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STATINS, LOW-DENSITY LIPOPROTEIN CHOLESTEROL, AND RISK OF CANCER
Alsheikh-Ali AA, Trikalinos TA, Kent DM, Karas RH
J Am Coll Cardiol, pubblicato on line il 20 agosto 2008
Una nuova metanalisi mostra come ci sia una associazione inversa significativa
tra livelli di colesterolo LDL in corso di trattamento con statine e cancro,
associazione che rimane anche dopo aggiustamento per età ed altre
variabili.
RIASSUNTO
OBIETTIVI Determinare se la riduzione del colesterolo LDL mediata
dalle statine è associata ad un aumento nel rischio di cancro.
CONTESTO Gli stessi autori hanno recentemente riportato una associazione
inversa tra livelli di C-LDL in trattamento e cancro incidente nei pazienti
trattati con statine arruolati in un ampio trial randomizzato, sollevando
discussione su un possibile effetto cancerogeno del trattamento ipolipemizzante
con questi farmaci. Tuttavia metanalisi suggeriscono un effetto globale
neutro delle statine sul cancro incidente.
METODI Una ricerca sistematica della letteratura ha identificato
15 trial randomizzati con statine con più di 1000 anni-persona
di follow-up che fornivano sia i livelli di C-LDL che i tassi di casi
incidenti di cancro (19 bracci con statine e 14 controllo; 437.017 anni-persona
cumulativi di follow-up; 5.752 cancri incidenti).
RISULTATI Nei bracci in statina l'analisi di meta-regressione ha
dimostrato un'associazione tra trattamento del C-LDL e cancro incidente,
con un eccesso di 2,2 (IC al 95% da 0,7 a 3,6) casi di cancro/1000 anni-persona
per ogni decremento di 10 mg/dL del C-LDL ottenuto in corso di terapia
(p=0,006). La differenza corrispondente tra i bracci di controllo era
1,2 (da -0,2 a 2,6; p=0,09). Rispetto al controllo, la linea di regressione
nel gruppo trattato era significativamente spostata a sinistra, dimostrando
che tassi simili di cancro incidente erano associati a livelli più
bassi di C-LDL (p<0,05). La meta-regressione ha dimostrato che le statine
non hanno un effetto sul rischio di cancro per tutti i livelli in terapia
del C-LDL.
CONCLUSIONI Esiste un'associazione inversa tra C-LDL in terapia
e cancro incidente. Tuttavia le statine, malgrado producano una riduzione
nei livelli del lipide, non sono associate al rischio aumentato di cancro.
EDITORIALI
STATIN TREATMENT DOES NOT CAUSE CANCER
Daniel Steinberg
J Am Coll Cardiol, pubblicato on line il 20 agosto 2008
E' noto che il cancro reduce i livelli di colesterolo LDL anche 10 anni
prima di rivelarsi clinicamente.
Le coorti che sono state arruolate nei trial sulle statine sicuramente
includono alcuni soggetti con bassi livelli di LDL al basale perché
già ammalati di cancro. La curva che correla l'LDL iniziale e la
successiva incidenza di cancro è a forma di J; ciò significa
che includendo in uno studio un grande numero di soggetti e osservandoli
per 5 anni senza alcun trattamento si osserverebbe una mortalità
per cancro più alta in quelli che avevano i livelli più
bassi di LDL. Si potrebbe ascrivere ciò (anche se non del tutto)
al fatto che cancri subclinici stiano riducendo i livelli del lipide in
quei soggetti. Questo è vero per le leucemie e altri tumori del
sistema emopoietico, ma anche in qualche grado per tutti i tipi di cancro.
Le cellule tumorali esprimono alti livelli di recettori per le LDL e catabolizzano
le stesse ad una velocità maggiore del normale. Quindi bassi LDL
rappresentano il risultato e non la causa del cancro.
I soggetti con cancro latente e livelli iniziali di LDL molto bassi probabilmente
rispondono alla terapia con statine allo stesso modo del resto della coorte.
Essi saranno nel gruppo trattato con i livelli di LDL più bassi.
L'eccesso di incidenza di cancro in questo gruppo riflette quindi una
loro preesistente malattia e questo dovrebbe essere altrettanto vero nei
soggetti controllo.
La metanalisi di Alsheikh-Ali et al. ha ottenuto proprio questi risultati.
E' stato enfatizzato che ciò che gli autori hanno osservato era
il rischio di cancro correlato ai livelli in trattamento di LDL. Esso
non correlava con il grado di riduzione dell'LDL indotto dalle statine,
se espresso in termini relativi (% di diminuzione) o in termini assoluti
(riduzione in mg/dL).
Un cancro preesistente non può però spiegare del tutto la
curva a J. Infatti quando esso si manifesta durante i primi anni e viene
escluso dalle valutazioni, in base all'assunzione che doveva essere già
presente al basale, la correlazione LDL/cancro si indebolisce considerevolmente
ma non raggiunge lo zero. Dopo aver eliminato tutti i casi di cancri manifestatisi
nei primi 5 anni, rimane ancora un residuo di eccesso di incidenza nel
gruppo a basso C-LDL. Tuttavia ci sono evidenze che dimostrano che in
condizioni di basso LDL ci può anche essere una latenza di 10 anni.
Inoltre, altre malattie croniche, quali alcolismo o cirrosi, possono ridurre
i livelli di colesterolo e anche predisporre al cancro.
La questione centrale per i clinici è se un basso LDL porta con
sè un pericolo intrinseco di cancro o di altre gravi conseguenze.
Quasi certamente no. Molti mammiferi hanno livelli di LDL tra i 40 ed
i 50 mg /dL per tutto l'arco della vita; i livelli del lipide nel sangue
da cordone ombelicale sono nello stesso range; alcuni pazienti con ipo-betalipoproteinemia
vivono bene, e a volte anche a lungo, con livelli tra 10 e 20 mg/dL. I
livelli cellulari di colesterolo sono attentamente controllati dai recettori
per le LDL, che nei tessuti periferici sono già saturati al 50%
a livelli plasmatici di LDL di solo 10 mg/dL. Quindi le cellule continuano
a captare LDL nella giusta quantità anche quando i livelli circolanti
sono estremamente bassi. Non ci dovrebbero essere pertanto esitazioni
nel cercare di abbassare l'LDL a livelli di 50-70 mg/dL nei pazienti ad
alto rischio.
Né il trattamento con statine, né bassi livelli di LDL indotti
dalle statine aumentano il rischio di cancro.
LOW LDL-C LEVELS AND CANCER: REASSURING BUT STILL NOT DEFINITIVE
Ben-Yehuda O, DeMaria AN
J Am Coll Cardiol, pubblicato on line il 20 agosto 2008
Mentre l'articolo di Alsheikh-Ali et al. e l'editoriale di Steinberg erano
in stampa sono stati diffusi i risultati dello studio SEAS
e della metanalisi
degli studi SHARP e IMPROVE-IT.
Sono state evidenziate diverse importanti limitazioni di quest'ultima
analisi:
1. la durata del trattamento in questi trial in corso è significativamente
più breve di quella del SEAS;
2. SHARP è uno studio controllato vs placebo mentre IMPROVE-IT
confronta eze+simva con simva;
3. i livelli di LDL (basali e in trattamento) per questi trial non sono
stati riportati; i criteri di inclusione per IMPROVE-IT richiedevano comunque
bassi livelli basali di LDL (125 mg/dL per i nuovi trattati) e ci si aspettava
che entrambi i bracci di trattamento avessero bassi livelli di LDL, oscurando
qualsiasi potenziale effetto avverso di bassi livelli di lipide.
Mentre il trattamento con statine sembra non aumentare il rischio di cancro,
la questione di una possibile correlazione tra LDL molto basso e cancro
non è stata definitivamente risolta.
Bisognerebbe disporre dei dati di colesterolo LDL dei singoli pazienti
per verificare in diverse parti dei trial gli andamenti dei livelli, anche
in relazione alla terapia.
Anche i tassi di cancro riportati in altri trial precedenti con statine
sono incompleti: per esempio il TNT riportava un aumento statisticamente
non significativo di morti per cancro (85 vs 75 casi) nel braccio con
atorvastatina 80 mg/dL vs il braccio con atorvastatina 10 mg/dL, ma non
riferiva l'incidenza complessiva di cancro. Data l'importanza del problema
è indispensabile che la FDA e l'industria farmaceutica analizzino
e relazionino immediatamente qual è l'incidenza di cancro nei vari
trial con un'analisi a livello di paziente. I dati del SEAS non sono definitivi
e supportano la necessità di ulteriori studi.
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