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SAFETY
27/07/2021

FARMACI CARDIOVASCOLARI ED ESITI CLINICI DA COVID-19: UNA REVISIONE SISTEMATICA E META-ANALISI

CARDIOVASCULAR DRUGS AND COVID-19 CLINICAL OUTCOMES: A LIVING SYSTEMATIC REVIEW AND META-ANALYSIS
Asiimwe IG, Pushpakom S, Turner RM, et al.

Br J Clin Pharmacol, pubblicato online il 7 giugno 2021


Nella presente revisione sistematica e meta-analisi si è valutata l’associazione tra l’uso di farmaci cardiovascolari (ACE-inibitori, sartani) e gli esiti clinici di COVID-19. I risultati ottenuti non hanno evidenziato nessuna correlazione e i pazienti dovrebbero continuare ad assumere questi farmaci.

 

RIASSUNTO

OBIETTIVI Valutare in modo continuo l’associazione tra l’esposizione a farmaci cardiovascolari e gli esiti clinici di COVID-19 (suscettibilità all’infezione, gravità della malattia, ospedalizzazioni, durata dell’ospedalizzazione e mortalità per tutte le cause) nei pazienti a rischio COVID o con COVID-19 confermato.

METODI Gli articoli eleggibili sono stati identificati da più di 500 database al 1° novembre 2020. Un revisore ha estratto i dati e un secondo revisore ha estratto/valutato i dati in modo indipendente nel 20% dei record.

RISULTATI Di 52.735 record analizzati, 429 e 390 studi sono stati inclusi nella sintesi qualitativa e quantitativa, rispettivamente. I farmaci più riportati sono stati gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (angiotensin-converting enzyme inhibitors, ACEI)/bloccanti del recettore dell’angiotensina (angiotensin receptor blockers, ARB); l’esposizione agli ACEI/ARB mostrava un’associazione borderline con l’infezione confermata da COVID-19 (odds ratio [OR] 1,14; IC 95% 1,00-1,31). Tra i pazienti COVID-19, le stime non aggiustate hanno mostrato che l’esposizione agli ACEI/ARB era associata ad ospedalizzazione (OR 1,76; 1,34-2,32), gravità della malattia (OR 1,40; 1,26-1,55) e mortalità per tutte le cause (OR 1,22; 1,12-1,33), ma non alla durata dell’ospedalizzazione (differenza media -0,27; da -1,36 a 0,82 giorni). Dopo aggiustamento, l’esposizione agli ACEI/ARB non era associata all’infezione confermata da COVID-19 (OR 0,92; 0,71-1,19), all’ospedalizzazione (OR 0,93; 0,70-1,24), alla gravità della malattia (OR 1,05; 0,81-1,38) o alla mortalità per tutte le cause (OR 1,22; 1,12-1,33). In modo simile, le analisi dei sottogruppi che hanno coinvolto solo pazienti ipertesi hanno rivelato che l’esposizione agli ACEI/ARB non era associata all’infezione confermata da COVID-19 (OR 0,93; 0,79-1,09), all’ospedalizzazione (OR 0,84; 0,58-1,22), alla durata dell’ospedalizzazione (differenza media -0,14; da -1,65 a 1,36 giorni) e alla gravità della malattia (OR 0,92; 0,76-1,11), mentre era diminuita la probabilità di decesso (OR 0,76; 0,65-0,88). Un andamento simile è stato osservato per gli altri farmaci cardiovascolari; tuttavia, la validità di questi risultati è limitata da un alto livello di eterogeneità e un serio rischio di bias.

CONCLUSIONI I farmaci cardiovascolari non sono associati ad esiti negativi da COVID-19 nelle analisi aggiustate. I pazienti dovrebbero continuare a prendere questi farmaci prescritti.

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