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SAFETY
11/09/2018

RISCHI E BENEFICI DEGLI ANTICOAGULANTI ORALI DIRETTI RISPETTO A WARFARIN NELLA REAL-LIFE

RISKS AND BENEFITS OF DIRECT ORAL ANTICOAGULANTS VERSUS WARFARIN IN A REAL WORLD SETTING: COHORT STUDY IN PRIMARY CARE
Vinogradova Y, Coupland C, Hill T, Hippisley-Cox J

BMJ 2018; 362:k2505


In una recente analisi retrospettiva, apixaban è stato associato a rischio ridotto di eventi emorragici maggiori rispetto a warfarin sia nei pazienti con fibrillazione atriale che in quelli in trattamento con anticoagulanti prescritti per altre cause. Rivaroxaban è stato associato a una diminuzione del rischio di sanguinamento intracranico rispetto a warfarin in pazienti senza fibrillazione, così come dabigatran. Un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause è stato osservato sia con rivaroxaban sia con apixaban a basse dosi.

 

RIASSUNTO

OBIETTIVO Esaminare le associazioni tra anticoagulanti orali diretti (direct oral anticoagulants, DOAC) e rischi di eventi emorragici, ictus ischemico, tromboembolia venosa e mortalità per tutte le cause rispetto a warfarin.

DISEGNO Studio di coorte aperto e prospettico.

SETTING Dati provenienti dagli ambulatori inglesi confluiti nel QResearch or Clinical Practice Research Datalink.

PARTECIPANTI Hanno partecipato allo studio 132.231 utilizzatori di warfarin, 7744 di dabigatran, 37.863 di rivaroxaban e 18.223 di apixaban che non avevano avuto prescrizione di anticoagulanti nei 12 mesi prima di entrare nello studio, suddivisi in 103.270 pazienti con fibrillazione atriale e 92.791 senza fibrillazione atriale tra il 2011 e il 2016.

OUTCOME PRIMARI Eventi emorragici maggiori che hanno portato al ricovero ospedaliero o al decesso. Sono stati anche studiati siti specifici di sanguinamento e la mortalità per tutte le cause

RISULTATI Nei pazienti con fibrillazione atriale, rispetto a warfarin, l’uso di apixaban era associato a un ridotto rischio di eventi emorragici maggiori (hazard ratio aggiustato [aHR] 0,66; intervallo di confidenza [IC] al 95% 0,54-0,79) e sanguinamento intracranico (aHR 0,40; 0,25-0,64); dabigatran era associato a un ridotto rischio di sanguinamento intracranico (aHR 0,45; 0,26-0,77). Un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause è stato osservato nei pazienti in terapia con rivaroxaban (aHR 1,19; 1,09-1,29) o con dosi più basse di apixaban (aHR 1,27; 1,12-1,45). Nei pazienti senza fibrillazione atriale, rispetto a warfarin, l’uso di apixaban era associato a un ridotto rischio di eventi emorragici maggiori (aHR 0,60; 0,46-0,79), a qualsiasi sanguinamento gastrointestinale (aHR 0,55; 0,37-0,83) e a sanguinamento gastrointestinale del tratto superiore (aHR 0,55; 0,36-0,83); rivaroxaban era associato a un ridotto rischio di sanguinamento intracranico (aHR 0,54; 0,35-0,82). Un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause è stato osservato nei pazienti che assumevano rivaroxaban (aHR 1,51; 1,38-1,66) e in quelli in terapia con basse dosi di apixaban (aHR 1,34; 1,13-1,58).

CONCLUSIONI Nel complesso, apixaban è risultato essere il farmaco più sicuro, con rischi ridotti di eventi emorragici maggiori, intracranici e gastrointestinali rispetto a warfarin. Rivaroxaban e apixaban a basse dosi erano, tuttavia, associati ad un aumento della mortalità per tutte le cause rispetto a warfarin.

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