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Progetti
VACCINAZIONE ANTI-COVID-19 CON mRNA E MORTALITÀ PER TUTTE LE CAUSE A 4 ANNI NEGLI ADULTI DI ETÀ COMPRESA TRA 18 E 59 ANNI IN FRANCIA
JAMA Netw Open 2025; 8:e2546822
Questo ampio studio osservazionale mostra che, negli adulti giovani e di mezza età, la vaccinazione anti-COVID-19 con mRNA non è associata a un aumento della mortalità nel lungo periodo. Al contrario, i vaccinati presentano un rischio di morte complessivamente più basso rispetto ai non vaccinati.
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USO MATERNO DI PARACETAMOLO (ACETAMINOFENE) DURANTE LA GRAVIDANZA E RISCHIO DI DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO E DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ NELLA PROLE: UMBRELLA REVIEW DI REVISIONI SISTEMATICHE
BMJ 2025; 391:e088141
Dai risultati di questa ampia unmbrella review, non è possibile collegare in modo definitivo l’esposizione in utero a paracetamolo con queste sindromi nell’infanzia.
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ASSOCIAZIONE TRA ESPOSIZIONE A INIBITORI DI POMPA PROTONICA E IPERTENSIONE: ANALISI DESCRITTIVA E DI DISPROPORZIONALITÀ DI VIGIBASE
BMJ Open 2025; 15:e105962
Questa analisi di farmacovigilanza ha rivelato un significativo segnale di sicurezza che collega la somministrazione di inibitori di pompa protonica all’insorgenza o al peggioramento dell’ipertensione. Da un punto di vista clinico, questo studio può aiutare i medici che trattano pazienti con malattia gastroesofagea a riconoscere il potenziale ipertensiogeno di questi farmaci. Dal punto di vista pratico, dovrebbe essere eseguito sistematicamente lo screening o il monitoraggio dell’ipertensione.
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RISCHIO DI PANCREATITE ACUTA E DI EVENTI BILIARI DOPO L’INIZIO DI TERAPIE A BASE DI INCRETINE IN PAZIENTI CON DIABETE DI TIPO 2
Diabetes Care 2025; 48:2127-2137
In questo ampio studio di coorte nazionale su pazienti adulti con diabete di tipo 2, l’inizio della terapia con incretine (agonisti del recettore del GLP-1RA o inibitori della dipeptidil-peptidasi 4) non è risultato associato ad un aumento del rischio di pancreatite acuta rispetto all’inizio della terapia con inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2i). Tuttavia, i soggetti che hanno iniziato una incretina hanno mostrato un modesto aumento del rischio di eventi di malattia biliare rispetto a chi ha iniziato SGLT2i, corrispondente a meno di un evento aggiuntivo per 1000 anni-persona. Il profilo di rischio era simile tra le terapie basate sulle incretine.
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ANALISI DI DATI SULLO SHOCK INDOTTO DA FARMACI: UNO STUDIO COMPLETO DI FARMACOVIGILANZA BASATO SUL DATABASE FAERS DEGLI STATI UNITI
PLoS One 2025; 20:e0334785
Questa analisi costituisce la valutazione sistematica più completa sullo shock indotto da farmaci mai condotta fino ad oggi. Grazie alla rigorosa applicazione e integrazione di diversi metodi di analisi del segnale, 79 principi attivi hanno soddisfatto tutti e quattro i criteri di rilevamento predefiniti, con i farmaci cardiovascolari e i principi attivi anti-infettivi che rappresentavano la percentuale predominante dei segnali significativi.
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USO CONCOMITANTE DI ANTICOAGULANTI ORALI DIRETTI E FARMACI ANTIARITMICI, INTERAZIONI FARMACOLOGICHE E RISCHIO DI ICTUS ED EMORRAGIA NEI PAZIENTI CON FIBRILLAZIONE ATRIALE NON VALVOLARE: UNO STUDIO DI COORTE MULTINAZIONALE
BMC Med 2025; 23:592
Questo ampio studio multinazionale, che ha coinvolto oltre 50.000 pazienti con fibrillazione atriale non valvolare, ha mostrato che l’uso contemporaneo di DOAC (anticoagulanti orali diretti) e farmaci antiaritmici potenzialmente interagenti non era associato a un aumento del rischio di ictus ischemico, rispetto all’uso di DOAC insieme a farmaci antiaritmici non interagenti. Tuttavia, è stato osservato un aumento del rischio di emorragie maggiori, in particolare di sanguinamenti gastrointestinali e di altri sanguinamenti non gastrointestinali e non cerebrali. Inoltre, questo aumento del rischio è risultato più evidente nei pazienti di età inferiore ai 70 anni e in quelli che iniziavano contemporaneamente la terapia con antiaritmici e DOAC.
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ASSOCIAZIONE TRA LE TERAPIE MIRATE ALLA PCSK9 E IL RISCHIO DI ARITMIE: UNA META-ANALISI DI STUDI CLINICI RANDOMIZZATI
Am J Prev Cardiol 2025;24:101311
Questa meta-analisi di 28 studi randomizzati (oltre 95.000 pazienti) ha valutato il legame tra l'uso di inibitori di PCSK9 e il rischio di aritmie. I risultati non mostrano alcuna associazione significativa con fibrillazione atriale, tachicardie o morte cardiaca improvvisa, suggerendo che queste terapie non aumentano il rischio aritmico.
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EFFICACIA IN TERMINI DI COSTI DELLE TERAPIE IPOLIPEMIZZANTI NON STATINICHE COME AGGIUNTA ALLE STATINE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEI TARGET TERAPEUTICI PER IL COLESTEROLO LDL IN PAZIENTI AD ALTISSIMO RISCHIO CARDIOVASCOLARE NEL CONTESTO SPAGNOLO
J Med Econ 2025: 1-15
Questo studio ha valutato la costo-efficacia delle terapie ipolipemizzanti non statiniche aggiunte alle statine in pazienti ad altissimo rischio cardiovascolare nel contesto spagnolo. Utilizzando una simulazione Monte Carlo, sono stati stimati i costi annuali per paziente che raggiungeva gli obiettivi C-LDL raccomandati dalle linee guida ESC/EAS 2019/2025. Tra le terapie analizzate, evolocumab 140 mg ogni 2 settimane è risultata la più costo-efficace (6.200 €/paziente trattato efficacemente), seguita da alirocumab 150 mg. Inclisiran e altre dosi di alirocumab hanno mostrato efficacia inferiore e costi più elevati. In assenza di studi diretti comparativi, evolocumab è emerso come l’opzione più efficiente per raggiungere i target terapeutici nei pazienti in prevenzione secondaria.
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COSTI DECENNALI DELLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI NELL'IPERCOLESTEROLEMIA FAMILIARE GENETICAMENTE VERIFICATA RISPETTO A CONTROLLI DI PARI ETÀ E SESSO
Eur J Prev Cardiol, pubblicato on line il 25 settembre 2026
Questo studio ha analizzato i costi sanitari legati alle malattie cardiovascolari in 5585 pazienti con ipercolesterolemia familiare geneticamente confermata, confrontati con oltre 111.000 controlli abbinati per età e sesso (2010–2019). I soggetti affetti hanno sostenuto circa tre volte più costi ospedalieri e oltre dieci volte più spese farmaceutiche rispetto ai controlli, con un forte aumento dei costi per farmaci (soprattutto per l’introduzione degli inibitori di PCSK9) e una riduzione dei costi ospedalieri nel tempo.
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SUPERARE LE BARRIERE ALL'ADERENZA TERAPEUTICA GRAZIE A FARMACI INIETTABILI INNOVATIVI: UNA REVISIONE SISTEMATICA SU OPZIONI TERAPEUTICHE PER LE MALATTIE CARDIOVASCOLARI, ADERENZA TERAPEUTICA SEGNALATA E PROSPETTIVE SUL LORO UTILIZZO
Br J Clin Pharmacol. 2025 Oct 23
Questa revisione ha analizzato lo sviluppo e l’uso dei farmaci iniettabili per le malattie cardiovascolari, concentrandosi su aderenza, persistenza e fattori che ne influenzano l’utilizzo secondo pazienti e operatori sanitari. Sono stati inclusi 54 studi pubblicati tra il 2005 e il 2025. L’aderenza variava tra le diverse terapie: gli iniettabili a somministrazione meno frequente (come gli inibitori di PCSK9 e gli agonisti del recettore GLP-1 settimanali) mostravano una maggiore persistenza rispetto ai regimi giornalieri. Le principali barriere riguardavano ansia da ago, effetti collaterali, costi e scarsa conoscenza dei clinici, mentre i facilitatori includevano educazione e supporto. Migliorare la formazione degli operatori e l’informazione dei pazienti può potenziare l’aderenza e gli esiti a lungo termine.
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Federica Galimberti (responsabile editoriale)
Elena Loggia (segreteria editoriale)
Elena Olmastroni
Andrea Rossi
Stefano Scotti
Giornale Italiano di Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione