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Progetti
SICUREZZA ED EFFICACIA DI OBICETRAPIB IN PAZIENTI AD ALTO RISCHIO CARDIOVASCOLARE
N Engl J Med, pubblicato online il 7 maggio 2025
Questo trial ha dimostrato che tra i pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica o ipercolesterolemia familiare eterozigote, che ricevevano le dosi massime tollerate di terapia ipolipemizzante e che erano ad alto rischio di eventi cardiovascolari, obicetrapib ha determinato una riduzione dei livelli di colesterolo LDL di 32,6 punti percentuali. Questi risultati suggeriscono che obicetrapib può essere un utile complemento alla terapia di riduzione dei lipidi nei pazienti ad alto rischio di eventi cardiovascolari.
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LE LINEE GUIDA INTERNAZIONALI SULLA DEPRESCRIZIONE NON HANNO AVUTO IMPATTO SULLA PRATICA CLINICA EFFETTIVA DI DEPRESCRIZIONE DEI FARMACI POTENZIALMENTE INAPPROPRIATI NEI RESIDENTI IN CASE DI RIPOSO: UN'ANALISI DELLE SERIE TEMPORALI INTERROTTE
Drugs Aging 2025; 42(5):485-499
Questo studio basato sulla popolazione ha valutato i trend di deprescribing nelle case di riposo in Belgio nel periodo tra il 2014 e il 2019, tra i residenti con un’aspettativa di vita limitata. Nonostante la pubblicazione di linee guida sul tema, i tassi di deprescrizione dei farmaci potenzialmente inappropriati sono diminuiti nel tempo. Questi risultati evidenziano che la sola diffusione delle linee guida non è sufficiente a promuovere la deprescrizione nella pratica clinica reale, sottolineando la necessità di strategie di implementazione più efficaci.
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EFFICACIA REAL-WORLD DELLA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE NELLA PREVENZIONE DELL'INFLUENZA E DELLA SINDROME SIMIL-INFLUENZALE NEI BAMBINI
Vaccine 2025; 53:126946
Questo studio nazionale basato sulla popolazione fornisce evidenze real-world sull'efficacia moderata e comparabile dei vaccini vivi attenuati quadrivalenti (LAIV-4) e vaccini inattivati contro l'influenza o la sindrome simil-influenzale tra i bambini in Italia. Le analisi sull'efficacia dei LAIV-4 nella popolazione pediatrica sono fondamentali per ottimizzare le campagne di vaccinazione contro l'influenza in età pediatrica, al fine di aumentare l'accettazione e la diffusione della vaccinazione tra i bambini.
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TIRZEPATIDE A CONFRONTO CON SEMAGLUTIDE PER IL TRATTAMENTO DELL'OBESITÀ
N Engl J Med, pubblicato online l’11 maggio 2025
In questo trial, gli adulti con obesità ma senza diabete hanno registrato una riduzione del peso del 20,2% a 72 settimane con tirzepatide, rispetto a una riduzione del 13,7% con semaglutide. La riduzione di peso è stata di circa il 6% inferiore tra gli uomini rispetto alle donne in entrambi i gruppi di trattamento.
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ANALISI COSTO-EFFICACIA DI EVOLOCUMAB O INCLISIRAN IN COMBINAZIONE CON STATINE RISPETTO ALLA MONOTERAPIA CON STATINE IN PAZIENTI CON MALATTIA CARDIOVASCOLARE ATEROSCLEROTICA IN CINA
Appl Health Econ Health Policy, pubblicato on line il 5 maggio 2025
Il presente studio ha valutato la costo-efficacia di evolocumab e inclisiran in combinazione con statine rispetto alla monoterapia con statine in pazienti cinesi con malattia cardiovascolare aterosclerotica. I risultati mostrano che evolocumab + statine è costo-efficace grazie alla forte riduzione di prezzo ottenuta tramite la negoziazione del prezzo avvenuta a livello nazionale, mentre inclisiran + statine non risulta costo-efficace al prezzo attuale. L’estensione della politica di negoziazione dei prezzi a inclisiran potrebbe migliorarne significativamente la convenienza economica.
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DEPRESCRIZIONE NEGLI ANZIANI CHE VIVONO IN COMUNITÀ: UNA REVISIONE SISTEMATICA E METANALISI
JAMA Netw Open 2025; 8(5):e259375
Questa revisione sistematica e metanalisi ha valutato gli interventi di deprescrizione negli anziani che vivono in comunità. Le evidenze, di certezza moderata, mostrano una riduzione lieve, ma statisticamente significativa, del numero totale di farmaci prescritti, associata ad interventi di deprescrizione, con un impatto tuttavia limitato sulla proporzione di individui a cui viene prescritto almeno un farmaco potenzialmente inappropriato.
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IMPATTO DEGLI INIBITORI DI PCSK9 SUL SANGUINAMENTO E SUGLI ESITI AVVERSI NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A TERAPIA ANTIPIASTRINICA DOPO PCI: UNO STUDIO DI COORTE
Int J Cardiol 2025; 434:133352
In questo studio retrospettivo su oltre 85.000 pazienti sottoposti ad angioplastica coronarica percutanea (PCI) e terapia antipiastrinica, i pazienti trattati con inibitori di PCSK9 non hanno mostrato un aumento del rischio di sanguinamento grave, e hanno contemporaneamente sperimentato una riduzione significativa di eventi avversi, tra cui morte, necessità di rivascolarizzazione e complicanze cardiovascolari maggiori.
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ASSOCIAZIONE TRA AGONISTI E ANTAGONISTI DEI β-ADRENORECETTORI E MORBO DI PARKINSON: UNA REVISIONE SISTEMATICA E METANALISI
Pharmacoepidemiol Drug Saf 2025; 34:e70140
In questa revisione sistematica e metanalisi, i β-antagonisti, in particolare il propranololo, mostravano un'associazione positiva con il rischio di morbo di Parkinson, ma questo effetto potrebbe essere dovuto a bias protopatico, poiché il propranololo è usato anche per il tremore, un sintomo precoce della malattia. Al contrario, i β2-agonisti non risultavano associati a un aumento del rischio, con alcuni dati che suggerivano un possibile effetto protettivo. Nel complesso, non emerge una prova solida di un legame causale tra questi farmaci e il Parkinson.
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ASSOCIAZIONE TRA ANTICOAGULANTI IN PRESENZA DI FARMACI INTERAGENTI E RISCHIO DI EMORRAGIA MAGGIORE NELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE NON VALVOLARE: UNO STUDIO CASO-CONTROLLO NEL DATABASE SIDIAP, CATALOGNA, SPAGNA
Clin Ther 2025; S0149-2918(25)00122-5
Questo studio ha riscontrato un'associazione tra emorragie maggiori nei pazienti in terapia anticoagulante e l'esposizione a farmaci potenzialmente interagenti. Questo studio evidenzia il potenziale impatto delle interazioni farmacologiche sul rischio di emorragie cerebrali e gastrointestinali nei pazienti anticoagulati. Strategie proattive come la stratificazione del rischio o l’uso di inibitori della pompa protonica potrebbero essere esplorate per migliorare la sicurezza del paziente ottimizzando la terapia anticoagulante orale.
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TIRZEPATIDE PER IL TRATTAMENTO DELL'OBESITÀ E LA PREVENZIONE DEL DIABETE
N Engl J Med 2025; 392:958-971
In questa sperimentazione clinica che ha coinvolto persone con obesità e prediabete, coloro che sono stati assegnati a ricevere tirzepatide hanno avuto una riduzione media del peso corporeo fino al 20%, che si è mantenuta per oltre 3 anni (176 settimane), e il rischio di progressione verso il diabete di tipo 2 è stato nettamente inferiore rispetto a placebo. In termini assoluti, quasi il 99% (752 su 762) dei partecipanti che hanno ricevuto tirzepatide non ha sviluppato diabete, un risultato impressionante che dimostra un beneficio sostanziale per oltre 3 anni con un intervento farmacologico in uno studio clinico.
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Federica Galimberti (responsabile editoriale)
Elena Loggia (segreteria editoriale)
Elena Olmastroni
Andrea Rossi
Stefano Scotti