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SAFETY
30/01/2024

ASSOCIAZIONE TRA FARMACI PER L’ADHD E RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI

ATTENTION-DEFICIT/HYPERACTIVITY DISORDER MEDICATIONS AND LONG-TERM RISK OF CARDIOVASCULAR DISEASES
Zhang L, Li L, Andell P, et al.

JAMA Psychiatry, pubblicato online il 22 novembre 2023


Questa ampio studio caso-controllo innestato ha riscontrato un aumento del rischio di malattie cardiovascolari associate all'uso a lungo termine di farmaci per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), con un rischio che aumentava con l’incremento del periodo d’uso di tali farmaci, in tutte le fasce di età e in entrambi i sessi.

 

RIASSUNTO

IMPORTANZA L'uso di farmaci per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (attention-deficit/hyperactivity disorder, ADHD) è aumentato notevolmente negli ultimi decenni. Tuttavia, il potenziale rischio di malattie cardiovascolari (cardiovascular disease, CVD) associato all'uso a lungo termine di farmaci per l'ADHD rimane poco chiaro.

OBIETTIVO Valutare l'associazione tra l'uso a lungo termine di farmaci per l'ADHD e il rischio di CVD.

DISEGNO, SETTING E PARTECIPANTI Questo studio caso-controllo ha coinvolto individui in Svezia di età compresa tra i 6 e i 64 anni che hanno ricevuto una diagnosi incidentale di ADHD o una dispensazione di farmaci per l'ADHD tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2020. I dati sulle diagnosi di ADHD e CVD e sulla dispensazione di farmaci per l'ADHD sono stati ottenuti dallo Swedish National Inpatient Register e dallo Swedish Prescribed Drug Register, rispettivamente. I casi includevano individui con ADHD e una diagnosi incidente di CVD (malattie cardiache ischemiche, malattie cerebrovascolari, ipertensione, insufficienza cardiaca, aritmie, malattie tromboemboliche, malattie arteriose e altre forme di malattie cardiache). È stata utilizzata la campionatura a densità di incidenza per abbinare i casi fino a 5 controlli senza malattia cardiovascolare in base all'età, al sesso e al tempo di calendario. Casi e controlli sono stati valutati per la stessa durata di follow-up.

ESPOSIZIONE Durata cumulativa dell'uso di farmaci per l'ADHD fino a 14 anni.

ESITI PRINCIPALI E MISURE L'esito primario era la CVD incidente. L'associazione tra CVD e durata cumulativa dell'uso di farmaci per l'ADHD è stata misurata utilizzando odds ratio aggiustati (aOR) e valutando i rispettivi intervalli di confidenza (IC) al 95%.

RISULTATI Su 278.027 individui con ADHD di età compresa tra i 6 e i 64 anni, ne sono stati identificati 10.388 con CVD (età mediana [interquartile range, IQR], 34,6 [20,0-45,7] anni; 6154 maschi [59,2%]) e abbinati con 51.672 controlli senza CVD (età mediana 34,6 [19,8-45,6] anni; 30.601 maschi [59,2%]). La mediana (IQR) del tempo di follow-up in entrambi i gruppi è stata di 4,1 (1,9-6,8) anni. Una durata cumulativa maggiore dell'uso di farmaci per l'ADHD era associata a un aumento del rischio di CVD rispetto al non uso (da 0 a ≤1 anno: aOR 0,99 [IC al 95% 0,93-1,06]; da 1 a ≤2 anni: aOR 1,09 [1,01-1,18]; da 2 a ≤3 anni: aOR 1,15 [1,05-1,25]; da 3 a ≤5 anni: aOR 1,27 [1,17-1,39]; e >5 anni: aOR 1,23 [1,12-1,36]). Un uso cumulativo prolungato di farmaci per l'ADHD era associato a un aumento del rischio di ipertensione (ad esempio, da 3 a ≤5 anni: aOR 1,72 [1,51-1,97] e >5 anni: aOR 1,80 [1,55-2,08]) e di malattie arteriose (ad esempio, da 3 a ≤5 anni: aOR 1,65 [1,11-2,45] e >5 anni: aOR 1,49 [0,96-2,32]). Nel corso dei 14 anni di follow-up, ogni aumento di 1 anno nell'uso di farmaci per l'ADHD era associato a un aumento del 4% del rischio di CVD (aOR 1,04 [1,03-1,05]), con un aumento maggiore del rischio nei primi 3 anni di utilizzo cumulativo (aOR 1,08 [1,04-1,11]) e un rischio stabile nel successivo periodo di follow-up. Andamenti simili sono stati osservati nei bambini e giovani (età <25 anni) e negli adulti (età ≥25 anni).

CONCLUSIONI E RILEVANZA Questo studio caso-controllo ha riscontrato che l'esposizione a lungo termine ai farmaci per l'ADHD era associata a un aumento del rischio di CVD, in particolare di ipertensione e malattie arteriose. Questi risultati sottolineano l'importanza di valutare attentamente i potenziali benefici e rischi nelle decisioni terapeutiche sull'uso a lungo termine dei farmaci per l'ADHD. Gli operatori sanitari dovrebbero monitorare regolarmente e costantemente i segni e i sintomi cardiovascolari durante tutto il corso del trattamento.

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