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IMPATTO SULLA SALUTE DI NUOVI FARMACI RACCOMANDATI DAL NICE IN INGHILTERRA DURANTE IL PERIODO 2000-2020: UN’ANALISI RETROSPETTIVA

Lancet 2025; 405(10472): 50-60

È stato quantificato l’impatto sulla salute della popolazione di nuovi farmaci raccomandati dal NICE (National Institute For Health And Care Excellence) durante il periodo 2000-2020. I nuovi farmaci hanno generato l’equivalente di 3,75 milioni di anni aggiuntivi in piena salute. Tuttavia, riallocare le spese extra di questi nuovi farmaci ad altri trattamenti e servizi del Servizio Sanitario Nazionale avrebbe potuto generare l’equivalente di 5,0 milioni di anni aggiuntivi in piena salute. Sebbene i nuovi farmaci abbiano quindi giovato ai pazienti che li hanno ricevuti, la loro entrata sul mercato ha comportato un impatto negativo, con una perdita netta di circa 1,25 milioni di QALY.


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USO DEL VALPROATO DI SODIO E ALTRI FARMACI ANTIEPILETTICI IN INGHILTERRA E GALLES: ANALISI QUANTITATIVA DEI REGISTRI SANITARI ELETTRONICI NAZIONALI

BMJ Medicine 2024;3:e000760

Questo studio ha analizzato l’uso di valproato di sodio in Inghilterra e Galles dal 2019 al 2023, basandosi sui registri sanitari elettronici nazionali. I risultati mostrano una diminuzione dell’utilizzo di valproato di sodio nelle donne in età fertile, anche durante la gravidanza, mentre l’uso di altri farmaci antiepilettici è aumentato. L’uso incidentale è diminuito anche negli uomini ma è rimasto a livelli più elevati delle donne. I tassi di gravidanza tra le donne che usano valproato di sodio sono diminuiti, ed è emerso che l’epilessia era l’indicazione d’uso più comune. Non è stato osservato un chiaro aumento di decessi legati all’epilessia nelle donne, sebbene sia stato rilevato un lieve aumento negli uomini. Questo studio evidenzia l’impatto delle azioni normative sull’uso dei farmaci antiepilettici e suggerisce che collegare i dati nazionali di dispensazione ai registri sanitari può aiutare a monitorare la sicurezza dei farmaci.


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IL RUOLO DEI FARMACISTI NELL'ATTENUAZIONE DEGLI ERRORI TERAPEUTICI IN AMBITO PERIOPERATORIO: UNA REVISIONE SISTEMATICA

Syst Rev 2025; 14(1):12

Questa revisione ha valutato sedici studi, incentrati principalmente su interventi multicomponente come la riconciliazione terapeutica, le raccomandazioni, la formazione del personale sanitario e la consulenza ai pazienti. Sebbene gli studi abbiano generalmente indicato una riduzione dei tassi degli errori terapeutici grazie al coinvolgimento del farmacista, l’evidenza era di bassa qualità, con risultati incoerenti e ambigue definizioni degli errori. L'intervento più comune è stato l'ottimizzazione della terapia. La revisione sottolinea la necessità di evidenze di qualità superiore, con definizioni più chiare e controlli più rigorosi.


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12/03/2025

ANTIDEPRESSIVI CONTRO PLACEBO PER IL DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO

Cochrane Database Syst Rev 2025; 1(1):CD012942

Il presente studio rappresenta la prima revisione sistematica e metanalisi dal 2005 con lo scopo di confrontare tutti gli antidepressivi (e solo gli antidepressivi) vs placebo nel trattamento del disturbo d’ansia generalizzato. Ha incluso 37 studi (12.226 partecipanti) e ha mostrato che gli antidepressivi presentano un beneficio rispetto al placebo nel tasso di risposta al trattamento, misurato come una riduzione del 50% o superiore sulla Scala di Valutazione dell’Ansia di Hamilton (evidenza con certezza elevata). Le analisi di differenti classi di antidepressivi hanno anche dimostrato che gli inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI), gli inibitori del re-uptake di serotonina e noradrenalina (SNRI) e “altri” antidepressivi presentano un beneficio rispetto al placebo nel tasso di risposta al trattamento.


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12/03/2025

TIRZEPATIDE PER L’INSUFFICIENZA CARDIACA CON FRAZIONE DI EIEZIONE PRESERVATA E OBESITA’

N Engl J Med 2025; 392:427-437

La maggior parte dei pazienti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione preservata presenta anche obesità, e l’adiposità viscerale contribuisce all’evoluzione e alla progressione dell’insufficienza cardiaca. Il presente studio, che ha valutato in modo prospettico gli effetti a lungo termine di tirzepatide sugli eventi avversi maggiori di insufficienza cardiaca (un composito di morte per cause cardiovascolari ed eventi di peggioramento dell’insufficienza cardiaca), ha mostrato un rischio minore di questi eventi con il farmaco rispetto al placebo per un periodo mediano di 2 anni. Questo beneficio era accompagnato da un miglioramento dello stato di salute e della tolleranza all’esercizio fisico, oltre che da una riduzione del peso corporeo e dei livelli di proteina C reattiva ad alta sensibilità, un marcatore di infiammazione sistemica.


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12/03/2025

EFFICACIA E SICUREZZA COMPARATIVA DI TERAPIE TRIPLE CON UNICO INALATORE PER LA BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA: UNO STUDIO DI COORTE SU NUOVI UTILIZZATORI

BMJ 2024; 387:e080409

In una coorte di pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva trattati nella pratica clinica, la tripla terapia a base di budesonide-glicopirrolato-formoterolo non era associata ad un miglioramento degli esiti clinici rispetto a quella a base di fluticasone-umeclidinio-vilanterolo. I soggetti trattati con budenoside-glicopirrolato-formoterolo presentavano un rischio maggiore del 9% di esacerbazione moderata o severa della broncopneumopatia cronica ostruttiva e un rischio identico di primo ricovero in ospedale per polmonite rispetto a coloro che assumevano fluticasone-umeclidinio-vilanterolo.


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12/03/2025

PREVENZIONE DELLE FRATTURE CON ZOLEDRONATO NON FREQUENTE IN DONNE DI ETÀ COMPRESA TRA 50 E 60 ANNI

N Engl J Med 2025; 392(3):239-248

In questo studio prospettico di 10 anni, randomizzato in doppio cieco e controllato con placebo, che ha coinvolto donne in post-menopausa precoce (50-60 anni di età), è risultato che zoledronato somministrato al basale e a 5 anni è efficace nel prevenire le fratture vertebrali morfometriche.


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12/03/2025

EFFETTI A LUNGO TERMINE DI EMPAGLIFLOZIN IN PAZIENTI CON MALATTIA RENALE CRONICA

N Engl J Med 2025; 392:777-787

Rallentare la progressione della malattia renale cronica ed evitarne il decorso alla fase terminale (dialisi o trapianto di rene) è altamente auspicabile, dati gli effetti negativi associati sulla qualità della vita, la morbilità e la mortalità cardiovascolare e gli elevati costi economici. Lo studio EMPA-KIDNEY è stato disegnato per valutare l'efficacia e la sicurezza di empagliflozin (inibitore SGLT2) in un'ampia gamma di pazienti con malattia renale cronica a rischio di progressione; il farmaco ha ridotto il rischio di progressione della malattia renale o di morte cardiovascolare durante un periodo di 2 anni in pazienti con malattia renale cronica e livelli di funzionalità renale e albuminuria, senza particolari problemi di sicurezza. Nel presente lavoro riguardante un periodo di osservazione post-trattamento di 2 anni, in cui è stata mantenuta la cecità di assegnazione dei gruppi originali, è stato riscontrato che percentuali simili di pazienti nei due gruppi hanno ricevuto inibitori SGLT2 in aperto e che ci sono stati importanti benefici cardiorenali residui dall'assegnazione a empagliflozin dopo la sospensione del farmaco.


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30/01/2025

ESPOSIZIONE GESTAZIONALE A FARMACI ANTINFIAMMATORI NON STEROIDEI E RISCHIO DI MALATTIA RENALE CRONICA IN ETÀ INFANTILE

JAMA Pediatr, pubblicato online il 23 dicembre 2024

In questo studio di coorte, l'esposizione a FANS durante la gravidanza era associata a un aumento del rischio di malattia renale cronica nella prole, ma non è stata rilevata alcuna associazione nel confronto tra fratelli. I risultati suggeriscono di usare con cautela indometacina e ketorolac nel primo trimestre, acido mefenamico e diclofenac nel secondo trimestre e ibuprofene nel terzo trimestre per garantire la sicurezza renale del bambino.


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30/01/2025

EMPAGLIFOZIN E RISCHIO DI RETINOPATIA IN PAZIENTI CON DIABETE DI TIPO 2

JAMA Ophthalmol 2024; 143(1):62-71

In questo studio di corte nazionale su pazienti con diabete di tipo 2 che ha confrontato l’inizio della terapia con empaglifozin rispetto a inibitori della dipeptidil peptidasi 4, il rischio di retinopatia diabetica non proliferativa incidentale non era diverso tra i gruppi, e il rischio di progressione in pazienti con una storia di retinopatia diabetica non proliferativa era inferiore del 22% tra coloro che avevano iniziato empaglifozin.


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COMITATO EDITORIALE
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