2020

USO DEGLI INIBITORI DEL CO-TRASPORTATORE SODIO-GLUCOSIO 2 E RISCHIO DI EVENTI RENALI GRAVI

USE OF SODIUM-GLUCOSE CO-TRANSPORTER 2 INHIBITORS AND RISK OF SERIOUS RENAL EVENTS: SCANDINAVIAN COHORT STUDY
Pasternak B, Wintzell V, Melbye M, et al.

BMJ 2020; 369:m1186


In questo studio di coorte condotto mediante l'utilizzo di registri nazionali in tre paesi, l'uso di inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio 2 è stato associato a un rischio minore dell’outcome principale composito di eventi renali gravi (costituito da terapia sostitutiva renale, morte per cause renali e ricovero ospedaliero per eventi renali) nelle analisi che utilizzano gli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 come comparatore attivo.

 

RIASSUNTO

OBIETTIVO Valutare l’associazione tra l’uso degli inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2) e il rischio di eventi renali gravi nei dati dalla pratica clinica di routine.

DISEGNO Studio di coorte con un comparatore attivo, condotto su nuovi utilizzatori e mediante dati di registri nazionali.

SETTING Svezia, Danimarca, e Norvegia, 2013-18.

PARTECIPANTI Coorte di 29.887 nuovi utilizzatori di inibitori SGLT2 (tempo di follow-up: dapagliflozin 66,1%; empagliflozin 32,6%; canagliflozin 1,3%) e 29.887 nuovi utilizzatori del comparatore attivo, gli inibitori della dipeptidil peptidasi-4 (DPP-4), abbinati 1:1 sulla base di un propensity score di 57 variabili. Il tempo medio di follow-up era di 1,7 anni (DS 1,0).

ESPOSIZIONI Gli inibitori SGLT2 rispetto agli inibitori DPP-4, definite da prescrizioni complete e analizzate secondo l’analisi intention-to-treat.

PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME L’outcome principale comprendeva gli eventi renali gravi, un composito di terapia sostitutiva renale, morte per cause renali, e ricovero in ospedale per eventi renali. I risultati secondari sono stati i singoli componenti dell’outcome principale.

RISULTATI L'età media della popolazione studiata era di 61,3 anni (DS 10,5); 11.108 soggetti (19%) avevano malattie cardiovascolari, e 1974 (3%) avevano malattie renali croniche. L'uso di inibitori SGLT2, rispetto agli inibitori DPP-4, era associato a un rischio ridotto di eventi renali gravi (2,6 eventi per 1000 pazienti rispetto a 6,2 eventi per 1000 pazienti; hazard ratio 0,42 (IC 95% 0,34-0,53); differenza assoluta -3,6 (IC 95% -4,4 a -2,8) eventi per 1000 pazienti). Nelle analisi degli outcome secondari, l’hazard ratio per l'uso degli inibitori SGLT2 rispetto agli inibitori DPP-4 era 0,32 (IC 95% 0,22-0,47) per la terapia sostitutiva renale, 0,41 (IC 95% 0,32-0,52) per l'ospedalizzazione per eventi renali e 0,77 (IC 95% 0,26-2,23) per la morte per cause renali. Nelle analisi di sensibilità in ciascuna parte della coorte svedese e danese, il modello è stato ulteriormente aggiustato per emoglobina glicata e tasso di filtrazione glomerulare stimato (Svezia e Danimarca) e per pressione sanguigna, indice di massa corporea e fumo (solo Svezia); in queste analisi, l’hazard ratio è passato da 0,41 (IC 95% 0,26-0,66) a 0,50 (IC 95% 0,31-0,81) in Svezia e da 0,42 (IC 95% 0,32-0,56) a 0,55 (IC 95% 0,41-0,74) in Danimarca.

CONCLUSIONI In questa analisi, che ha utilizzato i dati nazionali provenienti da tre paesi, l'uso di inibitori SGLT2 era associato ad un rischio significativamente ridotto di eventi renali gravi, rispetto agli inibitori DPP-4.

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