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01/08/2024

VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA DELL’ACIDO BEMPEDOICO: UN’ANALISI DI FARMACOVIGILANZA UTILIZZANDO I DATI DEL SISTEMA DI SEGNALAZIONE DEGLI EVENTI AVVERSI DELLA FDA

Int J Cardiol 2024; 412:132305

Questo studio mette in luce eventi avversi precedentemente non segnalati associati all’acido bempedoico, comprendenti crisi ipertensive, sonnolenza, e anomalie sensoriali. Sebbene questi eventi siano relativamente rari, il segnale di sicurezza appare robusto. Inoltre, mialgia, artralgia e vertigini emergono come le reazioni avverse più frequenti a questo farmaco, insieme a problemi come calcoli biliari, aritmie e compromissione renale. Questi risultati sollecitano i professionisti sanitari ad aumentare la loro consapevolezza riguardo i potenziali eventi avversi associati all’acido bempedoico nella pratica clinica.


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01/08/2024

INCIDENZA DEI SINTOMI DA SOSPENSIONE DI ANTIDEPRESSIVI:UNA REVISIONE SISTEMATICA E METANALISI

The Lancet Psychiatry 2024; 11:526-535

E’ stato trovato che circa un paziente su tre che interrompe gli antidepressivi aveva sintomi da sospensione di qualsiasi tipo, con i tassi più alti per desvenlafaxina, venlafaxina, imipramin ed escitalopram. Desvenlafaxina o venlafaxina, imipramina e paroxetina erano associati a sintomi da sospensione più gravi. Anche in un paziente su sei tra quelli che hanno ricevuto un placebo si sono verificati sintomi da sospensione. Sintomi severi si sono manifestati in circa un paziente su 30 che interrompeva gli antidepressivi. Infine, l’incidenza dei sintomi variava in base all’antidepressivo, alla modalità di rilevazione e alla solidità dello studio, con una grande eterogeneità statistica.


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01/08/2024

GRAVE LESIONE EPATICA ACUTA DOPO L’INIZIO DI UN TRATTAMENTO EPATOTOSSICO

JAMA Intern Med, pubblicato online il 24 giugno 2024

Questa serie di studi di coorte condotta su 7.899.888 persone senza patologie epatiche o biliari che hanno iniziato una delle 194 terapie sospettate di epatotossicità in regime ambulatoriale dal 2000 al 2021 ha rilevato che 17 terapie (tra cui stavudina, talidomide, clorpromazina e isoniazide) causavano tassi di gravi lesioni epatiche acute pari o superiori a 5,0 eventi per 10.000 anni-persona, rappresentando i farmaci potenzialmente più epatotossici.


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01/08/2024

EFFETTI DEI CONTRACCETTIVI ORALI NEGLI ADOLESCENTI SUI VALORI PRESSORI E SULLA REGOLAZIONE METABOLICA: UNO STUDIO RETROSPETTIVO BASATO SULLA POPOLAZIONE

Eur J Clin Pharmacol 2024; 80:1097-1103

I contraccettivi orali vengono prescritti sempre più frequentemente in giovane età per prevenire gravidanze indesiderate all’inizio dell’attività sessuale. I risultati di questo studio suggeriscono che i contraccettivi orali sono associati ad un’aumentata prevalenza di ipertensione, dislipidemia e insulino-resistenza tra le adolescenti. Da una prospettiva clinico-farmacologica, questa prescrizione necessita di un’attenta analisi rischio-beneficio, considerando sia l’efficacia contraccettiva sia il potenziale di aggravare i fattori di rischio cardiometabolici.


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01/08/2024

IMPATTO DEGLI AGONISTI GLP-1 E DEGLI INIBITORI SGLT2 SULLA PROGRESSIONE DELLA RETINOPATIA DIABETICA: UNO STUDIO SU DATI DI CARTELLE CLINICHE ELETTRONICHE

AM J Ophthalmol 2024; 265:39-47

Un’analisi sui dati di cartelle cliniche elettroniche ha rilevato che i pazienti con diabete che erano trattati con agonisti GLP-1 avevano un rischio maggiore di sviluppare edema maculare diabetico e un più alto tasso di progressione di retinopatia diabetica proliferativa rispetto a chi era trattato con inibitori SGLT2. Sebbene gli agonisti GLP-1 mostrino significativi benefici cardiovascolari e renali nei pazienti con diabete, tutti gli operatori dovrebbero essere consapevoli dell’impatto di questi farmaci sulla patologia oculare diabetica, al fine di gestire i pazienti in modo appropriato.


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01/08/2024

ASSOCIAZIONE TRA INIBITORI SGLT2 E RISCHIO DI FRATTURE OSTEOPOROTICHE IN DONNE ANZIANE

Diabetes Res and Clin Pract, pubblicato online il 18 maggio 2024

Questo studio di coorte basato sulla popolazione mirava a indagare la relazione tra inibitori SGLT2 e fratture. In donne di età pari o superiore a 65 anni con diabete mellito di tipo 2 che hanno iniziato da poco a prendere farmaci antidiabetici, è stato osservato che l’uso degli inibitori SGLT2 era associato a un aumento del 40% del rischio di fratture vertebrali rispetto all’uso di altri antidiabetici. Tali farmaci dovrebbero quindi essere prescritti con cautela nelle donne anziane a elevato rischio di fratture vertebrali.


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01/08/2024

RISCHIO DI CARDIOMIOPATIA DA STRESS ASSOCIATA AGLI INIBITORI SELETTIVI DELLA RICAPTAZIONE DELLA SEROTONINA (SSRI) E AGLI INIBITORI DELLA RICAPTAZIONE DELLA SEROTONINA E NORADRENALINA (SNRI): UN’ANALISI DI FARMACOVIGILANZA REAL-WORLD

Sci Rep 2024; 14:15167

Basato sulle analisi del database FAERS, questo studio fornisce approfondimenti completi sulle caratteristiche della cardiomiopatia da stress associata a SSRI o SNRI, rivelando potenziali differenze tra le due classi nel rischio di indurre l’evento, specialmente nelle donne. I risultati suggeriscono che venlafaxina e fluoxetina sono fattori di rischio significativi; tuttavia, questa osservazione deve essere confermata attraverso ampi studi epidemiologici.


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01/08/2024

CONFRONTO DEI RISCHI DI INFEZIONE TRA VARI CORTICOSTEROIDI INALATORI E INTRANASALI: UN’ANALISI DI FARMACOVIGILANZA BASATA SUL DATABASE FAERS

Int J Chron Obstruct Pulmon Dis 2024; 19:1457-1469

L’uso a lungo termine di corticosteroidi potrebbe portare a infezioni. Basandosi sul database FAERS, si è valutato il rischio di infezione causato da 6 corticosteroidi inalatori e intranasali. Le donne trattate con questi farmaci erano più soggette a eventi infettivi. Rispetto a budesonide, fluticasone sembrava avere un maggiore rischio di polmonite e candidosi orale. L’uso di mometasone furoato comportava un maggiore rischio di infezioni del tratto respiratorio superiore. Beclometasone mostrava più infezioni fungine e virali, mentre ciclesonide e budesonide più infezioni da micobatteri.


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01/08/2024

MODIFICAZIONI PONDERALI INDOTTE DA OTTO FARMACI ANTIDEPRESSIVI

Ann Intern Med, pubblicato online il 2 luglio 2024

Otto antidepressivi comunemente usati sono stati classificati in base al loro potenziale di aumento di peso. I risultati di questo ampio studio osservazionale hanno mostrato piccole differenze nei cambiamenti di peso a breve e a lungo termine, con bupropione associato all’effetto minore ed escitalopram, paroxetina e duloxetina associati all’effetto maggiore. Gli utilizzatori di escitalopram, paroxetina e duloxetina avevano infatti una probabilità del 10-15% in più di guadagnare almeno il 5% del loro peso al basale rispetto a chi prendeva sertralina, che è stata usata come comparatore.


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03/07/2024

EFFETTI A LUNGO TERMINE DI SEMAGLUTIDE SULLA PERDITA DI PESO NELL’OBESITÀ SENZA DIABETE NELLO STUDIO SELECT

Nature Medicine, pubblicato online il 13 maggio 2024

Le analisi degli effetti sul peso dello studio SELECT rivelano che i pazienti trattati con semaglutide (2,4 mg) somministrata per via sottocutanea una volta a settimana hanno perso significativamente più peso rispetto al placebo. La traiettoria di perdita di peso con semaglutide si è estesa per 65 settimane ed è stata mantenuta fino a 4 anni. Allo stesso modo, nel gruppo trattato sono stati osservati miglioramenti per altre misure antropometriche. Non vi è stata alcuna evidenza di aumento di eventi avversi gravi nei sottogruppi in base all'indice di massa corporea.


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COMITATO EDITORIALE
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Stefano Scotti
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