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SAFETY
01/03/2022

DISORDINI IPOGLICEMICI ASSOCIATI AGLI INIBITORI DI PCSK9: UNO STUDIO DI FARMACOVIGILANZA

HYPERGLYCAEMIC DISORDERS ASSOCIATED WITH PCSK9 INHIBITORS: A REAL-WORLD, PHARMACOVIGILANCE STUDY
Goldman A, Raschi E, Cukierman-Yaffe T, et al.

Eur J Prev Cardiol, pubblicato online il 13 dicembre 2021


In questo studio post marketing, il più grande svolto fino ad oggi, gli inibitori di PCSK9 sono stati associati a una maggior segnalazione di eventi avversi iperglicemici, principalmente relativi a lieve iperglicemia. Tra gli inibitori di PCSK9, l’aumento di segnalazioni si è riscontrato solo per evolocumab. In particolare, gli eventi avversi di iperglicemia sono stati riportati più spesso in pazienti diabetici e il più delle volte sono risultati reversibili in seguito all’interruzione del trattamento.

 

RIASSUNTO

OBIETTIVI Nonostante gli studi genetici e biologici abbiano indicato una potenziale associazione tra gli inibitori della proprotein-convertasi subtilisina/kexina di tipo 9 (PCSK9i) e l’iperglicemia, le evidenze nella pratica clinica sono limitate. Pertanto, si è cercato di studiare questa associazione usando il Sistema di segnalazione di eventi avversi dell’FDA (adverse event reporting system, FAERS).

METODI E RISULTATI Sono state svolte indagini sul database FAERS (per gli anni 2015-2020) per caratterizzare gli eventi avversi (adverse events, AE) riportati di iperglicemia associati all’utilizzo di PCSK9i. Sono state condotte analisi di disproporzionalità usando l’odds ratio di segnalazione aggiustato (aROR), e il limite inferiore dell’intervallo di confidenza al 95% della componente informativa (information component, IC; IC025>0 è stato considerato significativo). Tra i 7.295.624 pazienti eleggibili, sono state identificate 71.748 segnalazioni per evolocumab e 15.976 per alirocumab. Rispetto all’intero database, il trattamento con PCSK9i era associato a un’aumentata segnalazione di AE iperglicemici [n=1841; aROR 1,14 (1,07-1,22); IC025 0,13]. Gli AE iperglicemici erano principalmente relativi a lieve iperglicemia [n=1469; aROR 1,48 (1,36-1,62); IC025 0,51] rispetto all’insorgenza di diabete [n=372; aROR 0,67 (0,60-0,74); IC025 -0,90]. Tra i PCSK9i, solo alirocumab [n=1587; aROR=1,24 (1,15-1,32); IC025 0,20], e non evolocumab [n=254, aROR 0,73 (0,60-0,88); IC025 -0,38], è stato associato a AE di iperglicemia. Gli AE di iperglicemia sono stati riportati più spesso con PCSK9i rispetto ad ezetimibe [aROR 1,99 (1,35-2,94)], e meno spesso rispetto alle statine [aROR 0,26 (0,25-0,28)]. In particolare, gli AE di iperglicemia sono stati riportati più frequentemente da pazienti diabetici che dai non diabetici (p<0,001), si sono verificati per la maggior parte entro 6 mesi dal trattamento e sono risultati reversibili in seguito alla sospensione del farmaco.

CONCLUSIONE In un contesto di real-world, il trattamento con PCSK9i è stato associato a un’aumentata segnalazione di iperglicemia lieve, ma non di diabete. Se da un lato è consigliabile un monitoraggio iniziale dopo l’inizio del trattamento, il profilo di sicurezza glicemica favorevole rispetto alle statine supporta il loro ruolo essenziale nella gestione dei disordini lipidici.

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