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SAFETY
31/01/2012

PROFILO DI TOSSICITA’ DEL LITIO: REVIEW SISTEMATICA E METANALISI

LITHIUM TOXICITY PROFILE: A SYSTEMATIC REVIEW AND META-ANALYSIS
McKnight RF, Adida M, Budge K, et al.

Lancet, pubblicato on line il 19 gennaio 2012


Sebbene siano stati evidenziati effetti indesiderati della terapia con il litio, soprattutto a carico delle paratiroidi, i ricercatori sostengono l’efficacia di questo farmaco nel trattamento del disturbo bipolare, poichè le evidenze ne hanno confermato gli importanti benefici terapeutici rispetto ad alcuni dei farmaci alternativi.

 

RIASSUNTO

CONTESTO Il litio costituisce un trattamento ampiamente usato ed efficace per i disturbi dell'umore. C'è stata preoccupazione per la sua sicurezza, ma non è mai stata realizzata un'adeguata sintesi delle evidenze di effetti avversi. Si è voluto delineare un profilo sistematico e clinicamente informativo della sua tossicità.

METODI Sono state condotte una revisione sistematica e una metanalisi di studi randomizzati controllati e di studi osservazionali. È stata effettuata una ricerca in database elettronici, riviste specializzate, elenchi di riferimento, libri di testo e abstract di conferenze. E’ stata utilizzata una gerarchia delle evidenze che considerava trial randomizzati controllati, studi di coorte, studi caso-controllo e case report su pazienti con disturbi dell'umore trattati con litio. Gli end point erano la funzionalità renale, tiroidea e paratiroidea, il cambiamento di peso, disturbi della pelle, disturbi dei capelli e teratogenicità.

RISULTATI Sono stati esaminati 5988 abstract per l’ammissibilità e sono stati inclusi nell’analisi 385 studi. In media, la velocità di filtrazione glomerulare era ridotta di 6,22 mL/min (IC 95% da -14,65 a 2,20; p=0,148) e la capacità di concentrazione dell’urina del 15% del valore massimo normale (differenza media pesata –158,43 mOsm/kg; da -229,78 a -87,07; p <0,0001). Il litio può aumentare il rischio di insufficienza renale, ma il rischio assoluto osservato era piccolo (18 su 3369 [0,5%] pazienti che avevano ricevuto una terapia renale sostitutiva). La prevalenza di ipotiroidismo clinico era aumentata nei pazienti in trattamento con litio rispetto a quelli trattati con placebo (odds ratio [OR] 5,78; 2,00-16,67; p=0,001) e i livelli di ormone stimolante la tiroide erano aumentati in media di 4,00 iU/mL (3,90-4,10; p<0,0001). La terapia con litio era associata a un aumento nel sangue di calcio (+0,09 mmol/L; 0,02-0,17; p=0,009) e di ormone paratiroideo (+7,32 pg/mL; 3,42-11,23; p<0,0001). I pazienti trattati con litio guadagnavano più peso rispetto a quelli trattati con placebo (OR 1,89; 1,27-2,82; p=0,002), ma non a quelli che ricevono olanzapina (0,32; 0,21-0,49; p<0,0001). Non è stato registrato nessun aumento significativo del rischio di malformazioni congenite, alopecia o disturbi della pelle.

INTERPRETAZIONE Il litio è associato ad aumentato rischio di ridotta capacità di concentrazione urinaria, ipotiroidismo, iperparatiroidismo e aumento di peso. Ci sono poche evidenze a favore di una riduzione clinicamente significativa della funzionalità renale nella maggior parte dei pazienti e il rischio di insufficienza renale allo stadio terminale è bassa. Il rischio di malformazioni congenite è incerto; prima di interrompere l’assunzione di litio durante la gravidanza, bisognerebbe valutarne il rapporto rischio/beneficio. A causa del riscontro di una elevata prevalenza di iperparatiroidismo, le concentrazioni di calcio devono essere controllate prima e durante il trattamento.

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