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EFFICACIA
28/09/2021

BETA-BLOCCANTI NEL CANCRO MAMMARIO ALLO STADIO INIZIALE: UNA REVISIONE SISTEMATICA E METANALISI

BETA-BLOCKERS IN EARLY-STAGE BREAST CANCER: A SYSTEMATIC REVIEW AND META-ANALYSIS
Caparica R, Bruzzone M, Agostinetto E, et al.

ESMO Open 2021; 100066


I risultati della presente metanalisi hanno dimostrato che l’uso di beta-bloccanti era associato a una migliore sopravvivenza, libera da recidive, in pazienti con cancro alla mammella allo stadio iniziale, con un’associazione più pronunciata osservata nei soggetti con tumore al seno triplo negativo. Un trend a favore dell’uso di beta-bloccanti si è osservata anche in termini di prevenzione delle recidive e della mortalità specifica per questo tumore, mentre non sono stati dimostrati effetti sulla sopravvivenza globale. I beta-bloccanti si rivelano un’opzione promettente, sicura, economica e ampiamente disponibile, da combinarsi ai trattamenti standard e sperimentali, per pazienti con carcinoma mammario allo stadio iniziale.

 

RIASSUNTO

CONTESTO Studi preclinici e retrospettivi suggeriscono che i beta-bloccanti sono attivi contro il carcinoma mammario. È stata condotta una revisione sistematica e metanalisi per valutare l’impatto dei beta-bloccanti sugli esiti di pazienti con carcinoma mammario allo stadio iniziale.

METODI È stata condotta una ricerca sistematica della letteratura per identificare studi che confrontassero gli esiti di pazienti con carcinoma mammario allo stadio iniziale in base all’uso di beta-bloccanti (uso versus non uso). L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da recidiva (recurrence-free survival, RFS), definita come occorrenza di recidiva di cancro alla mammella o di morte. Gli endpoint secondari erano la risposta patologica completa (pathologic complete response, pCR), la recidiva di tumore mammario, la mortalità specifica del cancro mammario e la sopravvivenza globale (overall survival, OS). Da ogni studio sono stati estrapolati gli hazard ratio (HR) o odds ratio (OR) e gli intervalli di confidenza al 95% (IC 95%) ed è stata condotta un’analisi con il modello ad effetti casuali. Il test I-quadrato di Higgins è stato usato per quantificare l’eterogeneità. Il test di Egger è stato applicato per valutare i bias di pubblicazione. Tutti i p-value erano bilaterali e sono stati considerati significativi se ≤0,05.

RISULTATI Nel complesso, sono stati inclusi 13 studi come segue: RFS (6), pCR (2), recidiva di cancro mammario (6), mortalità specifica per cancro alla mammella (7) e OS (5). L’uso di beta-bloccanti era associato a un miglioramento significativo di RFS nella popolazione globale (N=21.570; HR 0,73; IC 95% 0,56-0,96; P=0,025) e nei pazienti con cancro triplo-negativo (N=1212; HR 0,53; 0,35-0,81; P=0,003). Non è stata osservata nessuna differenza significativa con l’uso di beta-bloccanti in termini di pCR (N=1554; OR 0,77; 0,44-1,36; P=0,371), recidiva di cancro mammario (N=37.957; OR 0,66; 0,42-1,03; P=0,065), mortalità specifica per cancro alla mammella (N=37.957; OR 0,66; 0,56-11,08; P=0,130) o OS (N=103.065; HR 1,03; 0,87-1,23; P=0,692).

CONCLUSIONI In questa metanalisi, l’uso di beta-bloccanti era associato a una RFS più lunga in pazienti con cancro mammario allo stadio iniziale, con un effetto più pronunciato in quei soggetti con tumore al seno triplo negativo. I beta-bloccanti si rivelano un’opzione interessante da considerare negli studi prospettici per pazienti con carcinoma mammario allo stadio iniziale.

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