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Progetti
ESPOSIZIONE PRENATALE A INIBITORI DI POMPA PROTONICA E RISCHIO DI INFEZIONI GRAVI NEL PRIMO ANNO DI VITA DEI BAMBINI
Drug Safety, pubblicato online il 4 dicembre 2024
L'uso di inibitori della pompa protonica durante la gravidanza è risultato associato a un lieve aumento del rischio di infezioni gravi nei neonati tra 3 e 12 mesi, mentre il rischio non era significativo per l'uso precoce post-natale. L'associazione è risultata più rilevante per le infezioni gastrointestinali, evidenziando l'importanza di seguire le linee guida cliniche.
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ERRORI NEL DOSAGGIO DI PARACETAMOLO IN SOGGETTI DI ETÀ PARI O SUPERIORE A 12 ANNI: UN’ANALISI DI OLTRE 14.000 CASI SEGNALATI AD UN CENTRO INFORMATIVO AUSTRALIANO SUI VELENI
Drug Saf 2024; 47(12):1293-1306
Il paracetamolo (acetaminofene) è un trattamento antidolorifico di prima linea per molte patologie ed è uno dei farmaci più utilizzati al mondo. Se assunto a dosi terapeutiche, la probabilità di effetti avversi è minima. Tuttavia, i sovradosaggi, sia intenzionali che accidentali, comportano il rischio di lesioni epatiche acute. Questo studio su oltre 14.000 casi sottolinea il persistente problema degli errori di dosaggio di paracetamolo in Australia. Sembra esserci stato un graduale aumento della frequenza delle esposizioni durante il periodo di studio. Le donne di mezza età rappresentavano la maggior parte delle esposizioni riportate. Le forme a rilascio immediato di paracetamolo erano le più coinvolte, in linea con la loro ampia disponibilità. Un quinto delle esposizioni coinvolgeva più prodotti contenenti paracetamolo, suggerendo confusione riguardo alle dosi giornaliere totali consentite di paracetamolo.
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RISCHIO DI NEUROPATIA OTTICA ISCHEMICA ANTERIORE NON ARTERITICA IN PAZIENTI A CUI È STATO PRESCRITTO SEMAGLUTIDE
JAMA Ophthalmol 2024; 142(8):732-739
Questo studio di coorte appaiato su 16.827 pazienti ha rivelato un rischio maggiore di neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica in pazienti a cui è stato prescritto semaglutide (agonista del recettore GLP-1) rispetto ai pazienti a cui sono stati prescritti farmaci per diabete o obesità non appartenenti alla classe degli agonisti del recettore GLP-1. Sono necessari ulteriori studi per confermare questa associazione.
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RISCHIO DI DEMENZA DOPO L’INIZIO DEL TRATTAMENTO CON INIBITORI DEL COTRASPORTATORE SODIO-GLUCOSIO DI TIPO 2 RISPETTO AGLI INIBITORI DI DIPEPTIDIL PEPTIDASI-4 IN ADULTI CON ETÀ COMPRESA TRA 40 E 69 ANNI CON DIABETE DI TIPO 2: STUDIO DI COORTE BASATO SULLA
BMJ 2024; 386:e079475
Questo ampio studio di coorte basato sulla popolazione, condotto tra adulti di età compresa tra 40 e 69 anni con diabete di tipo 2, ha rilevato una riduzione del 35% del rischio di demenza associata all'uso di inibitori SGLT-2 rispetto agli inibitori DPP-4. Questo risultato è stato confermato indipendentemente dal tipo di demenza e in sottogruppi di popolazione con caratteristiche diverse. La coerenza dei risultati in una vasta gamma di analisi secondarie e di sensibilità ha rafforzato la robustezza delle conclusioni. I dati suggeriscono inoltre che l'effetto terapeutico degli inibitori SGLT-2 aumenta nel tempo.
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USO PATERNO DI METFORMINA E RISCHIO DI MALFORMAZIONI CONGENITE NELLA PROGENIE IN NORVEGIA E TAIWAN: STUDIO DI COORTE TRANSNAZIONALE BASATO SULLA POPOLAZIONE
BMJ 2024; 387:e080127
In questo studio transnazionale basato sulla popolazione, che ha incluso circa 3,2 milioni di gravidanze con dati paterni dalla Norvegia e da Taiwan, dopo aggiustamento per diabete mellito di tipo 2 e altri potenziali fattori confondenti, non è stato rilevato nessun aumento nel rischio di qualsiasi malformazione congenita tra i neonati nati da padri che hanno usato metformina durante il periodo di sviluppo degli spermatozoi.
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BENEFICI CARDIOVASCOLARI DELLA TERAPIA CON ACIDO BEMPEDOICO IN CONFRONTO A STATINE
J Am Coll Cardiol 2024; 84(2):152-162
Confermando che la relazione proporzionale tra riduzione del rischio cardiovascolare ed entità di riduzione del colesterolo LDL da parte di acido bempedoico è simile a quella ottenuta con le statine, i risultati di questa analisi del trial CLEAR Outcomes rafforzano l'obiettivo primario della gestione dei lipidi, che è quello di ottenere una riduzione ottimale del colesterolo LDL, piuttosto che concentrarsi sulla specifica classe di farmaci utilizzati.
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AGONISTI DEL RECETTORE GLP-1 E 13 TIPI DI CANCRO ASSOCIATI ALL'OBESITÀ NEI PAZIENTI CON DIABETE DI TIPO 2
JAMA Netw Open 2024; 7(7):e2421305
Questo studio di coorte retrospettivo, che ha coinvolto più di 1,6 milioni di pazienti con diabete di tipo 2, ha analizzato il rischio incidente di 13 tipi di cancro associati all’obesità nei pazienti con prescrizione di antagonisti del recettore GLP-1 rispetto a insulina o metformina. Tali farmaci erano associati a una riduzione significativa del rischio di 10 tipi di cancro (inclusi il tumore pancreatico, ovarico, endometriale, e colorettale) rispetto a insulina, ma non a metformina. Questi risultati dovrebbero guidare la scelta della terapia per la gestione del diabete, accentuando il potenziale duplice beneficio degli antagonisti del recettore GLP-1 sia per il controllo metabolico sia per la riduzione del rischio di cancro.
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EFFETTO DI SEMAGLUTIDE SULLA REGRESSIONE E SULLA PROGRESSIONE DELLA GLICEMIA IN PERSONE CON SOVRAPPESO O OBESITÀ MA SENZA DIABETE NEL TRIAL SELECT
Diabetes Care 2024; 47(8):1350–1359
In questa analisi prespecificata dello studio SELECT, che ha coinvolto 17.604 individui con malattia cardiovascolare conclamata e sovrappeso/obesità ma senza diabete, il trattamento con semaglutide ha ridotto la progressione verso il diabete (1,5% vs 6,9%) e aumentato la regressione verso la normoglicemia (69,5% vs 35,8%) rispetto a placebo. Questi risultati sottolineano il potenziale di semaglutide nel migliorare il controllo glicemico tra gli adulti con sovrappeso/obesità e malattia cardiovascolare, oltre a migliorare gli esiti cardiovascolari e il peso corporeo.
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ANTIVIRALI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFLUENZA GRAVE: UNA REVISIONE SISTEMATICA E NETWORK METANALISI DI STUDI CLINICI RANDOMIZZATI CONTROLLATI
Lancet 2024; 404(10454):753-763
In questa revisione sistematica e network metanalisi, si è riscontrato che oseltamivir e peramivir potrebbero ridurre la durata dell’ospedalizzazione nei pazienti con influenza stagionale grave rispetto al placebo o alla terapia standard, ma l’evidenza è di certezza bassa a causa di scarsità dei dati dovuti al piccolo numero di studi clinici randomizzati controllati inclusi nell'analisi. Rimane grande incertezza riguardo all'efficacia di oseltamivir, peramivir, e zanamivir sui ricoveri nelle unità di terapia intensiva e sulla mortalità nei pazienti con influenza stagionale o zoonotica severa.
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ANTIVIRALI PER LA PROFILASSI POST-ESPOSIZIONE DELL’INFLUENZA: UNA REVISIONE SISTEMATICA E NETWORK METANALISI
Lancet 2024; 404(10454):764-772
In questa revisione sistematica e network metanalisi di studi clinici controllati randomizzati sulla profilassi antivirale dell’influenza rispetto al placebo o alla terapia standard, si è scoperto che oseltamivir, laninamivir, zanamivir, e baloxavir possono ciascuno ridurre il rischio di influenza sintomatica stagionale negli individui ad alto rischio che sono stati esposti a un contatto sintomatico ravvicinato con il virus influenzale, quando la profilassi antivirale viene iniziata prontamente (per esempio entro 48 h) dopo l’esposizione. Tuttavia, la profilassi post-esposizione con questi antivirali potrebbe avere un effetto lieve o non importante sulla riduzione dell’influenza sintomatica stagionale nelle popolazioni a basso rischio.
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Federica Galimberti (responsabile editoriale)
Elena Loggia (segreteria editoriale)
Elena Olmastroni
Andrea Rossi
Stefano Scotti