Fonti:
ANSA, Pfizer, theheart.org. 4 dicembre 2006
Sabato
2 dicembre 2006 l'azienda farmaceutica Pfizer ha comunicato
la decisione di interrompere la sperimentazione clinica relativa al trattamento
a base di torcetrapib per i gravi danni collaterali arrecati ai pazienti
che possono averne causato la morte.
Questo
principio attivo è un inibitore della proteina di trasferimento
degli esteri del colesterolo (CEPT), la quale facilita il trasferimento
dei colesteril esteri dal colesterolo HDL alle lipoproteine che contengono
apolipoproteina B. L'inibizione di questo processo porta ad un innalzamento
del colesterolo HDL, che le evidenze cliniche hanno dimostrato avere un
effetto ateroprotettivo.
In
un lavoro pubblicato nel 2004 sul New England Journal of Medicine
(vedi nostra news
di aprile 2004) i ricercatori hanno cercato di stimare gli effetti di
torcetrapib sulle lipoproteine plasmatiche in soggetti con un bassi livelli
di colesterolo HDL (<40 mg/dL [1,0 mmol/L]); il farmaco era somministrato
da solo o in associazione con atorvastatina. 19 soggetti (17 uomini e
2 donne), di età compresa tra i 18 e i 70 anni, sono stati arruolati
nello studio e avviati al trattamento con torcetrapib (120 mg/die); 9
di essi hanno ricevuto atorvastatina (40 mg/die) in associazione. Sei
soggetti del primo gruppo hanno partecipato anche ad una terza fase dello
studio, durante la quale hanno assunto torcetrapib 120 mg/due volte al
giorno per 4 settimane. Dai dati era emerso che torcetrapib riduceva significativamente
l'attività della CETP, determinando un aumento dei livelli plasmatici
di colesterolo HDL, da 30±6 mg/dL (0,7±0,2 mmol/L) basali
a 47±10 mg/dL e a 70±15 mg/dL, se somministrato in singola
dose o in dose doppia, rispettivamente. Torcetrapib aumentava anche le
concentrazioni di apolipoproteina A-1 e abbassava le concentrazioni plasmatiche
del colesterolo LDL e della apolipoproteina B.
Le
evidenze allarmanti riguardanti la sicurezza del farmaco sono emerse nel
corso dello studio ILLUMINATE, un trial randomizzato, in doppio
cieco di valutazione degli effetti di torcetrapib/atorvastatina vs atorvastatina
sull'occorrenza di eventi cardiovascolari maggiori in 15.000 soggetti
con malattia coronarica o rischi equivalenti. Il Data Safety Monitoring
Board (DSMB) ha quindi raccomandato l'interruzione dello studio per
un eccesso di mortalità e di eventi cardiovascolari nel braccio
di trattamento attivo. Complessivamente, sono morti 82 pazienti che stavano
assumendo la combinazione dei due farmaci rispetto a 51 pazienti morti
nel gruppo in atorvastatina.
Torcetrapib
era stato posto sotto attenta valutazione negli ultimi mesi poichè
era emersa l'evidenza che aumentava la pressione sistolica. I primi report
indicavano un aumento di 2-3 mm Hg, ma dati più recenti provenienti
da trial di fase III avevano invece dimostrato un aumento superiore (3-4
mm Hg). A quel tempo alcuni esperti ritennero che questo effetto indesiderato
potesse essere gestito, mentre altri notarono che un incremento pressorio
di questa entità, se trasferito alla popolazione, avrebbe potuto
tradursi in un aumento della mortalità per ictus del 20% e per
malattie ischemiche cardiache del 12%.
L'investigatore principale sostiene che l'effetto sulla pressione potrebbe
rappresentare una possibile spiegazione per l'eccessiva mortalità,
che non dovrebbe invece dipendere dal meccanismo che porta all'aumento
dell'HDL.
C'è una differenza tra il colesterolo HDL prodotto dall'inibizione
della proteina CEPT e dall'apoA-1 Milano, un mimetico dell'HDL che ha
dimostrato, in studi condotti nel 2003, di conferire un'elevata protezione
contro le malattie cardiovascolari. Mentre l'apoA-1 è in grado
di sottrarre colesterolo dalla parete dei vasi riportandolo al fegato,
l'HDL prodotto inibendo la CEPT è una lipoproteina matura, carica
di colesterolo, e che può essere disfunzionale.
Fonte Adnkronos Salute. 4 dicembre 2006
''E' molto importante che la notizia del blocco dello studio sul nuovo
anticolesterolo di Pfizer torcetrapib non induca i pazienti in cura con
statine a sospendere la terapia: le statine sono infatti tra i medicinali
per uso cronico più studiati al mondo, il loro profilo di efficacia
e sicurezza resta confermato e chi le sta assumendo può e deve
continuare a farlo senza alcuna paura per quello che è successo''.
Il monito arriva da Alberico Catapano, ordinario di Farmacologia e direttore
del Centro Studi Aterosclerosi dell'Università degli Studi di Milano.
''Torcetrapib e statine sono due cose molto diverse - conferma l'esperto-
Il medicinale che Pfizer stava sviluppando era infatti il capostipite
di una nuova classe terapeutica: gli inibitori della proteina CETP, che
nell'organismo ha il compito di trasferire il colesterolo dalle lipoproteine
Hdl alle altre. Bloccando questa proteina, quindi, i livelli di colesterolo
'buono' HDL aumentano in modo marcato''. Secondo lo specialista ''è
fondamentale precisare che lo stop allo sviluppo del torcetrapib non decreta
assolutamente la morte di questa nuova 'famiglia' di composti anticolesterolo.
Sono molecole estremamente promettenti, e ce ne sono altre in fase di
sperimentazione clinica''. Rispetto a queste ultime, precisa Catapano,
''già negli studi preclinici il torcetrapib aveva mostrato una
caratteristica del tutto particolare, tipica di questo composto, ma non
degli altri della stessa classe. Si era infatti evidenziato che torcetrapib
aumentava di 3-4 millimetri di mercurio (mm Hg) in media la pressione
arteriosa, e le morti e gli eventi cardiovascolari sospetti potrebbero
essere collegati a questo effetto''. Ciò significa che ''gli studi
sugli altri principi attivi della stessa 'famiglia' devono continuare,
pur con attenzione''.
Il docente ricorda infine che ''torcetrapib non era un farmaco in commercio,
ma in fase III avanzata di sviluppo clinico. E contrariamente a quanto
qualcuno sostiene - conclude - questa vicenda dimostra ancora una volta
come, prima di essere immessi sul mercato e venduti ai pazienti, tutti
i farmaci vengano sperimentati con estrema attenzione alla sicurezza''.
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