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SAFETY
17/09/2019

INIBITORI DEL COTRASPORTATORE 2 DEL SODIO-GLUCOSIO E RISCHIO DI FRATTURE IN PAZIENTI CON DIABETE MELLITO DI TIPO 2

SODIUM-GLUCOSE COTRANSPORTER 2 INHIBITORS AND THE RISK OF FRACTURES AMONG PATIENTS WITH TYPE 2 DIABETES
Abrahami D, Douros A, Yin H, Yu OHY, Azoulay L

Diabetes Care 2019; 42:e150-e152


I risultati di questo ampio studio di coorte basato sulla popolazione indicano che l'uso di inibitori SGLT2 non è associato ad un aumento del rischio di fratture rispetto all'uso di inibitori DPP-4.

 

RIASSUNTO

L'associazione tra gli inibitori del cotrasportatore sodio-glucosio 2 (SGLT2) e il rischio di fratture è controversa.

È stato condotto uno studio di coorte basato sulla popolazione utilizzando il Clinical Practice Research Datalink (CPRD) del Regno Unito.

È stata dapprima identificata una coorte di individui di almeno 40 anni trattati per la prima volta con farmaci antidiabetici tra il 1° gennaio 1988 e il 31 dicembre 2017. Utilizzando questa coorte, è stata poi selezionata una coorte di individui che avevano iniziato una nuova classe di farmaci antidiabetici a partire dal 2013 (anno in cui è stato introdotto nel Regno Unito il primo inibitore SGLT2). I pazienti sono stati monitorati dall'ingresso nella coorte fino ad una prima diagnosi di frattura, morte per qualsiasi causa, diagnosi di malattia di Paget, osteomalacia o iperparatiroidismo, fine della registrazione presso la medicina generale o fine del periodo di studio (31 marzo 2018). L’esposizione è stata definita come variabile tempo-dipendente, dove ogni giorno-persona del follow-up è stato classificato in una delle seguenti quattro categorie reciprocamente esclusive: 1) uso attuale di inibitori SGLT2; 2) uso attuale di inibitori della dipeptidil peptidasi 4 (DPP-4) (con inizio dopo il 2013, cioè nuovo uso); 3) uso attuale degli inibitori DPP-4 (con inizio prima del 2013, cioè uso prevalente); e 4) altri trattamenti. Sono stati utilizzati modelli a rischi proporzionali di Cox tempo-dipendenti per calcolare gli Hazard Ratio aggiustati.

Lo studio ha coinvolto 73.178 pazienti, con 9454 utilizzatori di inibitori SGLT2 (1288 canagliflozina, 5539 dapagliflozina, 2133 empagliflozina e 494 utilizzatori di più di un inibitore SGLT2) e 18.410 utilizzatori di inibitori di DPP-4, monitorati per una durata mediana di 1,9 anni. Rispetto all'uso di inibitori di DPP-4, l'uso di inibitori SGLT2 non era associato al rischio di frattura (HR 0,97; IC 95% 0,79-1,19). Non c’erano differenze di rischio a seconda del tipo di frattura, ad eccezione di un HR elevato ma non significativo per le fratture vertebrali (HR 1,76; 0,81-3,82). Infine, i risultati sono stati confermati in diverse analisi di sensibilità.

Nel complesso, questo studio in real-world fornisce ulteriori rassicurazioni sulla sicurezza di questa nuova classe di farmaci in termini di salute delle ossa tra i pazienti con diabete di tipo 2.

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