SEFAPnews

vedi archivio
Bookmark and Share
SAFETY
12/02/2019

MICROANGIOPATIA TROMBOTICA ASSOCIATA ALL'USO DI GEMCITABINA

THROMBOTIC MICROANGIOPATHY ASSOCIATED WITH GEMCITABINE USE: PRESENTATION AND OUTCOME IN A NATIONAL FRENCH RETROSPECTIVE COHORT
Daviet F, Rouby F, Poullin P, et al.

Br J Clin Pharmacol 2019; 85:403-412


Nella più ampia serie di casi di microangiopatia trombotica associata a gemcitabina pubblicata fino ad oggi, con 120 pazienti raccolti da fonti complementari, e' stata evidenziata l'importanza di rilevare edema e ipertensione di nuova insorgenza o esacerbata come primi segni della reazione avversa, e di sottoporre a un attento monitoraggio della funzionalità renale e di eventuali anomalie ematologiche i pazienti trattati con gemcitabina.

 

RIASSUNTO

OBIETTIVI Gemcitabina è stata associata alla microangiopatia trombotica (TMA). E’ stato condotto uno studio retrospettivo nazionale sulla TMA associata a gemcitabina (G-TMA).

METODI Dal 1998 al 2015, sono stati analizzati tutti i casi di G-TMA riportati dal French Pharmacovigilance Network e dal French TMA Reference Center.

RISULTATI La G-TMA è stata diagnosticata in 120 pazienti (età media 61,5 anni), dopo una media di 210 giorni di trattamento e una dose cumulativa di 12,941 mg/m2. Le indicazioni di gemcitabina erano: tumori pancreatici (52,9%), polmonari (12,6%) e mammari (7,6%), con metastasi nel 34,2% dei casi. I sintomi principali erano edema (56,7%) e ipertensione di nuova insorgenza o esacerbata (62,2%). La maggior parte dei pazienti presentava anemia emolitica (95,6%) e trombocitopenia (74,6%). La lesione renale acuta era riportata nel 97,4% e la dialisi era necessaria nel 27,8% dei pazienti. Il trattamento consisteva in: scambio plasmatico (PE, 39,8%), plasma fresco congelato (21,4%), corticosteroidi (15,3%) ed eculizumab (5,1%). Una remissione completa di TMA è stata ottenuta nel 42,1% dei pazienti e la remissione ematologica nel 23,1%, mentre il 34,7% non è migliorato. Lo stato di sopravvivenza era noto per 52 pazienti, con 29 decessi (54,7%). I pazienti trattati con PE, nonostante una lesione renale acuta più grave, che necessitava di dialisi più frequente, hanno mostrato tassi comparabili di remissione, ma con più eventi avversi. Non è stata documentata nessuna anormalità nella via alternativa del complemento.

CONCLUSIONI Questa grande coorte conferma la gravità della G-TMA, associata a grave insufficienza renale e morte. Edema e ipertensione potrebbero essere monitorati in pazienti trattati con gemcitabina per rilevare precocemente tale evento. Il beneficio del PE o di eculizumab merita ulteriori indagini.

Iscrizione newsletter