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SAFETY
17/11/2016

SICUREZZA CARDIOVASCOLARE DI CELECOXIB, NAPROSSENE O IBUPROFENE IN SOGGETTI CON ARTRITE

CARDIOVASCULAR SAFETY OF CELECOXIB, NAPROXEN, OR IBUPROFEN FOR ARTHRITIS
Nissen SE, Yeomans ND, Solomon DH, et al.

NEJM, pubblicato on line il 20 Novembre 2016


La conoscenza pregressa inerente la sicurezza degli inibitori selettivi o non selettivi dell’enzima COX è limitata, in quanto i farmaci antinfiammatori hanno ottenuto l'autorizzazione all’immissione in commercio sulla base di studi relativamente piccoli, con breve periodo di follow-up e aventi come outcome il sollievo dal dolore e la sicurezza generale. La principale preoccupazione clinica è che celecoxib possa essere associato ad effetti avversi cardiovascolari simili a quelli da rofecoxib. Questo studio mostra che celecoxib a dosi moderate non è associato ad un maggior rischio cardiovascolare rispetto ai FANS non selettivi, e confuta inoltre la convinzione che il trattamento con naprossene si traduca in migliori esiti cardiovascolari rispetto agli altri FANS.

 

RIASSUNTO

CONTESTO La sicurezza cardiovascolare di celecoxib rispetto ai farmaci antinfiammatori non steroidei non selettivi (FANS) rimane incerta.

METODI Pazienti ad alto rischio cardiovascolare a cui sono stati prescritti FANS per l'artrosi o artrite reumatoide sono stati assegnati in modo casuale a ricevere celecoxib, ibuprofene o naprossene. L'obiettivo dello studio era valutare la non inferiorità di celecoxib per quanto riguarda l'end point primario composito di morte cardiovascolare (compresa la morte emorragica), infarto miocardico non fatale e ictus non fatale. Per la non inferiorità, è stato richiesto un hazard ratio (HR) al massimo di 1,12 e un limite di confidenza superiore del 97,5% di 1,33 o inferiore nella popolazione analizzata per intention-to-treat e di 1,40 o inferiore nella popolazione on treatment. Inoltre sono stati valutati gli esiti gastrointestinali e renali.

RISULTATI In totale, 24.081 pazienti sono stati assegnati in modo casuale ai gruppi celecoxib (dose giornaliera media [±DS], 209±37 mg), naproxene (852±103 mg) o ibuprofene (2045±246 mg), per una durata media del trattamento di 20,3±16,0 mesi e un periodo di follow-up medio di 34,1±13,4 mesi. Durante il trial, il 68,8% dei pazienti ha smesso di prendere il farmaco in studio e il 27,4% dei pazienti ha interrotto follow-up. Nell’analisi per intention-to-treat, l’outcome primario si è verificato in 188 pazienti nel gruppo celecoxib (2,3%), in 201 pazienti nel gruppo naproxene (2,5%) e in 218 pazienti nel gruppo ibuprofene (2,7%) (HR per celecoxib vs naprossene 0,93; IC 95% 0,76-1,13; HR per celecoxib vs ibuprofene 0,85; 0,70-1,04; p<0,001 per entrambi i confronti di non inferiorità). Nell'analisi on-treatment, l’outcome primario si è verificato in 134 pazienti nel gruppo celecoxib (1,7%), in 144 pazienti nel gruppo naproxene (1,8%) e in 155 pazienti nel gruppo ibuprofene (1,9%) (HR per celecoxib vs naproxene 0,90; 0,71-1,15; HR per celecoxib vs ibuprofene 0,81; 0,65-1,02; p<0,001 per entrambi i confronti di non inferiorità). Il rischio di eventi gastrointestinali era significativamente più basso con celecoxib rispetto a naprossene (p=0,01) o ibuprofene (p=0,002); il rischio di eventi renali era significativamente più basso con celecoxib rispetto a ibuprofene (p=0,004), ma non era significativamente più basso con celecoxib rispetto a naprossene (p=0,19).

CONCLUSIONI A dosi moderate celecoxib si è dimostrato non inferiore a ibuprofene o a naprossene in termini di sicurezza cardiovascolare.

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