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EFFICACIA
27/05/2022

EFFICACIA COMPARATIVA DELLE STATINE SUL COLESTEROLO NON-HDL NEI PAZIENTI DIABETICI E A RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI: REVISIONE SISTEMATICA E NETWORK METANALISI

COMPARATIVE EFFECTIVENESS OF STATINS ON NON-HIGH DENSITY LIPOPROTEIN CHOLESTEROL IN PEOPLE WITH DIABETES AND AT RISK OF CARDIOVASCULAR DISEASE: SYSTEMATIC REVIEW AND NETWORK META-ANALYSIS
Hodkinson A, Tsimpida D, Kontopantelis E, et al.

BMJ 2022; 376:e067731


Questa network metanalisi ha confrontato l'efficacia di varie statine a diverse intensità nei pazienti adulti diabetici, sui livelli di colesterolo non-HDL come target lipidico primario. I risultati derivati da trial clinici randomizzati su una popolazione di 20.193 partecipanti hanno mostrato che rosuvastatina, somministrata a dosi moderate e ad alta intensità, simvastatina e atorvastatina a dosi ad alta intensità, erano le statine con le migliori prestazioni nella riduzione dei livelli di colesterolo non-HDL rispetto a placebo con un periodo medio di trattamento di 12 settimane.

 

RIASSUNTO

OBIETTIVO Confrontare l'efficacia di trattamenti con statine, diversi per intensità, sui livelli di colesterolo non HDL (C-non-HDL) per la prevenzione delle malattie cardiovascolari in pazienti diabetici.

DISEGNO Revisione sistematica e network metanalisi.

FONTE DEI DATI Medline, Cochrane Central Register of Controlled Trials, Embase dall’inizio all’1 dicembre 2021.

METODI Sono stati inclusi trial randomizzati controllati che hanno confrontato diverse statine di varia intensità, incluso placebo, in pazienti adulti con diabete mellito di tipo 1 o di tipo 2. L'end point primario erano le variazioni dei livelli di C-non-HDL, calcolati dalle misurazioni del colesterolo totale e del colesterolo HDL. Gli end point secondari erano i cambiamenti nei livelli di colesterolo LDL e colesterolo totale, gli eventi cardiovascolari maggiori ictus non fatale, infarto miocardico non fatale e morte correlata a malattie cardiovascolari e la sospensione del trattamento a causa di eventi avversi. È stata effettuata una network metanalisi bayesiana a effetti casuali sull'intensità delle statine (bassa, moderata o alta) per esaminare l'effetto del trattamento sul C-non-HDL mediante differenze medie e IC al 95%. L'analisi dei sottogruppi di pazienti a rischio elevato di eventi cardiovascolari maggiori è stata confrontata con pazienti a rischio basso o moderato. Per determinare la certezza dell’evidenza è stato applicato l’approccio CINeMA (confidence in network meta-analysis).

RISULTATI Sono stati inclusi nella meta-analisi 11.698 pazienti adulti provenienti da 42 trial randomizzati controllati che hanno coinvolto 20.193 partecipanti. Rispetto al placebo, le maggiori riduzioni dei livelli di C-non-HDL sono state osservate con rosuvastatina ad alta (-2,31 mmol/L, IC 95% da -3,39 a -1,21) e moderata intensità (-2,27 mmol/L; da -3,00 a -1,49) e simvastatina (-2,26 mmol/L; da -2,99 a -1,51) e atorvastatina (-2,20 mmol/L; da -2,69 a -1,70) ad alta intensità. Anche atorvastatina e simvastatina a qualsiasi intensità e pravastatina a bassa intensità si sono rivelate efficaci nel ridurre i livelli di C-non-HDL. In 4670 pazienti a elevato rischio di eventi cardiovascolari maggiori, atorvastatina ad alta intensità ha indotto la più grande riduzione dei livelli di C-non-HDL (-1,98 mmol/L; da -4,16 a 0,26; area sotto la curva di ranking cumulativo 64%). Simvastatina (-1,93 mmol/L, da -2,63 a -1,21) e rosuvastatina (da -1,76 mmol/L, da -2,37 a -1,15) ad alta intensità erano le opzioni di trattamento più efficaci per ridurre il C-LDL. Riduzioni significative dell'infarto miocardico non fatale sono state riscontrate per atorvastatina a intensità moderata rispetto a placebo (RR 0,57; IC 95% 0,43-0,76; n=4 studi). Non sono state riscontrate differenze significative per le sospensioni del trattamento, ictus non fatale e decessi cardiovascolari.

CONCLUSIONI Questa network metanalisi ha indicato che rosuvastatina, a dosi moderate o ad alta intensità, e simvastatina e atorvastatina, a dosi ad alta intensità, erano più efficaci nel ridurre moderatamente i livelli di non-HDL-C nei pazienti diabetici rispetto a tutte gli altri approcci con statine. Dato il potenziale miglioramento dell'accuratezza nella predizione della malattia cardiovascolare che si ottiene utilizzando come target primario la riduzione dei livelli di C-non-HDL, i risultati di questo studio forniscono una guida sulla scelta delle statine e sul loro grado di intensità per ottenere più efficaci riduzioni del colesterolo non-HDL nei pazienti diabetici.

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