Razionale

Bookmark and Share

 

Le malattie cardiovascolari rappresentano anche nel nostro Paese, come in tutto il mondo industrializzato, la principale causa di disabilità, invalidità e morte. Queste patologie, tuttora poco prevedibili nella loro comparsa a livello individuale, interessano con frequenza maggiore i sottogruppi della popolazione portatori di specifiche condizioni, denominate “fattori di rischio”. Il controllo di alcuni di questi fattori si è dimostrato, sulla base di studi controllati, in grado di influenzare favorevolmente la successiva incidenza di eventi nei soggetti trattati.

La relazione tra la distribuzione dei vari fattori di rischio conosciuti e l’incidenza di eventi non è tuttavia omogenea nelle differenti popolazioni del mondo.

L’adozione di strategie e politiche preventive in territorio nazionale necessita pertanto di informazioni precise su tale relazione, che possono essere raccolte solamente in studi prospettici condotti su campioni di popolazione sufficientemente ampi, se possibile rappresentativi della popolazione nazionale.

Tuttavia, poiché solo una quota stimata generalmente attorno al 50% degli eventi osservati in una popolazione può essere spiegata dalla distribuzione dei fattori di rischio noti, la moderna ricerca epidemiologica attribuisce particolare importanza alla identificazione di altre condizioni che possano aumentare tale potere predittivo. Tale ricerca è in particolare orientata all’identificazione di nuovi fattori di rischio, che possano contribuire a spiegare la comparsa di una ulteriore quota degli eventi cardiovascolari osservati, o alla ricerca di particolari assetti genici che aumentino la predisposizione individuale a tali patologie.