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Progetti
COSTO-EFFICACIA DI ACIDO BEMPEDOICO IN PAZIENTI AD ALTO RISCHIO CARDIOVASCOLARE CON INTOLLERANZA ALLE STATINE: ANALISI DELLO STUDIO CLEAR OUTCOMES
Am J Cardiovasc Drugs, pubblicato online il 20 agosto 2025
Il seguente studio ha valutato la costo-efficacia dell’acido bempedoico nel trattamento di pazienti ad alto rischio cardiovascolare con livelli elevati di colesterolo LDL e intolleranza alle statine. Al prezzo di listino, l’acido bempedoico ha una probabilità del 45% di essere costo-efficace per la prevenzione primaria e secondaria nei pazienti che non possono assumere la terapia statinica raccomandata, considerando una soglia di disponibilità a pagare di 150.000 $. Ai prezzi effettivi sostenuti dai pagatori, l’ICER dell’acido bempedoico risulta ben al di sotto delle soglie generalmente accettate di costo-efficacia. Questi dati supportano ulteriormente l’uso crescente dell’acido bempedoico nella gestione dei pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolari.
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INIBITORE DEL P2Y12 VS ASPIRINA DOPO INTERVENTO CORONARICO PERCUTANEO: META-ANALISI DEI DATI INDIVIDUALI DEI PARTECIPANTI A STUDI CLINICI RANDOMIZZATI
BMJ 2025;389:e082561
Questa meta-analisi ha valutato l'efficacia comparativa della monoterapia con inibitori P2Y12 (clopidogrel o ticagrelor) rispetto alla monoterapia con aspirina in 16.117 pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo e che avevano interrotto la doppia terapia antiaggregante piastrinica. I risultati dimostrano una riduzione degli eventi ischemici non fatali con la monoterapia con inibitori P2Y12 rispetto alla monoterapia con aspirina nella prevenzione a lungo termine degli eventi cardiovascolari dopo terapia antiaggregante doppia, senza aumento del rischio di sanguinamento maggiore dopo intervento coronarico percutaneo.
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SEMAGLUTIDE NEGLI ADULTI CON DIABETE DI TIPO 1 E OBESITÀ
NEJM Evid 2025; 4(8):EVIDoa2500173
I risultati di questo studio hanno messo in evidenza come l’utilizzo di semaglutide, rispetto al solo uso di insulina, possa migliorare le condizioni cliniche negli adulti con diabete di tipo 1 e obesità.
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GESTIONE DEL PROFILO LIPIDICO NELLA PREVENZIONE SECONDARIA IN SPAGNA: DATI DAL REGISTRO BDCAP (LIPIDSPAIN)
J Clin Med 2025; 14:6037
Questo studio trasversale basato sul registro spagnolo BDCAP ha analizzato la gestione del profilo lipidico nei pazienti in prevenzione secondaria con cardiopatia ischemica, ictus o arteriopatia periferica in trattamento ipolipemizzante. Nel 2023 erano inclusi oltre 1,5 milioni di pazienti, con un uso crescente delle terapie di combinazione. Nonostante ciò, solo il 34% raggiungeva valori di LDL-C <70 mg/dL e il 66% valori <100 mg/dL, con ampie differenze regionali. I risultati evidenziano la necessità di strategie più intensive e di una maggiore aderenza alle linee guida per ottimizzare la riduzione del rischio cardiovascolare.
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POLITERAPIA E FARMACI POTENZIALMENTE INAPPROPRIATI NEGLI ADULTI ≥75 ANNI IN BASE ALLO STATO DI DEMENZA E FRAGILITÀ: LO STUDIO ARIC
Mayo Clin Proc 2025; 100:1551-1562
Utilizzando i dati trasversali dello studio ARIC (2016-2017), condotto su quasi 4000 partecipanti di età compresa tra 71 e 94 anni, è stata valutata la prevalenza di politerapia, iper-politerapia e uso di farmaci potenzialmente inappropriati in relazione a demenza e fragilità. La politerapia era presente nel 67% dei soggetti, l’iper-politerapia nel 19% e l'assunzione di farmaci potenzialmente inappropriati nel 24%. Tali condizioni erano significativamente più comuni nei pazienti con demenza e fragilità, sottolineando il maggior rischio di esiti avversi in queste popolazioni vulnerabili.
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FARMACI POTENZIALMENTE INAPPROPRIATI, FRAGILITÀ ED ESITI CLINICI NEI PAZIENTI ONCOLOGICI GESTITI IN UN SISTEMA SANITARIO NAZIONALE
J Natl Compr Canc Netw 2025; 23:363-370
Questo studio retrospettivo su oltre 388.000 veterani statunitensi con nuova diagnosi di tumore ha valutato l’impatto dei farmaci potenzialmente inappropriati (PIM). L’uso di un numero crescente di PIM è risultato associato a una maggiore fragilità al momento della diagnosi, a un rischio più elevato di ospedalizzazione non programmata e a un aumento della mortalità.
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ANTIBIOTICI FLUOROCHINOLONICI: RICHIAMO ALLE MISURE PER RIDURRE IL RISCHIO DI EFFETTI AVVERSI DI LUNGA DURATA, INVALIDANTI E POTENZIALMENTE IRREVERSIBILI
AIFA, 9 giugno 2025
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha fornito informazioni utili sulle restrizioni e precauzioni d’uso introdotte per la prescrizione di antibiotici fluorochinolonici per uso sistemico e inalatorio. Una successiva rivalutazione delle reazioni avverse associate ai fluorochinoloni per uso sistemico e inalatorio, conclusa a ottobre 2024, ha permesso di identificare nuovi aspetti di sicurezza invalidanti e potenzialmente irreversibili a carico del Sistema Nervoso Centrale, come ansia, ideazione suicidaria, attacco di panico, nevralgia e disturbo dell’attenzione.
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ASSOCIAZIONE TRA USO DI AGONISTI DEL RECETTORE GLP-1 E RISCHIO DI CARCINOMA EPATOCELLULARE: UNO STUDIO DI COORTE RETROSPETTIVO
Drug Saf, pubblicato online il 30 giugno 2025
Uno studio di coorte retrospettivo condotto tra veterani statunitensi ha mostrato che l’uso di agonisti del recettore del GLP-1 è associato a un aumento del rischio di diagnosi di carcinoma epatocellulare rispetto all’uso di inibitori della dipeptidil-peptidasi 4. Considerato l’uso sempre più diffuso di tali farmaci nella popolazione generale anche per il trattamento dell’obesità, questi risultati richiedono conferma attraverso studi prospettici su popolazioni diverse.
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RISCHIO DI FIBRILLAZIONE ATRIALE DI NUOVA INSORGENZA NEGLI UTILIZZATORI DI OPPIODI: UNA REVISIONE SISTEMATICA E METANALISI SU 24.006.367 PARTECIPANTI
Drug Saf, pubblicato online il 18 maggio 2025
Questa metanalisi fornisce dati aggregati a supporto dell’evidenza di un’associazione significativa tra uso di oppioidi e fibrillazione atriale, su un ampio campione di popolazione. È stato riscontrato un rischio quasi doppio di fibrillazione atriale di nuova insorgenza negli utilizzatori di oppioidi rispetto ai non utilizzatori.
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GABAPENTINOIDI E RISCHIO DI ESACERBAZIONE DELLA BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA
Ann Am Thorac Soc, pubblicato online il 16 luglio 2025
Questo studio retrospettivo di coorte su larga scala mostra che, tra i pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e dolore concomitante, l’inizio della terapia con gabapentinoidi era associato a un rischio più elevato di esacerbazioni di BPCO che richiedono corticosteroidi sistemici, rispetto a trattamenti con antidepressivi triciclici e inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina. Ciò suggerisce un uso cauto dei gabapentinoidi in individui con vulnerabilità respiratorie.
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Federica Galimberti (responsabile editoriale)
Elena Loggia (segreteria editoriale)
Elena Olmastroni
Andrea Rossi
Stefano Scotti