THE
SAFETY OF ROSUVASTATIN AS USED IN COMMON CLINICAL PRACTICE. A POSTMARKETING ANALYSIS
Alsheikh-Ali AA, Ambrose MS, Kuvin JT, et al. Circulation 2005; 111:3051-3057
Secondo i risultati di un'analisi postmarketing, pubblicata on-line
su Circulation, rosuvastatina è la statina maggiormente implicata
nella comparsa di tossicità. Pur manifestando un basso rischio globale,
le statine non dovrebbero essere utilizzate al di fuori delle direttive contenute
nelle linee guida. I ricercatori hanno revisionato le segnalazioni di eventi
avversi da rosuvastatina raccolte dalla FDA nel primo anno di commercializzazione
ed hanno calcolato il tasso degli eventi avversi verificatisi per ogni milione
di prescrizioni, basandosi sulla data di prescrizione. Sono state confrontate
le ADR da rosuvastatina con quelle da atorvastatina, simvastatina, e pravastatina
nello stesso periodo e nel loro primo anno di commercializzazione; inoltre si
sono confrontate anche le ADR da cerivastatina, sempre nel primo anno di immissione
sul mercato. L'endpoint composto era rabdomiolisi, proteinuria, nefropatia
o insufficienza renale. Rosuvastatina, per quasi tutti i confronti operati,
era più frequentemente associata in modo significativo (p<0,001) all'endpoint
composto. Le reazioni avverse come rabdomiolisi, proteinuria o insufficienza renale
tendevano a comparire subito dopo l'inizio della terapia con rosuvastatina (dopo
12 settimane) e con dosi di farmaco modeste (10 mg o meno). In un'analisi secondaria,
le ADR da rosuvastatina sono risultate essere più comuni di quelle causate
dalle altre statine, nonostante queste abbiano una diffusione molto più
ampia, anche per quanto riguarda eventi come tossicità epatica e muscolare
senza rabdomiolisi. Questi risultati sostengono i dubbi riguardanti la relativa
sicurezza di rosuvastatina alle dosi terapeutiche comunemente impiegate in una
popolazione normale. È importante che i medici prediligano le altre statine
disponibili come farmaci di prima scelta, che la terapia venga iniziata con le
dosi più basse possibili, che si ponga attenzione all'abbassamento anche
delle lipoproteine a bassa densità di colesterolo (combinando, per es.,
statina ed ezetimibe) e alla comparsa di ADR nel caso venga utilizzata rosuvastatina.
Le limitazioni dello studio sono quelle legati alle analisi postmarketing
di ADR, tra cui la sottosegnalazione, l'impossibilità di confermare il
nesso di causalità o di controllare i fattori di confondimento con un'analisi
retrospettiva e l'incapacità di determinare i meccanismi di aumento delle
frequenze di ADR da rosuvastatina.
EVENTI AVVERSI DA STATINE EMERSI DALL'ANALISI POSTMARKETING (1/10/2003-30/9/2004)
| Rosuvastatina |
Simvastatina |
Pravastatina |
Atorvastatina |
N
eventi avversi |
145
| 381 |
52
| 315 |
Prescrizioni
(in milioni) | 5,2 |
29,8 |
15 |
72,9 |
Età
(anni) | 59,6
| 65,3 |
66,3 |
62,1 |
Maschi
(%) | 55
| 63
| 69
| 46 |
Outcome
(%) | | |
| |
Morti |
2
| 6
| 15
| 10 |
Ospedalizzazione |
72
| 76
| 83
| 66 |
No
ospedalizzazione | 26
| 18
| 2
| 24 |
Nell'editoriale
di accompagnamento, pubblicato sul medesimo numero di Circulation, Grundy
sottolinea che le problematiche associate alle segnalazioni delle reazioni avverse
sono state esaurientemente esaminate nel report di marzo 2005 dell'FDA (v. nostra
news marzo 2005). In quella sede si concludeva che tutte le evidenze disponibili
(inclusi i dati preclinici, gli studi clinici premarketing, gli studi clinici
di fase 4 ed i report postmarketing di reazioni avverse) indicavano che rosuvastatina
non possedeva un rischio di tossicità muscolare superiore a quello delle
altre statine e, per quanto riguarda la nefrotossicità, non vi sono dati
convincenti che il farmaco in questione ponga a rischio di importanti danni renali.
Le segnalazioni di eventi avversi risulterebbero quindi utili per identificare
i segnali di tossicità di un farmaco, meno utili invece per una quantificazione
del rischio relativo delle diverse molecole appartenenti alla medesima classe.
Sarebbe inopportuno per un paziente sospendere la terapia con statine per timore
degli effetti collaterali perché questo provocherebbe un aumento del rischio
cardiovascolare.
Grundy conclude il suo editoriale proponendo sei punti
con cui articolare maggiormente il dibattito in atto: | la
tossicità di rosuvastatina è di gran lunga inferiore a quella di
cerivastatina, molecola ritirata da mercato nell'agosto del 2001 per i gravi effetti
collaterali causati ; | | l'incidenza
assoluta di miopatia grave associata all'uso di rosuvastatina è molto bassa,
comparabile con quella delle altre statine; | | in
caso si verifichi una miopatia grave, spesso sono presenti fattori di rischio
concomitanti per l'insorgenza di questa reazione avversa; | | la
scelta della statina e della dose terapeutica dovrebbe dipendere da numerosi fattori,
tra cui il grado desiderato di diminuzione del colesterolo LDL, i costi e la possibilità
di interazioni con altri farmaci. Tali interazioni sono riportate dai foglietti
illustrativi autorizzati dalla FDA; | | i
medici hanno la responsabilità di conoscere e comprendere il profilo di
sicurezza di ciascun medicinale in uso nella pratica clinica affinché la
scelta del farmaco e della dose possano bilanciare appropriatamente i benefici
ed i rischi legati alla terapia; | | le
dosi di statine non dovrebbero essere superiori a quelle richieste per il raggiungimento
degli obiettivi terapeutici prefissati. |
|