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SAFETY
30/01/2024

ROSUVASTATINA VERSUS ATORVASTATINA IN ADULTI CON MALATTIA CORONARICA: UN’ANALISI SECONDARIA DEL TRIAL LODESTAR

ROSUVASTATIN VERSUS ATORVASTATIN TREATMENT IN ADULTS WITH CORONARY ARTERY DISEASE: SECONDARY ANALYSIS OF THE RANDOMISED LODESTAR TRIAL
Lee Y, Hong S, Kang WC, et al., on behalf of the LODESTAR investigators

BMJ 2023; 383:e075837


I principali risultati di questa analisi secondaria dello studio randomizzato LODESTAR che ha confrontato gli esiti clinici del trattamento per tre anni con rosuvastatina vs atorvastatina in adulti con malattia coronarica, non hanno mostrato differenze tra le due statine per quanto riguarda il rischio complessivo di mortalità per tutte le cause, infarto del miocardio, ictus, scompenso cardiaco o rivascolarizzazione coronarica; tuttavia, il trattamento con rosuvastatina era associato a un aumento dell’incidenza di nuovi casi di diabete mellito che richiedevano l’introduzione di antidiabetici e di intervento di chirurgia della cataratta rispetto al trattamento con atorvastatina.

 

RIASSUNTO

OBIETTIVO Confrontare efficacia e sicurezza del trattamento con rosuvastatina vs atorvastatina in adulti con malattia coronarica.

DISEGNO, SETTING E PARTECIPANTI Studio randomizzato, in aperto, multicentrico, in 12 ospedali in Corea del Sud, da settembre 2016 a novembre 2019, su 4.400 adulti (età ≥19 anni) con malattia coronarica.

INTERVENTI I partecipanti sono stati assegnati al trattamento con rosuvastatina (n=2.204) o atorvastatina (n=2.196) utilizzando la randomizzazione fattoriale  2x2.

END POINT Gli esiti primari erano un end point composito per tre anni di  morte per tutte le cause, infarto del miocardio, ictus o rivascolarizzazione coronarica. Gli esiti secondari erano relativi alla sicurezza: nuovi casi di diabete mellito, amissioni ospedaliere dovute a scompenso cardiaco; trombosi venosa profonda o tromboembolia polmonare; rivascolarizzazione endovascolare per la malattia arteriosa periferica; intervento o chirurgia aortica; malattia renale allo stadio terminale; interruzione dell’uso dei farmaci in studio a causa di intolleranza; chirurgia della cataratta e un insieme di anomalie rilevate tramite esami di laboratorio.

RISULTATI 4.341 dei 4.400 partecipanti (98,7%) hanno completato lo studio. La dose media giornaliera dei farmaci in studio è stata di 17,1 mg (DS 5,2 mg) nel gruppo rosuvastatina e di 36,0 mg (DS 12,8) nel gruppo atorvastatina a tre anni (p<0,001). L’end point primario si è verificato in 189 partecipanti (8,7%) del gruppo in trattamento con rosuvastatina e in 178 (8,2%) nel gruppo in trattamento con atorvastatina (hazard ratio 1,06; IC 95% 0,86-1,30; p=0,58). Durante la terapia, il livello di colesterolo LDL medio (Low-Density Lipoprotein cholesterol, LDL) è stato di 1,8 mmol/L (SD 0,5 mmol/L) nel gruppo rosuvastatina, e di 1,9 (0,5) mmol/L nel gruppo atorvastatina (p<0,001). Tuttavia, il gruppo trattato con rosuvastatina presentava una maggiore incidenza di nuovi casi di diabete mellito che richiedevano l’utilizzo di antidiabetici (7,2% vs 5,3%; hazard ratio 1,39; 1,03-1,87; p=0,03) e di chirurgia della cataratta (2,5% vs 1,5%; hazard ratio 1,66; 1,07-2,58; p=0,02). Altri endpoint di sicurezza non differivano tra i due gruppi.

CONCLUSIONI Negli adulti con malattia coronarica, rosuvastatina e atorvastatina hanno mostrato efficacia paragonabile in tre anni di trattamento per quanto riguarda la mortalità per tutte le cause, l’infarto del miocardio, l’ictus, e la rivascolarizzazione coronarica. Rosuvastatina era associata a una maggiore riduzione del C-LDL ma a un rischio più alto di insorgenza di diabete mellito e di chirurgia della cataratta rispetto ad atorvastatina.

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