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CONFRONTO TRA ACE-INIBITORI E SARTANI SUGLI OUTCOME CARDIOVASCOLARI IN PAZIENTI IPERTESI CON DIABETE MELLITO DI TIPO 2: REVIEW SISTEMATICA E METANALISI

COMPARISON OF ANGIOTENSIN-CONVERTING ENZYME INHIBITORS AND ANGIOTENSIN II RECEPTOR BLOCKERS ON CARDIOVASCULAR OUTCOMES IN HYPERTENSIVE PATIENTS WITH TYPE 2 DIABETES MELLITUS: A PRISMA-COMPLIANT SYSTEMATIC REVIEW AND META-ANALYSIS
Lv X, Zhang Y, Niu Y, et al.

Medicine 2018; 97:e0256


Nei pazienti con diabete mellito di tipo 2, il blocco del sistema renina-angiotensina è uno degli approcci di prima linea per il trattamento dell’ipertensione. Mentre non vi sono dubbi sulla protezione cardiovascolare offerta dagli ACE-inibitori, l'effetto protettivo cardiovascolare dei sartani nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 è poco chiaro. In questa metanalisi, il trattamento con ACE-inibitori ha confermato di ridurre significativamente l'incidenza di mortalità per tutte le cause, morte cardiovascolare ed eventi cardiovascolari maggiori rispetto ai gruppi di controllo, mentre i sartani non hanno mostrato vantaggi.

 

RIASSUNTO

CONTESTO Studi precedenti sembrano mostrare effetti diversi degli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina (ACE-I) e dei bloccanti del recettore dell'angiotensina (ARB) sugli eventi cardiovascolari (CV) in pazienti ipertesti con diabete mellito di tipo 2 (T2DM). L’obiettivo dello studio era analizzare quali sono le opzioni migliori per incidenza di mortalità per tutte le cause, morte CV e eventi CV maggiori in pazienti ipertesi con DMT2.

METODI Sono stati utilizzati i database PubMed, MEDLINE ed EMBASE per ricercare studi randomizzati controllati (RCT) pubblicati fino a giugno 2016 con ACE-I o ARB come intervento in pazienti ipertesi con DM2. Gli end point primari erano mortalità per tutte le cause e morte CV. Gli end point secondari erano infarto del miocardio (MI), ictus, insufficienza cardiaca (HF) ed eventi CV. Due ricercatori hanno estratto le informazioni in modo indipendente. I dati sono stati aggregati utilizzando un modello ad effetti fissi o un modello ad effetti casuali se era presente una significativa eterogeneità.

RISULTATI In totale, 13 RCT sono stati considerati per l’analisi, 5 trial con ACE-I (24.976 pazienti) e 8 trial con ARB (22.032 pazienti) seguiti per una media di 3,8 anni. Il trattamento con ACE-I era associato ad una significativa riduzione di mortalità per tutte le cause (odds ratio [OR] 0,87; IC 95% 0,80-0,94), di morte CV (OR 0,81; 0,68-0,98) e di altri esiti CV come MI (OR 0,77; 0,66-0,90), ictus (OR 0,88; 0,78-0,99), HF (OR 0,65; 0,47-0,90) ed eventi CV (OR 0,83; 0,73-0,95), mentre la terapia con ARB non mostrava una riduzione significativa degli outcome per molti esiti primari e secondari.

CONCLUSIONI In questa metanalisi, il trattamento con ACE-I ha mostrato una significativa protezione CV, in termini di mortalità per tutte le cause, morte CV ed eventi CV maggiori, mentre per gli ARB non hanno sono stati osservati benefici su questi esiti, tranne che per MI. Considerando le elevate mortalità e morbilità, gli ACE-I erano quindi preferibili rispetto agli ARB nei pazienti con ipertensione e T2DM.

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