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SAFETY
30/01/2023

USO DI INIBITORI DI POMPA PROTONICA E RISCHIO DI PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI E MORTALITA’ IN PAZIENTI CON DIABETE DI TIPO 2

PROTON PUMP INHIBITOR USE AND RISKS OF CARDIOVASCULAR DISEASE AND MORTALITY IN PATIENTS WITH TYPE 2 DIABETES
Geng T, Chen JX, Zhou YF, et al.

J Clin Endocrinol Metab, pubblicato online il 27 dicembre 2022


In questo ampio studio di corte prospettico che ha coinvolto pazienti con diabete di tipo 2, è stato trovato che l'uso di inibitori di pompa protonica risulta essere associato ad un rischio aumentato di malattia coronarica, infarto del miocardio, insufficienza cardiaca e mortalità per tutte le cause. L’associazione persisteva nelle sottoanalisi stratificate per severità di diabete, utilizzo di farmaci antidiabetici e antipiastrinici e per quelle condizioni in cui è richiesto l’utilizzo di inibitori di pompa protonica. I presenti risultati suggeriscono che il rapporto rischio beneficio di questi inibitori dovrebbe essere considerato dai medici prima della loro prescrizione a pazienti diabetici.

 

RIASSUNTO

CONTESTO Gli inibitori di pompa protonica (proton pump inhibitors, PPI) sono farmaci largamente utilizzati per le patologie gastriche acido-correlate, che possono avere un impatto sul microbioma intestinale. Obiettivo di questo studio era valutare l’associazione tra uso di PPI e rischio di patologie cardiovascolari (cardiovascular disease, CVD) e mortalità per tutte le cause in pazienti con diabete di tipo 2.

METODI E’ stata valutata l’associazione tra uso di PPI e rischio di malattia coronarica, infarto del miocardio, scompenso cardiaco, ictus e mortalità totale in 19.229 adulti con diabete di tipo due utilizzando i dati raccolti nello studio UK Biobank.

RISULTATI Durante un follow-up mediano di 10,9-11,2 anni, sono stati identificati un totale di 2.971 patologie cardiovascolari, 1.827 infarti del miocardio, 1.192 scompensi cardiaci e 738 casi di ictus e un totale di 2.297 morti. L’uso di PPI è risultato significativamente associato ad un rischio aumentato di patologie cardiovascolari (hazard ratio [HR] 1,27; intervallo di confidenza al 95% [IC 95%] 1,15-1,40), infarto del miocardio (HR 1,34; 1,18-1,52), scompenso cardiaco (HR 1,35; 1,16-1,57) e mortalità (HR 1,30; 1,16-1,45). L’associazione tra uso di PPI e rischio di ictus non è risultata statisticamente significativa (HR 1,11; 0,90-1,36). Queste evidenze sono state confermate anche dopo aver condotto delle sotto analisi stratificando per quelle condizioni in cui è richiesto l’utilizzo di PPI, per l’uso di farmaci antidiabetici e di antipiastrinici. Sono stati ottenuti risultati simili anche dopo aver condotto analisi in cui venivano confrontati tra di loro coorti di utilizzatori di PPI e non utilizzatori, precedentemente appaiati per propensity score (rapporto 1:1).

INTERPRETAZIONE I dati di questo studio suggeriscono che l’uso di PPI risulta essere associato ad aumentato rischio di eventi cardiovascolari e mortalità in pazienti con diabete di tipo 2. I benefici e i rischi dell’uso di PPI dovrebbero essere attentamente valutati in pazienti con diabete di tipo 2 e il monitoraggio di eventi avversi cardiovascolari dovrebbe essere incentivato durante questa terapia.

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