SEFAPnews

vedi archivio
Bookmark and Share
EFFICACIA
30/03/2022

ASSOCIAZIONE TRA ANTIPERTENSIVI CHE STIMOLANO vs INIBISCONO I RECETTORI DI ANGIOTENSINA II DI TIPO 2 E 4 E DETERIORAMENTO COGNITIVO

ASSOCIATION OF ANTIHYPERTENSIVES THAT STIMULATE vs INHIBIT TYPES 2 AND 4 ANGIOTENSIN II RECEPTORS WITH COGNITIVE IMPAIRMENT
Marcum ZA, Cohen JB, Zhang C, et al.

JAMA Netw Open 2022; 5(1):e2145319


In questo studio di coorte l’uso prevalente di terapie farmacologiche che prevedevano esclusivamente antipertensivi stimolanti il recettore dell’angiotensina II di tipo 2 e 4 (per esempio, bloccanti del recettore di angiotensina II di tipo 1, bloccanti del canale del calcio diidropiridinici, e diuretici tiazidici) rispetto ad antipertensivi che lo inibivano (per esempio, ACE inibitori, beta-bloccanti e bloccanti del canale del calcio non diidropiridinici) era associato a un rischio del 24% più basso di deterioramento cognitivo amnesico lieve o di probabile demenza durante i 4,8 anni di follow-up.

 

RIASSUNTO

IMPORTANZA L’uso di farmaci antipertensivi che stimolano i recettori per angiotensina II di tipo 2 e 4 è stato associato a un minor rischio di demenza, rispetto a quelli che non stimolano questi recettori. Tuttavia, non è stata valutata questa associazione con gli esiti cognitivi negli studi sull’ipertensione, nè con i livelli di pressione sanguigna secondo i range delle linee guida attuali.

OBIETTIVO Valutare l’associazione tra l’uso di farmaci antipertensivi che esclusivamente stimolino i recettori dell’angiotensina II di tipo 2 e 4, rispetto ad antipertensivi che li inibiscano, e il deterioramento cognitivo lieve (mild cognitive impairment, MCI) o la demenza.

DISEGNO DELLO STUDIO, SETTING E PARTECIPANTI Questo studio di coorte è un’analisi secondaria (da Aprile 2011 a Luglio 2018) dei partecipanti allo studio randomizzato SPRINT (Systolic Blood Pressure Intervention Trial), che ha reclutato soggetti di 50 anni o più, con ipertensione e aumentato rischio cardiovascolare ma senza una storia di diabete, infarto o demenza. L’analisi dei dati è stata svolta tra il 16 Marzo e il 6 Luglio 2021.

ESPOSIZIONE Uso prevalente di terapie farmacologiche antipertensive che stimolano o inibiscono il recettore dell’angiotensina II di tipo 2 e 4 alla visita dopo 6 mesi dall’inizio dello studio.

END POINT primari L’esito primario era un composito di MCI amnesico o probabile demenza.

RISULTATI Degli 8685 partecipanti allo studio SPRINT che erano utilizzatori prevalenti di terapia antipertensiva alla visita dopo 6 mesi dall’inizio dello studio (età media [SD], 67,7 [11,2] anni; 5586 [64,3%] maschi; e 935 [10,8%] ispanici, 2605 [30,0%] neri non ispanici, 4983 [57,4%] bianchi non ispanici, e 162 [1,9%] di altra razza o etnia), 2644 (30,4%) usavano farmaci esclusivamente stimolanti, 1536 (17,7%) inibitori, e 4505 (51,9) un regime terapeutico misto. Durante un follow-up mediano di 4,8 anni (IC 95%, 4,7-4,8 anni) ci sono stati 45 vs 59 casi per 1000 anni-persona di MCI amnesico o probabile demenza tra gli utilizzatori prevalenti di terapie che prevedevano farmaci antipertensivi esclusivamente stimolanti rispetto agli inibenti (hazard ratio [HR] 0,76; IC 95% 0,66-0,87). Quando venivano comparati gli utilizzatori di terapie solo stimolanti contro quelli di terapie solo inibenti, MCI amnesico si verificava con un tasso di 40 vs 54 casi per 1000 anni-persona (HR 0,74; 0,64-0,87) e demenza probabile con un tasso di 8 vs 10 casi per 1000 anni-persona (HR 0,80; 0,57-1,14). Le analisi degli esiti del controllo negativo hanno suggerito la presenza di un confondimento residuo.

CONCLUSIONI E RILEVANZA In questa analisi secondaria del trial SPRINT, gli utilizzatori prevalenti di regimi terapeutici contenenti soltanto farmaci antipertensivi che stimolano i recettori di angiotensina II di tipo 2 e 4, rispetto a quelli che li inibiscono, avevano un minor tasso di decadimento cognitivo incidente. Non si può escludere un confondimento residuo. Se questi risultati verranno replicati in studi clinici randomizzati, alcuni farmaci antipertensivi potrebbero diventare prioritari per prevenire il declino cognitivo.

Iscrizione newsletter