HC
Gerstein, JFE Mann, Q Yi, B Zinman, SF Dinneen, B Hoogwerf, JP Hallè,
J Young, A Rashkow, C Joyee, S Nawaz, S Yusuf per l'HOPE Study Investigator
(New England Journal of Medicine, 2000; 342:145-153)
Riassunto
PREMESSA La microalbuminuria è un fattore di rischio per
gli eventi cardiovascolari. La relazione tra livelli di albuminuria e
rischio cardiovascolare è ancora sconosciuta.
SCOPO Stimare il rischio di eventi cardiovascolari in pazienti
ad alto rischio con e senza diabete mellito che hanno microalbuminuria
e determinare quali sono i livelli di albuminuria al di sotto della soglia
che conferiscono un aumentato rischio cardiovascolare.
DISEGNO Studio HOPE, studio di coorte
condotto tra il 1994 e il 1999 con un follow-up medio di 4,5 anni tra
medici di famiglia e specialisti nel Nord e Sud America ed in Europa.
PARTECIPANTI Soggetti con età >55 anni in su con malattia
cardiovascolare pregressa (n=5545) oppure diabete mellito ed almeno un
fattore di rischio CV (n=3498) e una determinazione al basale del rapporto
albumina/creatinina (ACR) nelle urine.
END POINT Eventi cardiovascolari (infarto, ictus, morte per eventi cardiovascolari),
morti per tutte le cause e ospedalizzazione per scompenso cardiaco congestizio.
RISULTATI I livelli basali di microalbuminuria sono stati valutati
in 1140 soggetti (32,6%) con diabete mellito e in 823 (14,8%) senza diabete
all'inizio dello studio. La microalbuminuria aumenta il rischio relativo
aggiustato (RR) di eventi cardiovascolari maggiori (RR 1,83; 95% IC 1,64
- 2,05), di morte per tutte le cause (RR 2,09; 95% IC 1,84 - 2,38), di
ospedalizzazione per scompenso cardiaco congestizio (RR 3,23; 95% IC 2,54
- 4,10). Valori simili di RR sono stati osservati nei soggetti con e senza
diabete, anche dopo aggiustamento per altri fattori di rischio cardiovascolari
(ad es. il rischio relativo aggiustato per l'end point primario aggregato
nei pazienti diabetici era 1,97 [95% IC 1,68-1,31] e nei non diabetici
1,61 [95% IC 1,36 - 1,90]). Confrontati con il quartile più basso
del rapporto albumina/creatinina (<0,22 mg/mmol) gli RR dell'end point
primario aggregato nel secondo quartile (ACR 0,22-0,57 mg/mmol) era 1,11
(95% IC 0,95 - 1,30), nel terzo quartile (ACR 0,58-1,62 mg/mmol) era 1,38
[95% IC 1,19 - 1,60], nel quarto quartile (ACR >1,62 mg/mmol) era 1,97
[95% IC 1,73 - 2,25] (p<0.001 per il trend, anche dopo esclusione dei
pazienti con microalbuminuria). Per ogni aumento di 0,4 mg/mmol dei livelli
di ACR, il rischio aggiustato di eventi cardiovascolari maggiori aumentava
del 5,9% (95% IC 4,9% - 7,0%).
CONCLUSIONI Questi risultati suggeriscono che qualsiasi livello
di albuminuria rappresenta un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari
in pazienti con e senza diabete; il rischio aumenta con l'aumentare del
rapporto albumina/creatinina partendo dai livelli minimi al di sotto della
soglia di microalbuminuria. Lo screening dell'albuminuria permette l'identificazione
delle persone ad alto rischio di eventi CV.
Commento
Un numero crescente di studi epidemiologici ha dimostrato che la microalbuminuria
(MA) è un forte fattore di rischio indipendente per gli eventi
cardiovascolari (CV).
I risultati ottenuti valutando post-hoc i dati dello studio HOPE, limitato
ai soggetti arruolati per i quali era stata determinata l'ACR (rapporto
albumina/creatinina) all'inizio dello studio, supportano questa conclusione.
La MA è un forte fattore di rischio indipendente anche per l'ospedalizzazione
per scompenso cardiaco congestizio e per la morte per tutte le cause in
soggetti con o senza storia pregressa di malattia CV. Un'altra evidenza
rilevante di questo studio è la dimostrazione che esiste una relazione
tra livelli di albuminuria e numero di eventi CV, anche per quei valori
inferiori a 0,5 mg/mmol, generalmente accettati come dose-soglia in fase
di screening nella diagnosi di MA.
Perché l'albuminuria costituisce un fattore di rischio per le malattie
CV? Una concentrazione molto bassa di albumina urinaria può difficilmente
essere considerata una causa diretta. L'albuminuria è, tuttavia,
associata con molti altri fattori di rischio che possono essere essi stessi
causali o collegati a processi causali. Questi includono l'iperglicemia,
l'ipertensione, la disfunzione renale, le dislipidemie, l'iperomocisteinemia,
le proteine assunte con la dieta, il fumo e i markers di risposta infiammatoria.
L'albuminuria è anche indice di aumentata permeabilità endoteliale
e può quindi essere un marker, facilmente misurabile, di disfunzione
endoteliale diffusa, che sottende una patologia micro o macrovascolare.
Si tratta di un dosaggio facilmente standardizzabile e di basso costo
che può quindi venir utilizzato come test di screening per l'individuazione
di soggetti ad alto rischio di futuri eventi che possono essere indirizzati
ad una strategia preventiva.
E' inoltre importante notare che la relazione tra MA e rischio di malattia
CV è continua, come per i principali fattori di rischio (colesterolo
totale, pressione arteriosa, ecc.)
Nel loro insieme i dati questo sottostudio HOPE suggeriscono che una singola
determinazione dell'ACR può aiutare a meglio definire il rischio
CV di un paziente.
Bibliografia
sullo Studio HOPE
Can J Cardiol 1996; 12:127-137
New England Journal of Medicine 1999; 341: 410-418
New Eng J Med 2000; 342:145-153
Lancet 2000; 355: 253-259
JAMA 2001, 286: 421-426
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