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SAFETY
27/04/2022

EFFETTI AVVERSI POTENZIALI DEI FANS SULL’EFFICACIA CLINICA DEI BIFOSFONATI: UN’ANALISI POST-HOC ESPLORATIVA DI UNO STUDIO RANDOMIZZATO CONTROLLATO CON CLODRONATO

Zheng Z, Johansson H, Harvey NC, et al.

J Bone Miner Res, pubblicato online il 20 aprile 2022


Questa analisi suggerisce che l'uso di FANS di per sé non ha un impatto significativo sul rischio di frattura osteoporotica, ma è potenzialmente in grado di ridurre l’efficacia clinica di clodronato nel prevenire il rischio di fratture osteoporotiche in soggetti anziani.

 

RIASSUNTO

CONTESTO I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono stati segnalati per avere deboli effetti positivi sulla salute delle ossa, compreso il rischio di frattura, ma nei molti studi epidemiologici condotti non sono mai emersi risultati chiari.

OBIETTIVI E METODI E’ stata esplorata la relazione tra FANS e rischio di frattura in un'analisi post-hoc di uno studio randomizzato, controllato verso placebo, ben documentato, in donne di età ≥75 anni che vivono in comunità, sull’efficacia clinica del bifosfonato clodronato; in questo studio il trattamento ha ridotto il rischio di frattura osteoporotica del 23% in 3 anni. Per identificare i soggetti con prescrizioni di FANS orali sono state utilizzate le informazioni sull’uso concomitante di farmaci al basale. Sono state incluse nell'analisi solo le fratture incidenti verificate.

RISULTATI Delle 5212 donne reclutate per lo studio clinico, 1082 (20,8%) avevano riferito l'uso corrente di FANS all'ingresso dello studio. Erano leggermente, ma significativamente, più giovani (media 79 contro 80 anni, p=0,004), avevano un peso corporeo maggiore (media 66,7 contro 64,7 kg, p<0,001) rispetto alle donne non utilizzatrici, con una densità minerale ossea (BMD) del collo del femore leggermente superiore (FN-BMD 0,66 vs 0,64 g/cm2, p<0,001). In un modello aggiustato, l'uso di FANS era associato a un aumento significativo del rischio di fratture osteoporotiche durante il periodo di studio di 3 anni (hazard ratio [HR] 1,27; IC 95% 1,01-1,62; p=0,039). Tuttavia, questo aumento del rischio non era statisticamente significativo nel gruppo placebo (HR 1,11; 0,81-1,52). Nel gruppo in trattamento attivo con clodronato, le donne in terapia concomitante con FANS non mostravano l'effetto positivo del bifosfonato sulla riduzione del rischio di frattura osteoporotica (HR 0,95; 0,65-1,41; p=0,81) in contrasto con quelle che non usavano FANS (HR 0,71; 0,58-0,89; p=0,002). In un sottogruppo con disponibilità di dati sulla densità minerale ossea dell'anca al basale e a 3 anni, la perdita di BMD durante la terapia con clodronato era maggiore nelle donne che avevano ricevuto anche FANS rispetto alle non utilizzatrici (ad esempio, anca totale -2,75% vs -1,27%, p=0,078; collo femorale -3,06% vs -1,12%, p=0,028), e non era significativamente diversa da quella osservata nelle donne del gruppo placebo.

CONCLUSIONI L'efficacia di clodronato nella riduzione del rischio di frattura risultava ampiamente compromessa nelle donne in terapia concomitante con FANS. Anche se sono emerse poche evidenze sull’ipotesi che l'uso di FANS agisca da fattore di rischio per le fratture osteoporotiche in donne anziane che vivono in comunità, l'osservazione che l’esposizione concomitante a FANS abbia ridotto significativamente la capacità del clodronato di prevenire la perdita ossea e le fratture è unica e di grande rilevanza clinica. La marcata riduzione dell'efficacia non sembra essere mediata da squilibri nelle caratteristiche basali dei diversi gruppi o da una minore compliance alla terapia. Anche se i possibili meccanismi devono essere ulteriormente esplorati, c'è un urgente bisogno di esaminare questa interazione in studi simili su altri bifosfonati nell'osteoporosi e in malattie ossee.

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